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I Pionieri del Calcio – Paulino Alcántara, il super bomber del Barcellona

I numeri hanno il pregio di non saper mentire, soprattutto quando si parla di attaccanti. E il cospicuo bottino di reti e la media realizzativa di Paulino Alcántara lo hanno fatto entrare di diritto nella storia del suo club, il Barcellona FC. Con 395 gol in 399 partite Alcántara è stato per più di un secolo il miglior goleador mai visto in maglia blaugrana. Prima ovviamente dell’arrivo di un certo Lionel Messi, che ha letteralmente stracciato il suo record.

Un talento cristallino

Alcántara nacque nel 1896 a Iloilo, nelle Filippine, all’epoca colonia spagnola. Tuttavia, tre anni dopo la sua nascita i genitori (lo spagnolo Eduardo Alcántara e la filippina Victoria Riestra) decisero di trasferirsi in Spagna, a Barcellona. Istruitosi presso i gesuiti, fin dalla giovinezza Alcántara mostrò doti tecniche fuori dal comune. Cominciò a giocare a calcio in una formazione amatoriale, il Galeno FC, ma ben presto il suo talento emerse, tanto da attirare l’interesse del Barcellona FC. Vedendolo giocare il presidente blaugrana, il visionario Gamper, ne rimase folgorato. Nonostante la giovane età e il fisico esile, Paulino riusciva a segnare da qualunque posizione. Era un potenziale attaccante di razza, che vedeva la porta come pochi. Gamper si convinse che Paulino avrebbe fatto le future fortune della sua squadra e lo inserì nella formazione giovanile.

Il rodaggio durò poco, perché ad appena quindici anni e quattro mesi Paulino debuttò con in prima squadra in una partita del campionato catalano. Fu un debutto da sogno, reso unico da una fantastica tripletta. Tre gol che lo fecero entrare subito nelle grazie dei tifosi del Barcellona, che come il loro presidente vedevano in lui il campione del futuro (tra l’altro questo record di marcatore più giovane all time della storia del club non è mai stato superato da nessuno). Alcántara cominciò subito a segnare caterve di gol e divenne il punto di riferimento dell’attacco del Barcellona. Tutto sembrava volgere per il meglio, Paulino era felice. Ma proprio quando si apprestava alla consacrazione, suo padre volle che imparasse una professione al di fuori dell’ambiente calcistico e lo mandò a studiare nelle Filippine.

“L’esilio filippino” e il ritorno al Barcellona

Così nel 1916 Paulino partì per Manila per studiare medicina. A malincuore lasciava Barcellona e la maglia del Barcellona. Sapeva di essere all’apice della carriera, con la chiara possibilità di vincere altri trofei importanti dopo il campionato spagnolo del 1912-13. Tutto ciò lo rendeva molto triste. Tuttavia, non poteva disubbidire a suo padre e così decise di inghiottire il boccone amaro e di far buon viso a cattivo gioco. Durante il periodo di “esilio” in patria, Alcántara entrò a far parte di una squadra locale, il Bohemian, e vestì anche la maglia della Nazionale filippina durante la terza edizione dei Giochi dell’Estremo Oriente.

Nel 1918 contrasse la malaria e fece ritorno in Spagna in via definitiva. I tifosi del Barcellona non lo avevano dimenticato e lo accolsero a braccia aperte quando tornò a vestire la maglia blaugrana. Inizialmente il tecnico Greenwell lo schierava come difensore, ma sollecitato dai compagni di squadra, lo riposizionò ben presto al centro dell’attacco. Alcántara fece parte di una formazione che avrebbe dominato gli anni successivi, vincendo otto campionati catalani e quattro campionati spagnoli. Durante la seconda parte della carriera al Barcellona si guadagnò l’appellativo di El Rompe Redes (lo spaccareti) perché si racconta che durante una partita amichevole, giocata a Bordeaux contro la Nazionale francese, un suo tiro potentissimo squarciò la rete della porta.

Dopo il ritiro: la professione medica e le controversie politiche

Alcántara rimase al Barcellona fino al 1927, anno del suo ritiro. Dopodiché si dedicò alla professione di urologo e all’attività politica. Proprio in quest’ultimo settore fu oggetto di controversie, dettate dalla sua partecipazione alla guerra civile spagnola tra le fila dell’esercito del futuro dittatore Francisco Franco e della Brigata Frecce Nere, un corpo militare inviato da Mussolini per supportare i fascisti spagnoli. Inoltre, dopo la fine del conflitto ebbe diversi incarichi come membro del partito franchista.

Nonostante le discutibili decisioni prese in ambito politico dopo il suo ritiro, Alcántara viene ancora oggi considerato uno dei migliori attaccanti della storia del Barcellona e del calcio asiatico. Tanto che nel 2007, a quarantatré anni dalla sua morte, avvenuta nel 1964 per una anemia aplastica, è stato nominato dalla FIFA “giocatore asiatico del secolo”.

fonti:
– Paulino Alcántara (fcbarcelona.com)
– Paulino Alcantara – The Filipino Hero Who Broke Nets and Barriers in Barcelona – The Triangle
– Paulino Alcántara, the “netbuster”! – (90soccer.com)
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