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Non c’è due senza tre ! Jannik Sinner, analisi di questo altro grande Australian Open

Jannik Sinner durante gli Australian Open - fonte Instagram - mondosportivo.it

Jannik Sinner durante gli Australian Open - fonte Instagram - mondosportivo.it

Jannikoso

Avete presente l’Accademia della Crusca quando inserì nel suo vocabolario il termine petaoloso? Ecco, ora è tempo di aggiungere anche Jannikoso perché al terzo slam vinto non si può più aspettare. Jannik Sinner bissa in Australia il successo dello scorso anno con una prova di forza clamorosa e in poco più di due ore e mezza batte Alexander Zverev, numero due del mondo, in tre set dominando una finale a senso unico.

Andando anche contro i numeri che per una volta gli erano quasi contrari: i precedenti erano infatti a favore di Zverev, ma in finale aveva sempre vinto Jannik. Sul cemento non ce n’è per nessuno, inutile girarci intorno.

Una prova da vero campione che ormai non dovrebbe più stupirci, ma che invece impreziosisce ogni volta con qualcosa in più. Nessuna palla break concessa, una partita tanto semplice quanto efficace con schemi chiari e precisi, una tenuta fisica e mentale sempre più fuori dal comune

Il primo set nel momento chiave

Sinner inizia e conclude il set con un ace. In mezzo tanto equilibrio e l’accelerazione proprio nel momento chiave, nell’ottavo gioco, da vero campione. In tutto Zverev deve fronteggiare ben sei palle break in totale, a cominciare dal quarto gioco; ne cancella cinque con il servizio esterno, ma l’unica volta che il tedesco cambia e serve in mezzo Jannik lo punisce. Sul 4-3 infatti Zverev, costantemente sotto pressione, è incerto in un paio di attacchi e viene punti da un passante dell’italiano. In quarantotto minuti si chiude 6-3.

Jannik Sinner e le dichiarazioni sul ritiro - fonte Ansa Foto - mondosportivo.it

Il tie-break fortunato

Nel secondo parziale l’equilibrio regna sovrano, ma Jannik non concede comunque palle break dimostrando una solidità fisica e mentale fuori dal comune che Zverev non riesce a rompere. Il numero due del mondo non riesce mai ad impostare il suo solito  gioco da fondocampo perché la pressione dell’avversario è disarmante: perfino le seconde di servizio devono essere rischiate per non compromettere fin da subito lo scambio. Senza break (Zverev arriva due volte a 30 negli ultimi game di servizio di Sinner), il set si decide al tie-break: in questo caso la fortuna è dalla parte di Sinner che sul 4-4 ha un nastro fortunato che innervosisce ulteriormente Zverev e consegna anche il secondo set all’italiano.

La conclusione più ovvia

Nervoso come non mai, Zverev inizia il terzo set spalle al muro. Il break arriva quasi immediatamente, sul 3-2: la chiave di Sinner sta tutta nel far spostare Zverev verso destra per farlo colpire con il diritto. Ogni volta che il numero uno al mondo gira in lungolinea, arriva spesso l’errore di Zverev: è da un punto simile che Jannik vola sul 4-2. Il tedesco ha un motto d’orgoglio e nel game successivo arriva fino al 40 pari, ma con due prime Sinner mette la freccia chiudendo poi il match con il punteggio di 6-4 7-6 6-3.