Cutrone sì, Cutrone no

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Nel momento magico del Milan, imbattuto nel 2019 e reduce da 5 vittorie di fila in campionato, stona il muso lungo di Patrick Cutrone. Il giovane attaccante rossonero sta vivendo un periodo difficile, il più complicato della sua breve carriera, e nelle ultime settimane ha lasciato trasparire il suo malumore. L’arrivo di Higuaín sembrava dover offuscare il classe ’98 che invece ha saputo affrontare questa sfida in modo esemplare, facendosi sempre trovare pronto quando chiamato in causa, tanto da convincere Gattuso a cambiare modulo per potergli affidare una maglia da titolare. L’esperimento delle due punte è però naufragato: il Milan ha fatto pochissimi gol e pochissimi punti, rischiando di sfaldarsi completamente al tramonto del girone d’andata. Poi, lo tsunami che ha travolto il gennaio rossonero: via il pipita, dentro Piątek. E lì tutto è cambiato.

Nelle prime gare del 2019 Cutrone è andato a segno solo contro la Sampdoria in Coppa Italia, partendo dalla panchina: nelle partite in cui è sceso in campo dal primo minuto (con la Juventus in Supercoppa e con Genoa e Napoli in campionato) non è riuscito a trovare la via del gol, nonostante le sue prove siano state sufficienti per sacrificio e dedizione. Il biglietto da visita di Piątek è noto a tutti: dalla prima da titolare contro il Napoli in Coppa Italia è andato a segno con una costanza straordinaria, ripetendo ciò che di buono aveva fatto vedere a Genova. La capacità del polacco di capitalizzare con estrema efficacia le pur non molte occasioni che gli sono capitate ha folgorato l’ambiente rossonero e mister Gattuso, che non ha pensato neanche per un attimo a farlo partire dalla panchina in tutte le partite, sia di campionato che di Coppa Italia.

La differenza tra i due sta nei numeri: Cutrone ha segnato spesso da subentrante ma quando è sceso in campo dal primo minuto raramente ha lasciato il segno. Piątek, tra Milan e Genoa, ha realizzato 27 reti in 30 presenze. Quindi, perché Cutrone dovrebbe pensare di cambiare aria ora che fa da riserva a un bomber implacabile, mentre quando non giocava perché Gattuso gli preferiva Higuaín aveva un atteggiamento positivo ed entusiasta? Il motivo principale, con ogni probabilità, è che Piątek fino a qualche mese fa era uno sconosciuto, mentre il pipita vantava un curriculum di tutto rispetto: arrivava prima la sua fama di lui, anche se talvolta in campo arrivava proprio solo la fama. Cutrone si sentiva ancora una giovane promessa che non poteva permettersi di avanzare pretese al cospetto di campioni così rinomati. Vedere uno come lui, però, che dal nulla è diventato la stella polare della squadra, deve avergli fatto un gran male. Cutrone così tante partite consecutive da titolare non le ha mai fatte, non ha mai goduto di cotanta fiducia. Molto probabilmente il numero 63 si starà logorando nella convinzione che avrebbe potuto esserci lui ora al posto di Piątek ma l’amara verità è che, nonostante i tre anni in meno rispetto al polacco e le tante reti già messe a segno con la maglia rossonera, il pistolero sembra avere almeno una marcia in più. Il giovane italiano è passato così, in soli due mesi, dall’essere titolare in coppia con l’argentino al dimenticatoio.

Un altro elemento che può aver destabilizzato Cutrone è la passione con cui il tifo rossonero ha accolto Piątek: la scintilla è stata immediata, anche grazie alla doppietta rifilata al Napoli alla prima da titolare, l’esultanza ha aggiunto ulteriore fascino al centravanti a cui è stato dedicato anche un coro personalizzato, cosa non da poco in casa Milan negli ultimi anni. Piątek ha fatto innamorare i sostenitori del diavolo grazie alla grinta e alla cattiveria agonistica, proprio le qualità che hanno portato Cutrone a essere uno dei più apprezzati dal pubblico di San Siro. Nonostante il tifo rossonero abbia continuato a sostenere Cutrone con grande veemenza, è palpabile di come Piątek sia ora l’idolo indiscusso. E questo Cutrone, molto probabilmente, lo patisce oltre misura.

Lo scarso impiego, infine, è ciò che avvilisce Cutrone e che rischia di affievolire in modo significativo l’energia che sprigiona ogni qualvolta viene impiegato; Gattuso gli sta concedendo pochissimo spazio, inserendolo solo a risultato acquisito (per intenderci, quando il resto della squadra pensa solo a mantenere il possesso palla per far trascorrere i minuti senza sprecare energie inutilmente, il che per un attaccante è frustrante). Quando il Milan non riesce a trovare la via del gol, come capitato in Coppa Italia contro la Lazio, Gattuso non viene nemmeno sfiorato dal pensiero di sostituire Piątek per inserire Cutrone: cambia gli esterni, butta nella mischia Castillejo e Borini, ma il polacco e il modulo non vengono toccati. Solo in caso di estrema necessità l’allenatore del Milan potrebbe impiegare le due punte ma ultimamente la sua squadra non va mai sotto nel punteggio.

Dopo due stagioni in Serie A, con un minutaggio che sta andando in calando nonostante il suo apporto sia sempre stato buono, Cutrone sta facendo le sue personali valutazioni: a 21 anni essere l’uomo della provvidenza nel Milan non è male soprattutto se la squadra, il prossimo anno, dovesse giocare la Champions League. Tuttavia per un giocatore così adrenalinico e affamato di gol dover stare spesso seduto quando la voglia di spaccare il mondo gli brucia dentro non dev’essere facile. Una cessione a titolo definitivo in estate sarebbe brutale per un ragazzo così attaccato ai colori rossoneri; d’altro canto, anche il pensiero di iniziare a girovagare in prestito per l’Italia come un Paloschi o un Matri qualsiasi (non ce ne vogliano questi due validi attaccanti) non è per nulla allettante. Quindi, Cutrone sì o Cutrone no per il Milan del futuro? Molto dipenderà dalla volontà del ragazzo ma c’è da capire anche quanto la dirigenza creda in lui. Anche nel caso in cui il Milan volesse cambiare modulo, Piątek e Cutrone non sembrano fatti per giocare assieme, in quanto troppo simili. Il ruolo di Patrick sembra poter essere solo quello di riserva di lusso: giocatori come Massaro e Tomasson dimostrano che si può essere decisivi anche se considerati non titolari ma a 21 anni la voglia di essere protagonista è tremendamente alta. Il finale di stagione di Cutrone e di pari passo quello del Milan indirizzeranno le parti in causa sul futuro: i rossoneri dovranno decidere se puntare sulla consacrazione del talento del vivaio o se optare per una notevole, seppur amara, plusvalenza di mercato.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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