Le azzurre del volley conquistano la finale mondiale al termine di un’epica battaglia contro il Brasile. Per l’Italia successo a tie break e pass per la finalissima contro la Turchia.
Italia-Brasile 3-2 per molti rappresenta la partita che lanciò la corsa degli azzurri di Bearzot verso il titolo Mondiale del 1982. Con lo stesso identico risultato quest’oggi le ragazze del volley femminile si sono imposte sulle brasiliane al termine di una straordinaria semifinale mondiale. Una coincidenza particolare, la speranza di un buon augurio per concretizzare il sogno iridato delle azzurre di Julio Velasco.
Quella andata in scena a Bangkok ha avuto più l’aria di una finale anticipata per l’intensità e il grande equilibrio mostrato in campo. Da applaudire la prestazione delle sudamericane guidate da una Gabi indomabile e protagoniste di una prova collettiva da otto in pagella. Fortunatamente tutto ciò non è bastato contro l’Italia a cui va riconosciuto il merito di non aver mai mollato trovando sempre il modo di reagire nei momenti difficili.
Primo capitolo dell’incontro zuppo di presagi negativi per le azzurre. Un piccolo infortunio della Fahr nel riscaldamento scalda subito le coronarie dei tifosi nostrani: allarme poi subito rientrato. Quello successivo della Orru sul 15-18 desta ulteriori preoccupazioni, ma il rivederla in campo nel secondo set fa respirare di nuovo. Il primo set va al Brasile (22-25); Gabi fa capire che oggi sarà impegnativa per la ricezione italiana, mentre la Egonu appare meno brillante del solito e Velasco la toglie momentaneamente dal match inserendo la Antropova.
Nel secondo set si rivede un’Italia più pulita e decisa. Il muro ci porta sul 5-2, poi è Sylla a salire in cattedra per l’11-6. Il Brasile però non è la Polonia superata ai quarti, le ragazze di Zé Roberto non ci lasciano respirare e riescono sempre a ricucire il margine. Ci vuole l’errore della Bergmann per permetterci di andare sul +3 nel momento decisivo e ottenere il vantaggio necessario per assicurarci il punto dell’1-1.
Il terzo set è l’emblema di questa partita. Antropova in avvio con due servizi vincenti si fa perdonare due attacchi finiti in precedenza contro il muro gialloverde. Il Brasile resta sempre incollato all’Italia e non permette allunghi. È una sfida in attacco con Sylla e Antropova che rispondono per le rime a Julia, Gabi e Diana; ma anche in ricezione non si scherza, mettendo in scena una battaglia memorabile giocata punto a punto. Nel finale Velasco rigioca la carta Egonu, ma la lunga maratona si conclude sul 30-28 per il Brasile.
La sfida si fa in salita per l’Italia. Nel quarto set il copione resta identico, le azzurre non conservano il break perché il Brasile è in formato elastico e riesce sempre a ridurre lo svantaggio anche quando due errori della Bergmann ci portano sul +3. Si respira aria di una nuova maratona punto a punto, ma stavolta a essere protagonista è il muro azzurro che per ben due volte chiude la porta al Brasile per il 25-22 finale.
Come è giusto che sia si va al tie-break per chiudere una sfida di questo livello. La Gabi vuole fare la storia, commette un paio di errori di troppo, ma risponde con attacchi ingiocabili. La ricezione azzurra però è stoica, riesce a limitare il Brasile mantenendo i nervi saldi e la Sylla recupera dei palloni miracolosi. A fare la differenza forse è la maggiore mentalità vincente. La Egonu segna il 13-13 e allontana le paure, la Danesi approfitta di una distrazione per regalarci il match point. L’ultimo punto è sofferto, la Orru alza alle sue spalle verso la Egonu: la palla tocca il muro e poi atterra sul terreno permettendo l’esultanza delle azzurre.
Domani finalissima iridata contro la Turchia, guidata da Daniele Santarelli, marito del libero azzurro Monica De Gennaro e allenatore della Serbia vincitrice nel 2022. Per le turche è la prima volta sul podio iridato; l’Italia invece vuole un titolo che manca dal 2002.