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Pallone in Soffitta – Mimis Papaioannou: ribellione, musica e gol

Recentemente è scomparso uno dei più rappresentativi calciatori greci di sempre: Dimitrios “Mimis” Papaioannou, leggenda dell’AEK Atene negli anni ’60 e ’70. Nella sua storia tanti gol, un veto che lo allontanò momentaneamente dal pallone e l’esperienza nella musica folk.

Che mito, Mimis Papaioannou. Un autentico protagonista storico del calcio greco, che non ha mai varcato i confini ellenici (parentesi statunitense a fine carriera a parte) se non per vestire la maglia della Nazionale, e per questo ingiustamente poco conosciuto all’estero. Nato a Nea Nikomedeia il 23 agosto 1942, comincia a giocare a calcio con il Nea Genea e lascia presto la scuola. Inizialmente si divide tra il lavoro di assistente in una barberia e il calcio, scegliendo infine il pallone. A nemmeno 18 anni il passaggio al Veria, con cui debutta nel 1960. 40 reti in due campionati non sfuggono all’attenzione dell’AEK Atene: l’inizio di una lunghissima – e a tratti tormentata – storia d’amore.

17 anni come giocatore, bomber e simbolo, grazie a 299 reti in 582 partite ufficiali: vince 5 campionati, 3 coppe di Grecia e 2 titoli di capocannoniere dell’Alpha Ethniki. 61 gettoni con 21 gol lo score con la Nazionale, tra il 1963 e il 1978. Un campione, Papaioannou. Il suo bagaglio tecnico era ricco: dribbling, forza fisica, versatilità, capace di calciare con entrambi i piedi con una predilezione per il sinistro. Più un’invidiabile elevazione, nonostante i 168 centimetri di statura. I tifosi di vecchia data dell’AEK non hanno dimenticato la sua abilità sui calci di punizione e addirittura sui corner: due volte è riuscito a realizzare il cosiddetto “gol olimpico”. Miglior bomber di tutti i tempi del club giallonero.

Una relazione lunghissima, dunque, tra Mimis e l’AEK. La quale fu però messa a dura prova quando la società si oppose al suo trasferimento, nientemeno che al Real Madrid. Tutto nacque nel 1965, quando i campioni spagnoli disputarono un’amichevole con l’AEK Atene. Papaioannou realizzò una doppietta, impressionando in primis un certo Ferenc Puskás. Il fuoriclasse magiaro caldeggiò l’acquisto dell’attaccante greco: venne fatta un’offerta ricchissima, l’equivalente di 4 milioni di euro odierni all’AEK Atene e 750.000 euro di ingaggio al giocatore. Una valanga di soldi per l’epoca. Il campione greco iniziava a pregustare un cambio vita importantissimo, a livello professionale e privato. Invece…

Per evitare possibili rivolte da parte dei tifosi gialloneri, per i quali Mimis rappresentava la stella indiscussa, la società capitolina rifiutò l’offerta del Real. Per il grande disappunto del calciatore, il quale ne rimase talmente amareggiato che decise di ritirarsi dal calcio in aperta polemica con la dirigenza. Fu allora che scoprì il mondo musicale, in quel periodo di rabbia e tristezza. Fu avvicinato dall’artista folk Christos Nikolopoulos, il quale lo mise in contatto con uno dei principali interpreti del genere nel Paese: Stelios Kazantzidis, che scoprì la bellissima voce di Papaioannou e gli chiese di seguirlo in Germania per alcuni concerti.

Una divagazione dal calcio che durò solo qualche settimana. Perché Kazantzidis si rese conto della perdita per il movimento greco di un campione come Mimis e lo persuase a riprendere la sua carriera come giocatore: non solo, mediò con la dirigenza dell’AEK per ricucire lo strappo. E così, dopo 7 singoli incisi (tra cui proprio l’inno dell’AEK), Papaioannou si rimise addosso la casacca giallonera. Fino al 1979, quando decise di provare l’esperienza americana nei New York Pancyprian-Freedoms fino ai 40 anni.

Tornò in patria solo nel 1986. Ebbe delle esperienze minori come allenatore, vivendo il momento più importante come assistente di Panagoulias sulla panchina della Grecia al Mondiale di Usa ’94. Mimis Papaioannou è scomparso il 15 marzo scorso all’età di 80 anni, dopo aver lottato a lungo con una grave malattia.