“Ha usato una crema su di me”: nuova inchiesta Sinner | La numero 1 al mondo HA CONFESSATO

Jannik Sinner - fonte Ansa Foto - mondosportivo.it
Si è conclusa la vicenda Clostebol per il tennista altoatesino. E ora a parlare è la tennista più forte del momento: ecco le sue parole.
Sono stati mesi intensi per Jannik Sinner. La tensione per il caso doping che lo ha visto come protagonista si è fatta sentire, nonostante le vittorie portate a casa. Per ultima, è arrivata quella dell’Australian Open, battendo in finale Alexander Zverev.
L’udienza che si sarebbe dovuta tenere a metà aprile era motivo di preoccupazione per il tennista italiano e per tutti i suoi tifosi nel mondo. C’era il timore di una squalifica tra uno e due anni su cui si sarebbe dovuto pronunciare il Tribunale Arbitrale dello Sport.
Alla fine, la vicenda ha preso una svolta a dir poco inaspettata. Qualche giorno fa, Sinner e la Wada (ovvero l’Agenzia Mondiale Antidoping) sono arrivati ad un compromesso. Salta l’udienza di aprile, dunque, e invece il tennista altoatesino affronterà una squalifica di tre mesi. Tornerà in campo solo a maggio.
La vicenda ha tenuto banco per mesi. Non poteva essere altrimenti, se si considera la fama di Jannik Sinner e il suo ruolo nel tennis. E ad esprimersi ora è un’altra grande campionessa, la numero 1 del momento. Stiamo parlando di Aryna Sabalenka.
Sabalenka parla dello scandalo doping
La numero uno nel ranking WTA ha espresso la sua forte preoccupazione per il sistema antidoping, ammettendo di essere diventata molto più cauta. “Dopo quello che è successo, ho paura“, ha affermato la bielorussa, sottolineando il timore di risultare positiva per una contaminazione accidentale, esattamente come è successo a Jannik Sinner.
“Prima non mi importava di lasciare il mio bicchiere d’acqua e andare in bagno in un ristorante e ora non berrò più dallo stesso bicchiere d’acqua”, ha affermato la tennista. “Cominci a pensare che se qualcuno ha usato una crema su di te e tu risulti positiva, ti attaccheranno e non ti crederanno o cose del genere. Diventi semplicemente troppo spaventato dal sistema. Non vedo come potrei fidarmi”, ha poi concluso.

Un preoccupazione comune
Sulla vicenda si è espressa anche la quinta in classifica, ovvero Jessica Pegula. La statunitense ha espresso critiche verso le modalità con cui vengono gestiti i casi antidoping, definendo il processo come “inefficace e incoerente“. “Non somiglia ad un vero processo”, ha affermato, denunciando la mancanza di trasparenza.
“Penso che debba essere seriamente esaminato, hanno così tanto potere di rovinare la carriera di qualcuno. Mi sembra davvero ingiusto, è ora di fare qualcosa. Non penso che nessuno dei giocatori si fidi del processo in questo momento. Zero. È solo una pessima immagine per lo sport“, ha detto Pegula.