I grandi “piccoli” della Formula 1 – ERA
In questo periodo di forzato stop della Formula 1, ripercorriamo la storia di scuderie che non hanno avuto i capitali delle grandi case automobilistiche e degli importanti costruttori privati, ma che hanno comunque lasciato un segno indelebile nel massimo sport automobilistico grazie a un fattore fondamentale: la passione. Oggi è il turno della ERA.
Bourne è una cittadina inglese di circa 11000 abitanti situata nel Lincolnshire, contea delle Midlands Orientali. Una cittadina di media grandezza, che però nel mondo della Formula 1 riveste un ruolo fondamentale. Dato che detiene il primato di città natale della F1 Made in England.
A Bourne, infatti, nel novembre del 1933, Humphrey Cook, Raymond Mays e Peter Berthon decisero di fondare una scuderia automobilistica per contrastare Italia e Germania, che erano all’epoca le nazioni guida in questo campo a livello europeo. Dato che vi era ampia libertà nella scelta dei nomi, dato che erano praticamente i primi in patria, optarono per il nome più “ovvio” e comprensibile: English Racing Automobiles, acronimizzato in “ERA“.
Inizialmente i tre si concentrarono nelle gare destinate a vetture di 1500cc, dividendosi i compiti: a Cook il ruolo di direttore sportivo e organizzativo, a Berthon quello di progettista e a Mays quello di pilota. Dopo un’inizio stentato, le ERA cominciarono a imporsi divenendo nella seconda metà degli anni ’30 le vetture da battere, anche grazie a piloti del calibro di Dick Seaman.
Scoppia la Seconda Guerra Mondiale e la ERA, come tutte le fabbriche inglesi, è riconvertita alla produzione di aerei militari. Passato il conflitto, si ritorna all’automobile, con una nuova proprietà. Berthon e Mays passarono alla BRM e alla ERA iniziò…l’era di Leslie Johnson. Quest’ultimo, con il suo staff, trasferì la produzione a Dunstable, nel Bedfordshire, approntò una nuova vettura sempre da 1500cc, l’ERA-G. In Formula 2, i risultati non furono incoraggianti. L’ERA-GP1 e l’ERA-GP2 si rivelarono vetture tanto veloci quanto incredibilmente fragili e poco affidabili.
Nonostante questo curriculum non certo entusiasmante, Johnson decise di iscrivere l’ERA-GP2 da 1500cc nel neonato Campionato Mondiale di Formula 1 nel 1950. La scuderia inglese, regolarmente di verde bardata (questo il colore destinato alle vetture della terra d’Albione), disputò tre gare nel 1950, conquistando come massimo risultato il sesto posto con Bob Gerard a Silverstone e a Monaco.
Nel 1951, appena due GP disputati con l’ottavo posto a Silverstone di Shawe Taylor e nel 1952, toccò al Re Senza Corona, Sir Stirling Moss (recentemente scomparso) correre da pilota ERA le ultime tre gare della scuderia di Bourne. Motorizzata Bristol, la vettura però risultò essere poco affidabile tant’è vero che Moss né a Spa, né a Silverstone e tantomeno a Zandvoort riuscì a vedere la bandiera a scacchi. Alla fine di quella stagione, Johnson cedette le proprie vetture proprio alla Bristol e poi l’intera struttura alla Zenith, prima di scomparire prematuramente nel 1959 a causa di problemi cardiaci.
Attualmente, il marchio ERA è di proprietà di un costruttore britannico di kit-car.