Pallone in Soffitta | Stefan Dobay, lo sfondareti rumeno

Un mito assoluto del calcio rumeno, appartenente a un’epoca ormai lontana, la cui vicenda mischia sapientemente pallone e geografia, leggenda e realtà. Questa è la storia di Stefan Dobay.
Poco meno di un secolo fa, la Romania poté contare su un ottimo attaccante simbolo di una squadra all’epoca vincente. Parliamo di István Dobay, che poi divenne conosciuto con il nome di battesimo mutato in Stefan. Nato a Újszentes, comune fondato da coloni ungheresi a fine Ottocento ma facente parte della Romania (oggi Dumbravita, vicino alla città di Timisoara), Dobay vide la luce il 26 settembre 1909.
Scoprì il calcio all’età di 10 anni e iniziò a lavorare come apprendista in una fabbrica di argento, poi di mattoni e infine da impiegato archivistico nel comune di Timisoara.
Il Banatul fu la sua prima squadra. Poi, a 21 anni, l’approdo nella società che lo avrebbe portato alla fama: il Ripensia. Un tratto distintivo, la particolare corsa a tratti irresistibile, gli fruttò il soprannome Calul (Cavallo). Stoccatore di grande potenza, in alcune partite la sua forza assunse i tratti delle leggenda: lo vedremo più avanti.
Con il Ripensia Timisoara si laurea per 4 volte campione di Romania – 1933, 1935, 1936 e 1938 – e trionfa in due occasioni nella Coppa nazionale (1934 e 1936). Dobay è tiratore scelto del campionato (’33, ’34, ’35 e ’37) per quattro volte.
La Nazionale
Neanche a dirlo, il nostro protagonista è stato un punto di forza della massima rappresentativa. L’esordio arriva il 25 maggio 1930, a 20 anni e 7 mesi. La Romania seppellisce la Grecia per 8-1 nella Balkan Cup e Stefan lascia il segno sul tabellino con una rete. All’epoca è ancora tesserato per il Banatul: dalla terza presenza in poi vestirà la casacca della Tricolorii sempre da giocatore del Ripensia. Nel 1934 prende parte alla Rimet in Italia: a Trieste la Cecoslovacchia ha la meglio 2-1 eliminando i rumeni, la rete la realizza proprio Stefan.
Quattro anni più tardi si ripete in terra francese, andando a rete altre due volte: il suo ruolino di marcia iridato parla di 3 presenze e 3 gol, niente male. Contro l’Italia, l’11 giugno 1939, la 41ª e ultima apparizione. 19 le sue realizzazioni.
Lo sfondareti
Ritorniamo sul punto citato in precedenza, quello riguardante la potenza del tiro di Dobay. Nella stagione 1935-36, durante il match di campionato Juventus Bucarest-Ripensia Timisoara, accadde questo fatto raccontato dal capitano avversario Cibi Braun: “Da circa 10 metri ha sparato la sua palla di cannone verso la porta. La palla ha rotto la rete ed è uscita. Posso dirvi, con la mano sul cuore, che in tutta la mia vita non ho mai assistito un tiro di simile potenza“. Ritiratosi nel 1948, è diventato allenatore ricoprendo pure il ruolo di ct della Romania per 3 partite tra il 1953 e il 1954. Affetto da una grave forma di artrosi che ha richiesto diversi interventi chirurgici, Stefan Dobay è scomparso a Targu Mures il 7 aprile 1994, a 84 anni.