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Morata, la mossa indipendentista di Andrea Pirlo

Foto: Twitter @juventusfc

Lo ha voluto fortemente, e beh: ha avuto ragione. Alvaro Morata ha consegnato i primi tre punti alla Juventus in questa nuova stagione di Champions. Terzo gol in due partite per lo spagnolo: esattamente l’attaccante che serviva ai bianconeri per godere di quell’incisività che senza Ronaldo (e Dybala) non sempre era garantita. Il 2-0 di Kiev promuove i bianconeri, anche se il gioco non è stato del tutto convincente. Ovviamente, Pirlo saprà cosa fare e come modificare tatticamente le pedine a sua disposizione per dare alla sua Juventus una nuova identità. Da un lato ha tempo, perché è appena arrivato e Agnelli gli consentirà anche di sbagliare qualcosa (come successo a Crotone); dall’altro, dovrà saper fare le cose in fretta, perché quest’anno gli impegni sono estremamente ravvicinati. E allora: subito alle spalle Kiev, figuriamoci Crotone.

Dicevamo: Morata sembra possa conferire alla Juventus quell’incisività che, senza Ronaldo (e, sì, Dybala), non sempre ha avuto negli ultimi due anni. E che ciò sia un qualcosa di assolutamente intrigante, non ci piove. Che Pirlo stia provando a liberare la sua Juve dai (meravigliosi) vincoli procurati dal talento di Ronaldo? Dopotutto, dipendere dal campionissimo è una spada di Damocle che pende sulla testa: quando c’è CR7, si parte di fatto da un +1 nella casella dei gol; quando manca, si rischia di avere una voragine nell’economia di gioco collettiva. Ora, non che Morata sia la soluzione a tutti i mali, di certo però Pirlo, con lo spagnolo, ha trovato il modo di rendere comunque pressante, e presente, e incisivo, il reparto offensivo della sua squadra. In gol a Crotone (due volte, ufficiosamente: una di queste, annullata per un fuorigioco di un paio di centimetri), doppietta in Champions League. Insomma: il calciatore che serviva a Pirlo per partire con un +1 anche senza CR7.

A Kiev, si è vista una buona Juve, tutto sommato, nonostante ci siano ancora tante cose da risolvere, e dettagli da limare. Per esempio, serve che Arthur entri il prima possibile nei meccanismi di squadra (è un play puro, e quando è entrato in campo contro la Dinamo la Juventus è sembrata più ordinata. Non può essere un caso) e bisognerà capire quando curverà la crescita di Federico Chiesa, che se vorrà confermarsi in bianconero dovrà saper cambiare passo subito. Perché ora trova spazio nonostante gli errori; quando torneranno tutti (Ronaldo e? Già, Dybala), Chiesa giocherà solo se riuscirà a essere migliore degli altri, e il livello degli attaccanti bianconeri non è proprio uguale a quello degli amici del calcetto del giovedì (ah, bei tempi, quelli).

Chiosa su Chiellini: in bocca al lupo a lui. La sua assenza forzata, però, nelle prossime settimane, probabilmente stuzzicherà i pensieri di Pirlo. Uno di quelli che trasforma ogni problema in opportunità. Un’occhiata fugace in Primavera, così, per vedere se c’è qualche altro Frabotta da tirar dentro?

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