Grasshopper: la situazione ora è davvero difficile

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Da diverse stagioni l’andamento del Grasshopper non è ai livelli imposti dal proprio blasone: ma quest’anno le cose sembrano essere ancora più difficili.

Dopo la sconfitta casalinga con lo Xamax, nello scontro diretto tra ultima e penultima, la compagine zurighese è stata infatti sorpassata in classifica dai neocastellani. A questo si aggiunge una differenza reti catastrofica (-20), che potrebbe rivelarsi decisiva in caso di arrivo a pari punti. Lo Xamax è vicino (-17) ma il Lugano, ottavo, vanta un molto più confortante -5. I ticinesi, inoltre, dopo la vittoria di domenica a Lucerna, sono avanti di 6 lunghezze.

La crisi delle Cavallette, che restano la squadra elvetica più titolata (in 132 anni di storia hanno conquistato 27 volte il titolo elvetico, oltre a 19 Coppe nazionali), non sta ovviamente passando sotto silenzio. Proprio ieri, in una durissimo editoriale sul BlickKuby Türkyilmaz, grande ex della squadra di Zurigo e stimato opinionista da anni, ha attaccato pesantemente l’allenatore Thorsten Fink.

“Credo che lui sia un buon comunicatore, parla molto bene. Lo considero anche un buon allenatore” ha chiosato l’ex attaccante del Bologna. Subito dopo, l’affondo: “Fink è bravo quando ti trovi nella parte alta della classifica. Ma non va bene per una squadra che si deve salvare. Il GCZ è una squadra giovane, inesperta, che non è attrezzata per stare nelle parti nobili della graduatoria. Lui si sente in un’altra categoria, non si è calato nella realtà della squadra. Servirebbe un uomo capace di rimboccarsi le maniche e di gettarsi nella mischia come Uli Forte.”

“Sarebbe così negativo retrocedere per il GCZ? Beh, da ex giocatore, da uno che ha ancora nel cuore questo club, dico che sarebbe un grande dispiacere. Tuttavia, credo che la relegazione sarebbe addirittura vantaggiosa. Potresti buttare fuori tutto quello che non va, e ricominciare da zero. Così, il Grasshopper non avrà mai successo nella Super League. C’è bisogno di un cambiamento profondo: e, forse, una retrocessione permetterebbe una rifondazione.”

Nel frattempo, come riferisce sempre il Blick tramite Max Kern, uno dei giornalisti più esperti del panorama calcistico svizzero, da anni ben inserito nell’ambiente biancoblù, Herr Fink prova a cambiare marcia. Oggi, secondo quanto riferito dal quotidiano di Zurigo, i giocatori si sono allenati coi parastinchi.

“Non voglio che si uccidano, ci mancherebbe. Ma anche in allenamento voglio vedere duelli reali.” Così ha dichiarato il tecnico tedesco ai cronisti“Il presidente, domenica, dopo la sconfitta con lo Xamax, parlando con la squadra, ha detto che vuole vedere più grinta.” 

Si parla anche di sostituire il capitano, l’islandese Rúnar Már Sigurjónsson. Fink lo ha fatto trapelare, annunciando anche eventuali nuovi arrivi nello staff.

I tifosi, domenica, hanno contestato duramente i giocatori, salvando solo il giovane portiere Lindner. Fink, domenica, a chi gli chiedeva se aveva timori per la panchina, aveva risposto così: (Blick): “Finora nessuno mi ha detto niente. Non importa chi sarà allenatore qui in estate: di sicuro, potrà contare su una buona squadra. Il club è sano, lo stadio sta arrivando. In quanto a me, sono certo che riuscirò a non fare retrocedere questo gruppo.” Mathias Walther, direttore sportivo, se l’è cavata con un laconico “Stiamo seguendo la situazione da vicino”.

Venti freddi in riva alla Limmat, dunque. La qualità della squadra, al di là delle parole di Fink, è mediocre, anche se si spara che il ritorno di Ravet possa alzare il tasso tecnico di un gruppo che, sinora, è andato a segno solamente in 22 occasioni (l’attacco migliore, quello dell YB, ha festeggiato 62 volte). In compenso, il pallone è finito nel sacco delle Cavallette in 42 occasioni.

Tutto sommato, in media con le rivali dirette (lo Xamax ha subito 45 reti, il Lucerna 41, il Lugano 37). Però, la fase offensiva è gravemente deficitaria: tutte le altre hanno segnato mediamente 10/15 gol in più, a parte le primissime, che sono su un altro livello.

Il calcio, in fondo, è sport semplice: per vincere, devi fare gol in più dell’avversario. Quest’anno, al GCZ, la cosa è riuscita solamente in 5 occasioni su 21 tentativi. Serve un’inversione di rotta, e subito. Anche se le parole di Kuby sono forse un modo di prepararsi all’amara realtà di una retrocessione che, oggi, con questi numeri, sembra inevitabile.

 

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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