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I Pionieri del Calcio – Jimmy McGrory, il centravanti più prolifico della storia del Celtic

Jimmy McGrory era l’uomo giusto al posto giusto. Colui che ogni settimana, grazie ai suoi gol, faceva sognare i tifosi del Celtic. Non era particolarmente alto (168 cm) ma era molto forte di testa. Qualità che gli era valsa il soprannome di “mermaid” (trad. sirena). Di umili origini (alla nascita suo padre lavorava come operaio in una fabbrica per la produzione di gas), aveva cominciato la sua carriera calcistica nel St. Rochs, una piccola squadra del distretto di Garngad, a Glasgow. Aveva diciotto anni quando ricevette la chiamata del Celtic. Inizialmente era riluttante ad accettare, pensando di non essere all’altezza della situazione. Ma poi si convinse e, come disse lui stesso, “prese il berretto e corse fino in fondo”.

Nonostante il Celtic fosse una grande squadra e lui poco più che un ragazzino, Jimmy trovò l’ambiente ideale per crescere e poi esplodere. Anche grazie al suo allenatore, il leggendario Willie Maley, che per lui fu una sorta di padre surrogato (il vero padre di McGrory morì nel 1924 in circostanze mai del tutto chiarite). La stagione 1924/25, la prima da professionista, non sembrava particolarmente fortunata. Il Celtic aveva concluso il campionato al quarto posto e McGrory aveva subito numerosi infortuni a causa degli interventi scomposti dei rudi difensori della Scottish League.

Ma la rivincita era arrivata a fine stagione, quando la doppietta di McGrory aveva spianato la strada al Celtic alla conquista della Coppa di Scozia. In semifinale i biancoverdi avevano strapazzato gli eterni rivali dei Rangers (5-0), facendogli guadagnare la possibilità di vincere l’undicesima coppa della loro storia. Nella finale contro il Dundee, seppur sotto di un gol alla fine del primo tempo, i Celtic riuscirono a ribaltare l’incontro. E McGrory, manco a dirlo, fu tra gli assoluti protagonisti. I tifosi rivedevano in lui il nuovo Jimmy Quinn, un altro grande attaccante che aveva fatto la storia del Celtic.

L’anno successivo McGrory si consacrò come l’attaccante scozzese del momento. I suoi 52 gol permisero al Celtic di tornare alla vittoria del campionato. I tifosi erano in visibilio ogni volta che lo vedevano toccare il pallone e gli dedicavano un coro personalizzato: “McGrory, McGrory Hallelujah! The Celts go marching on”. Per lui si schiusero le porte della Nazionale: il 25 febbraio 1928 esordì con la maglia della Scozia contro l’Irlanda del Nord. L’esordio si rivelò però un mezzo disastro: McGrory non riuscì a incidere e gli scozzesi vennero sconfitti a sorpresa per 1-0. Venne additato come uno dei responsabili della disfatta e per un po’ di tempo non venne più preso in considerazione dal commissario tecnico.

Al termine di una carriera fantastica, con quasi 400 reti realizzate con la maglia dell’amato Celtic, il suo cruccio sarebbe stato quello di vestire per pochissime volte (soltanto sette) la maglia della Nazionale scozzese. Nel 1928 fu al centro di un intrigo di calciomercato: il Celtic si era accordato con l’Arsenal per la cessione di McGrory. Ma il centravanti, legatissimo alla sua squadra, rifiutò categoricamente il trasferimento. Nemmeno l’assegno in bianco messo sul piatto dal trainer dei Gunners Chapman lo convinse a cambiare casacca.

Spesso frenato dagli infortuni, McGrory giocò fino al 1937, alla soglia dei trentatré anni. Poi cominciò la carriera di allenatore, che lo portò a guidare il Kilmarnock ma soprattutto l’amato Celtic per un ventennio, dal 1945 al 1965.

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