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Pallone in Soffitta – Juan Lozano, talento tra due bandiere… contro

La storia di Juan Lozano, talentuoso centrocampista degli anni ’80, ha vissuto momenti di grande luce con maglie importanti. La sua vicenda sull’asse Belgio-Spagna, tuttavia, ha toccato momenti molto bui che ne hanno caratterizzato la parabola sportiva.

Juan Lozano Bohorquéz nasce in Spagna, a Coria del Río – pochi chilometri da Siviglia – il 30 agosto 1955. Cresce però in Belgio, dopo essere arrivato ad Anversa da bambino per motivi familiari. Un Paese che gli avrebbe dato tanto, in tutti i sensi: è qui che… scopre il pallone; diventa calciatore professionista; conosce il successo con la maglia del club più importante della nazione; vive una delusione profonda; si conferma per diverso tempo su alti livelli di rendimento; finisce nella trappola di un grave infortunio che ne mina gli ultimi anni di carriera.

Nel Beerschot VAC, primo club della carriera

Il club di cui stiamo parlando è l’Anderlecht, capace di arrivare a importanti vette nel panorama internazionale nella seconda metà degli anni ’70, grazie a diverse vittorie nelle coppe europee. Lozano arriva in bianco-malva dopo gli inizi nel Beerschot – con cui vince una coppa del Belgio nel 1979 – e un’avventura nel calcio USA, nei Washington Diplomats dove gioca con Johan Cruijff. Il nostro è un centrocampista di spiccata inclinazione offensiva. Sa dribblare, rifinire, far lustrare gli occhi agli spettatori. Va in prova al Barcellona, ma non se ne fa nulla. Nel 1981 passa come detto all’Anderlecht ed esplode. Tanto che comincia a circolare con insistenza l’idea di vederlo indossare la maglia del Belgio al seguente campionato del mondo ospitato, neanche a farlo apposta, dalla Spagna.

Ma Juan deve prima prendere la cittadinanza del Paese che lo ospita da anni, altrimenti il discorso con i Diavoli Rossi belgi non può avere seguito. Inizia l’iter – che in condizioni normali durerebbe un anno, ma verrebbe accorciato per consentire al giocatore di andare ai Mondiali – e la vicenda trova parecchio spazio a livello mediatico tra interviste, fotografie, fiumi d’inchiostro per un matrimonio che sarebbe reciprocamente gradito. Spagna ’82 incalza e bisogna trovare la quadra: il calciatore si fa immortalare con la maglia del Belgio e pure la Panini ci “casca”, inserendolo tra le figurine della Nazionale nell’album di quella edizione. Perché l’aspetto burocratico sembra essere solo una mera formalità. Invece…

La divisa del Belgio, rimasta un miraggio

La camera approva, il senato belga dice invece no – la figura determinante in tal senso è il senatore Herman Vanderpoorten – circa la naturalizzazione di Lozano, nei confronti del quale viene mossa l’accusa di volerne trarre dei vantaggi non solo calcistici ma soprattutto privati: ovvero, la possibilità di evitare in questo modo il servizio militare in Spagna, con un passaporto belga nuovo di zecca. In più, la politica non ha gradito le foto di Lozano con la divisa della Nazionale addosso, prima di una decisione ufficiale. Il campione dell’Anderlecht non solo deve rinunciare alla maglia dei Rode Duivels e alla convocazione di Guy Thys per il Mondiale, nel miglior momento della carriera. Non avrebbe infatti mai giocato in Nazionale, rappresentando la Spagna o tantomeno il Belgio. Allora e nemmeno in seguito.

La celebre figurina Panini del Mondiale ’82

Scoppiata la vicenda come una bolla di sapone, nel 1983 il giocatore passa al Real Madrid (dopo un pre-contratto già firmato con la Roma campione d’Italia, che invece decise di acquistare infine Cerezo) e vince di nuovo la Coppa UEFA, già conquistata con l’Anderlecht due stagioni prima. Il ct della Spagna Miguel Muñoz parla di una possibile chiamata per Lozano: non se ne farà nulla. Due campionati e poi ecco il ritorno a Bruxelles. Scavalla i 30 anni, il suo talento è sempre cristallino. Proprio quell’anno vede l’ultimo colpo di scena di una parabola senza dubbio particolare. Un film di cui Juan Lozano è protagonista sfortunato. Il perché è presto detto.

11 aprile 1987, il punto di non ritorno. L’Anderlecht incontra il Waregem. Il centrocampista va incontro al pallone ma incontra lo slancio del suo boia: Yves Desloover, difensore avversario. L’entrata sulla gamba destra di Lozano è terribile. Frattura di tibia e perone, incidente che lo toglie dai giochi e scatena numerose polemiche in Belgio. Lozano è molto amato e la sua vicenda viene seguita parecchio in tutto il Paese. Soprattutto perché decide di portare in tribunale Desloover per il danno provocato. L’esito del processo vedrà tuttavia il difensore del Waregem non condannato. Il suo nome sarebbe stato comunque sempre ricordato, anche se ne avrebbe fatto sicuramente a meno.

 

 

Poco tempo dopo l’incidente, Lozano viene premiato con il riconoscimento di Miglior Calciatore della stagione 1986-87, che non può ritirare perché in convalescenza nella sua città natale. Impiega più di una stagione per tornare in campo, nulla sarebbe stato come prima: lascia per l’ultima volta l’Anderlecht nel 1989, per scendere di categoria all’Eendracht Aalst e poi chiudere nel Berchem.

Juan Lozano oggi
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