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La formula giusta di Mancini

Quest’Italia funziona. Doppio impegno passato a pieni voti: l’Italia di Mancini sembra aver recuperato smalto. Era vero, dunque, che c’era bisogno di rivoluzionare l’ambiente per ritrovare la giusta energia? Forse sì. Il CT azzurro ha deciso, post mancata qualificazione ai mondiali, di non abbandonare la nave azzurra. Ha fatto benissimo: facile mollare quando le cose vanno male. Mancini ha deciso di restare, di ripartire, di far ripartire l’Italia, costruendo un gruppo nuovo, racimolando il talento che c’è in giro e amalgamandolo come meglio riesce a fare. Primi risultati, assolutamente positivi.

La vittoria sull’Inghilterra è da considerarsi straordinariamente significativa: quell’Italia ha dimostrato carattere e sprazzi di qualità. Si credeva che Raspadori non fosse all’altezza della situazione, cosa sbagliatissima. Non solo merita la maglia azzurra, ma col Napoli sta dimostrando di essere forte e duttile. Su di lui si sta aggrappando la nostra nazionale? No: punta, sì, sul suo talento, ma quest’Italia è fatta di nomi nuovi e, diciamolo, forti. Non è una squadra di prime donne, fa nulla. Siamo una squadra operaia, e per tradizione – quando l’identità azzurra è stata tale – le cose sono spesso andate bene.

Contro l’Ungheria, un opportuno rafforzamento di queste sensazioni. L’azzurro si è fatto vivido, Donnarumma ha regalato una prestazione super e, diciamolo, far presa sulla sua qualità potrebbe rivelarsi determinante per livellare verso l’alto il valore della rosa. Final four di Nations League conquistate: misero bottino? Sì, certo, se paragonato al fatto che in Qatar non ci andremo. Ma per ripartire, il primo passo va fatto, no? Mancini, sembra proprio che abbia capito come e dove lavorare per ridare lustro alla nostra Italia.

 

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