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Pallone in Soffitta – Olaf Thon, il passo (vincente) del gambero

Un centrocampista talentuoso, uno dei migliori mai visti sulla scena tedesca dagli anni Ottanta in poi: Olaf Thon è stato un protagonista in Bundesliga e con la Nationalmannschaft, facendo un particolare percorso a ritroso. Senza dubbio vincente.

Prendete un giovincello dalla tecnica a cui è impossibile restare indifferenti. La statura non eccelsa, che lo fa sembrare un vero folletto dalla trequarti in avanti. Un paio di baffetti che vorrebbero renderne più maturo l’aspetto, in mezzo a campioni adulti. E gol, tanti gol. Olaf Thon, attorno a metà anni Ottanta, incarna la nuova sensazione del panorama tedesco occidentale.

Nasce a Gelsenkirchen nel 1966 ed è proprio nello Schalke 04 che esplode, in un lasso di tempo molto breve. Nelle prime tre annate in prima squadra va in doppia cifra, trascinando prima i biancoblu alla promozione e poi debuttando in Bundesliga. Come detto, un giocatorino davvero interessante che cattura l’occhio. Anche quello di Franz Beckenbauer, all’epoca C.T. della Germania Ovest, che nel 1984 lo fa esordire nella Mannschaft: Olaf ha appena 18 anni. Ma d’altronde, come lasciarlo fuori? E tutto questo nemmeno 4 mesi dopo il debutto in massima serie. Il ragazzo brucia le tappe.

Lo acquista il Bayern Monaco nel 1988, dopo aver preso parte al Mondiale di Messico ’86 (senza giocare) e all’Europeo casalingo qualche settimana prima. L’Italia di Vicini lo affronta nel match inaugurale a Düsseldorf, dopo averlo incrociato in amichevole a Colonia un annetto prima. Vince il titolo iridato proprio a Italia ’90, entrando nella storia. Con i bavaresi gioca invece sei stagioni, condite da 30 gol in campionato (che vince tre volte, più una Supercoppa) confermando una buona media realizzativa.

Il passaggio di consegne in Nazionale tra Beckenbauer e Vogts lo vede restare fuori dai giochi per oltre due anni: gradualmente la sua figura nel Bayern diventa più periferica, finché nel 1994 decide di ritornare al primo amore, lo Schalke. Qui la sua carriera, in maniera inaspettata, vive un ritorno di fiamma grazie all’arretramento a libero iniziato con Ribbeck nei bavaresi. Diventa capitano e nel 1997 alza al cielo la Coppa UEFA dopo aver battuto l’Inter.

La sua visibilità ritorna ad alti livelli e Vogts si ravvede, richiamandolo nella Germania dopo quasi quattro anni e mezzo al centro della difesa. Tanto da disputare da titolare il terzo Mondiale della sua vita, quello di Francia ’98, poco esaltante per la Germania che chiude ai quarti di finale. Per Thon 52 presenze e 3 reti in Nazionale, tra la rappresentativa occidentale e quella riunita. Per un passo del gambero, dalla trequarti al centro della difesa, rivelatosi comunque ricco di soddisfazioni.

Oggi Olaf Thon ha 55 anni e ha lasciato da tempo lo Schalke, in cui era rimasto dietro le quinte in vari ruoli. Apprezzato commentatore televisivo nonché editorialista per la rivista Kicker (che lo elesse centrocampista tedesco dell’anno nel 1987 poi miglior libero nel 1993 e 1997), ha avuto anche una sola esperienza da allenatore tra il 2010 e il 2011 nell’Hüls.

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