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“Sono in bunker in guerra”: calciatore mandato al fronte | Annuncio in diretta gravissimo

Guerra e calcio - fonte Pexels - mondosportivo.it

Guerra e calcio - fonte Pexels - mondosportivo.it

La sua nuova vita è davvero drammatica. Il suo paese è in guerra e il calcio reagisce a suo modo: ecco il racconto.

La guerra cambia la vita di tutti, anche dei calciatori. Non può essere altrimenti. Quando le bombe e gli attacchi si fanno ogni giorno più vicini, la paura aumenta e si fa sempre più grande. Anche se si è tra i più grandi campioni di sempre.

Il racconto di questo giovane calciatore, negli ultimi giorni, ha raccolto l’attenzione di tutto il mondo. Ha raccontato come si vive in un paese in guerra pur essendo un notissimo giocatore e ha anche raccontato del ruolo dello sport in questo difficile contesto.

Siamo in Ucraina, paese che dal 2022 sta facendo i conti con le drammatiche conseguenze dell’invasione da parte della Russia. Si parla molto di questo conflitto, soprattutto dopo le ultime dichiarazioni del neopresidente americano Donald Trump, e a parlarne è stato anche uno dei civili coinvolti.

Il calcio in Ucraina non si è mai fermato, nonostante il conflitto con la Russia. A parlare della vicenda è stato in particolare il trequartista dello Shakhtar Donetsk, Giorgi Sudakov, il cui racconto fatto durante un’intervista a Il Corriere dello Sport è stato davvero emozionante.

Il racconto di Sudakov e la guerra in Ucraian

Il centrocampista classe 2002 ha raccontato come si vive in guerra, nonostante continu a giocare a calcio. “Quasi ogni giorno ci sono allarmi antiaerei in tutto il Paese e le persone devono ancora nascondersi nei bunker. Il mondo sottovaluta la guerra in Ucraina: è in corso da tre anni. All’inizio il sostegno era attivo, poi molti Paesi si sono abituati alle notizie e si concentrano sui problemi interni. L’Ucraina sta trattenendo un aggressore che minaccia il mondo intero“, ha raccontato.

Il giocatore ha anche avuto modo di riflettere su come questo conflitto abbia influenzato la sua vita: “Vivere la guerra a vent’anni ti toglie la spensieratezza ma ti indurisce il carattere, cambia le priorità. Il calcio diventa un simbolo di forza, fede e speranza“.

Heorhij Sudakov - fonte Instagram - mondosportivo.it
Giorgi Sudakov – fonte Instagram – mondosportivo.it

Sudakov tra calcio e famiglia

Parlando della sua famiglia, Sudakov ha in particolare raccontato l’impatto che la guerra sta avendo sulla figlia. “Mia figlia è ancora troppo piccola per capire fino in fondo cosa sia la guerra, ma sa che quando suona un allarme deve nascondersi. Ha sentito le esplosioni molte volte, ha un’ottima memoria e si spaventa anche quando ricorda come dormivamo al bagno o andavamo nel rifugio antiaereo durante i bombardamenti“, ha detto.

In tutto ciò, il calciatore è convinto che lo sport possa avere un ruolo chiave, dato che “può fare più di quanto sembra: non è solo un gioco, ma rappresenta resilienza, identità nazionale, supporto e attenzione globale“.