Ciclismo, le grandi squadre italiane – Atala

-

L’emergenza coronavirus ha interrotto, come è giusto che sia, qualunque tipo di attività sportiva. Ciclismo compreso. In questo periodo di forzato stop, è bello aprire il libro della storia di questo meraviglioso sport e ripercorrere le vicissitudini delle più importanti squadre italiane. Quest’oggi è il turno dell’Atala.

In principio fu Angelo Gatti, dirigente lombardo della Bianchi in odor di promozione nell’anno del Signore 1908. Una promozione promessa, ma mai arrivata. Allora “Micio” – questo il soprannome di Gatti – sai che fa? Sbatte la porta e fonda una sua casa di biciclette, dandole il nome di sua madre, Atala Naldi. Così, a mo’ di ripicca, nacque uno dei marchi tricolori più conosciuti in Europa e nel Mondo.

Benedetta tempistica. Pochi mesi dopo la fondazione, la Gazzetta dello Sport annunciò la nascita del Giro d’Italia. “Micio” sai che fa? Mette su una squadra, fornisce ai suoi corridori una maglia di lana grigio-azzurra e il Giro d’Italia lo vince. Anzi, vince le prime due edizioni: nel 1909 con Ganna (che bissa il successo della Milano-Sanremo sempre in quell’anno) e nel 1910 con Galetti. Nel 1911, la Bianchi restituisce a Gatti lo sgarbo di tre anni prima. La Casa dell’Aquila strappa all’Atala Galetti e si aggiudica la Corsa Rosa del 1911. Nel 1912, la Gazzetta dello Sport organizza il Giro d’Italia a squadre (resterà un unicum). Gatti, a suon di lire, riacquisisce i diritti per le prestazioni di Galetti e Pavesi, che con Ganna e Michelotto costituiscono un “dream team”. Il Giro del 1912 è dominato, ma l’esborso economico è stato troppo esigente per Gatti. “Micio” lascia la sua creatura che, dopo un paio di passaggi societari, sbarca a Padova nel 1921 e approda nelle mani di Cesare Rizzato.

Quest’ultimo, dal punto di vista sportivo, fa partecipare la sua Atala al Giro d’Italia sporadicamente negli anni ’20 e ’30, conquistando due tappe, nel 1923 con Aymo e nel 1932 con il tedesco Buse. Il vero ritorno a pieno regime alle gare avviene solo nel secondo dopoguerra. L’Atala rimane attiva tra il 1948 e il 1962. Periodo nel quale la formazione grigio-azzurra si aggiudica 21 tappe al Giro d’Italia, di cui ben 6 con l’abruzzese Alessandro Fantini. Sempre con un abruzzese, anzi con il Camoscio d’Abruzzo Vito Taccone, porta a casa una Monumento come il Giro di Lombardia nel 1961. Altri successi importanti sono tre Giri dell’Emilia con Maggini nel 1951 e con Monti nel 1956-1957, mentre con lo stesso Maggini si aggiudica la Milano-Torino nel 1953.

Dopo vent’anni di assenza, l’Atala ritorna in gruppo nel 1982 per sponsorizzare la squadra del d.s Franco Cribiori. Vi ci rimane fino al 1989. Otto stagioni dove i principali protagonisti sono il velocista svizzero Urs Freuler, che conquista 11 delle 19 vittorie di tappe al Giro d’Italia del sodalizio grigio-azzurro. E poi Pierino Gavazzi, trionfatore in maglia Atala alla Tre Valli Varesine 1982 (edizione valevole anche come Campionato Italiano) e al Giro dell’Emilia 1982 e 1984 e infine Gianni Bugno. Il monzese scrisse le sue prime pagine da grande campione proprio in maglia Atala, trionfando nel Giro dell’Appennino 1986 e 1987. Con, purtroppo, una brutta pagina. Giro d’Italia 1986. La 1/a tappa terminava a Sciacca e, a pochi chilometri dal traguardo, un corridore dell’Atala, Emilio Ravasio, batteva a terra violentemente la testa a seguito di una caduta. Ravasio si rialzava e finiva la frazione. Ma, rientrando in albergo, crollava a terra. Veniva operato ma entrava in coma, spirando dodici giorni dopo.

Nel 1989, lo scioglimento della squadra. Un marchio che ancora oggi manca tantissimo in gruppo.

Carta d’identita e palmarès

Nome: Atala
Periodo di attività: 1909-1912: sporadicamente anni ’20 e anni ’30; 1948-1962; 1982-1989
Colori sociali: grigio-azzurro
Grandi Giri: 3 (Giro d’Italia 1909 con Ganna, 1910 con Galetti, 1912 a squadre)
Podi nei Grandi Giri: 5 (oltre alle tre vittorie, Pavesi 2° e Ganna 3° nel Giro d’Italia 1910)
Tappe nei Grandi Giri: 55; 15 nel primo periodo; 21 nel 1948-1962; 19 nel 1982-1989
Classiche Monumento: 2 (Milano-Sanremo 1909 con Ganna, Giro di Lombardia 1961 con Taccone)
Altre grandi classiche internazionali: 0
Grandi classiche italiane: 13 (Giro dell’Appennino, 1957 con Cestari, 1986 e 1987 con Bugno; Giro dell’Emilia, 1909 con Pavesi, 1910 con Ganna, 1951 con Maggini, 1956 e 1957 con Monti, 1982 con Gavazzi, 1984 con Moroni; Milano-Torino 1953 con Maggini; Tre Valli Varesine, 1982 e 1984 con Gavazzi)
Grandi corse a tappe di una settimana: 0

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

MondoPallone Racconta… Jean Vincent, Bleu leggendario

E' stato uno dei fuoriclasse che hanno fatto grande il Reims e la Nazionale francese a cavallo tra gli anni '50 e '60. La...
error: Content is protected !!