Doppia tragedia: Juventus in lutto | I due calciatori erano giovanissimi, genitori in causa con la società
È stato uno dei giorni più tristi per la squadra bianconera. Due giovani promesse juventine si sono spente: ecco che cosa è successo.
Giornate come queste rendono inutile ogni rivalità, ogni litigio e ogni polemica che nasce nel mondo del calcio. La Juventus ha affrontato uno dei periodi più tristi della propria storia dopo la morte di due giovani calciatori che stavano crescendo proprio nel club bianconero.
Torniamo indietro al 15 dicembre 2006, quando due giovani promesse del vivaio juventino persero tragicamente la vita nel centro sportivo di Vinovo, in provincia di Torino. Erno Riccardo Neri e Alessio Ferramosca, rispettivamente portiere e centrocampista.
I due persero la vita per assideramento dopo essere scivolati nel laghetto artificiale del centro. Erano andati lì per recuperare alcuni palloni finiti fuori dal campo. Doveva essere un semplice allenamento e alla fine è diventata una delle più grandi tragedie che il mondo del calcio italiano abbia mai vissuto.
Di recente, i genitori dei due ragazzi hanno rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera rimarcando gli aspetti legali di questa triste vicenda. E parlando anche del risarcimento ricevuto, decisamente basso rispetto alla tragedia.
Chi erano i due giovani juventini morti
Riccardo Neri era originario di Gambassi, in provincia di Firenze. Era un giovane portiere dalle grandi speranze. Arrivò alla Juventus nel 2005 dopo aver giocato nelle giovanili di parecchie squadre toscane. Per lui, arrivare a giocare con i bianconeri rappresentava il coronamento di un sogno e la speranze del debutto in Serie A.
Alessio Ferramosca invece era torinese. Era un centrocampista difensivo dalla grande versatilità tattica. Il suo modello e idolo era Alex Del Piero. Oltre ad essere promettenti calciatori, i due erano studenti dagli ottimi risultati scolastici che si impegnavano per raggiungere i propri scopi.
La questione del risarcimento
I genitori di Riccardo e Alessio chiesero giustizia dopo le morti dei loro figli. I due sottolinearono infatti le gravi mancanze e le negligenze nel centro sportivo in questa drammatica vicenda. La vasca in cui i due ragazzi annegarono quella sera, infatti, non aveva alcuna protezione adeguata ed era particolarmente pericolosa. Il processo che seguì portò ad un risarcimento di centinaia e migliaia di euro, comunque basso rispetto alla triste vicenda.
Nel corso degli anni, la memoria dei due ragazzi è stata mantenuta viva grazie alla creazione di una fondazione che porta i loro nomi. Essa aiuta i ragazzi con gravi patologie e ogni anno, in loro onore, si tengono eventi commemorativi.