La rabbia di Sinner: lo psichiatra chiarisce tutto | Cosa c’era veramente dietro la sconfitta in finale

Jannik Sinner - fonte Facebook - mondosportivo.it
Dopo la finale del Roland Garros si è molto parlato della reazione del tennista altoatesino. Ecco la verità dello psichiatra.
Poco meno di due settimane fa è andata in scena una delle partite più memorabili che gli amanti del tennis ricordino. È stato un match tra i due più grandi tennisti del momento: Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si sono sfidati in una lotta senza esclusione di colpi.
Alla fine la vittoria è andata ai punti allo spagnolo, che ha trionfato contro l’altoatesino. L’amarezza per Sinner è stata molta ed è stata evidente, poco dopo la vittoria di Carlos Alcaraz.
Pochi minuti dopo aver perso, Sinner aveva cercato di restare positivo. “Mi concentro sugli aspetti positivi, è stata la mia miglior partita sulla terra”, aveva dichiarato cercando di trovare gli aspetti su cui migliorare in un match veramente difficile.
La reazione di Sinner alla sconfitta non è di certo passata inosservata. Molti hanno pensato che in realtà l’altoatesino stesse nascondendo la delusione. È di questo parere anche lo psichiatra Paolo Crepet, che intervistato dall’Agi ha voluto dare la sua versione a proposito della reazione di Sinner.
Lo psichiatra parla della reazione di Sinner
“Ha detto una bugia dopo il Roland Garros“: il parere di Crepet sulla reazione di Sinner dopo la sconfitta al torneo francese è inequivocabile. Lo psichiatra è infatti certo che quelle dichiarazioni non fossero altro che “balle da mental coach“, spiegando che si tratta di un modo comprensibile ma poco realistico per addolcire la delusione dellaa sconfitta.
“È come se, dopo essere stata lasciata dal ragazzo della sua vita, una ragazza si focalizzasse sui weekend romantici e non sul dolore che prova. Non è credibile“, ha detto lo psichiatra.

Un nuovo obiettivo per Jannik Sinner
Crepet è certo che la rabbia che ora Sinner sta provando sarà la chiave per ripartire ancora più forte di prima. “Scenderà in campo armato della miglior rabbia possibile, quella che si porta dietro da Parigi. Se ben gestita, lo renderà ancora più forte”, ha detto, aggiungendo poi che “Chi vince sempre non ha la possibilità di migliorarsi”.
Lo psichiatra ha anche elogiato la famiglia Sinner, in particolare il ruolo dei genitori che “sono l’esempio di come lasciare un figlio libero di sbagliare possa portarlo al successo”. Ora Sinner guarda avanti: Halle è la prima tappa, poi arriverà Wimbledon a fine giugno.