I “flop” degli Anni ’10 – Che fine ha fatto… Yann M’Vila?

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Concluso da pochi giorni il decennio 2010-2019, abbiamo voluto analizzare alcuni dei più clamorosi “flop” del calcio italiano ed europeo, analizzando le storie di quei giocatori arrivati con grandi attese e, invece, rivelatesi delle enormi delusioni. Rispondendo così all’inevitabile domanda che ogni tanto ci poniamo a tempo morto o mentre si parla con gli amici: ma che fine ha fatto?

Assieme a Vidic e Vidal, Yann M’Vila fu preso dall’Inter di Mazzarri nell’estate 2014 con un obiettivo: rinforzare dal punto di vista della forza fisica la rosa nerazzurra, che su questo aspetto ancora non sembrava aver convinto l’ex allenatore del Napoli alla sua prima stagione milanese. E il centrocampista francese, mediano forse non dotato di piedi eccezionali, ma roccioso, sembrava poter essere una soluzione interessante, anche considerando la possibilità di assicurarselo in prestito con diritto di riscatto dal Rubin Kazan.

La nomea di M’Vila ha vissuto per tanto tempo sull’onda delle ottime prestazioni di inizio carriera, quando al Rennes sembrava destinato a diventare uno dei più interessanti prospetti del calcio europeo. Con i rossoneri, con cui era anche cresciuto a livello giovanile, ha potuto trascorrere i 5 anni più importanti della sua carriera, mostrando un notevole talento soprattutto nel recuperare il pallone e garantendo enorme stabilità al reparto arretrato. Prestazioni positive che non erano sfuggite né all’allora ct della Nazionale Blanc, che cominciò a convocarlo sistematicamente (per un totale di 22 presenze e 1 gol) né a un suo storico estimatore come Wenger, che per anni ha fatto di tutto pur di portarlo all’Arsenal. E persino il Barcellona non era riuscito a nascondere un proprio interesse per il giocatore, un vero e proprio muro davanti alla difesa.

Un talento che, però, si è lentamente bruciato a causa del carattere non proprio irreprensibile del francese, troppo spesso al centro della cronaca per fatti che poco avevano a che vedere con il calcio: feste in discoteca, alcol, serate terminate troppo tardi per un giocatore professionista. E così, la stella di M’Vila ha smesso presto di brillare. Nel 2013 fu ceduto al Rubin Kazan, ma senza risultati particolarmente interessanti. Poi, la chiamata dell’Inter, l’ultima per sperare in un rilancio. Ma, anche a Milano, non c’è stato niente da fare. Mazzarri provò a dargli fiducia, ma l’arrivo di Mancini in panchina coincise con la fine dell’esperienza del francese in nerazzurro, tanto da tornare già dopo soltanto 6 mesi in Russia con 14 presenze e tante prestazioni disastrose con l’Inter alle spalle.

Soltanto in Premier League, con la maglia del Sunderland, sembrò ritrovarsi il “vecchio” M’Vila, che nella stagione 2015/2016 si mise in mostra come il miglior giocatore dei biancorossi per passaggi riusciti, tackles, occasioni create e chilometri percorsi. Gli inglesi lo avrebbero voluto riscattare subito, anche per strapparlo a una possibile concorrenza di altre “big” inglesi, ma dopo un lungo tira e molla, il giocatore rifiutò, tornando nuovamente in Russia e perdendo forse un’altra grande occasione per riscattarsi.

Che fine ha fatto?

Dal gennaio 2018, M’Vila è tornato a giocare in Ligue 1, con la maglia del Saint-Étienne. Ed è proprio qui che il francese sembra essersi ritrovato: a 29 anni, il centrocampista sta tornando a essere protagonista in mezzo al terreno di gioco con tackle e prestazioni piuttosto solide, diventando uno dei punti di riferimento dei Verts. Oggi è un giocatore decisamente più maturo e spera di poter concludere al meglio la propria carriera, senza cadere più negli errori del passato. Ma se gli si chiede di guardare indietro, non ha dubbi su quale sia stato il suo più grande pentimento: non aver ascoltato il tecnico del Rennes dei tempi Antonetti, che gli aveva suggerito di restare con i piedi per terra e continuare a lavorare seriamente. Un consiglio che, se fosse stato seguito, avrebbe probabilmente regalato a M’Vila tutta un’altra carriera.

 

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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