Parigi Scelta Giusta? Buffon-Areola, chi nel momento del bisogno?

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Maggio 2018. Una data che difficilmente Gianluigi Buffon, e tutti i sostenitori bianconeri, dimenticheranno facilmente. Un giorno, un mese e un anno che chiudono un’epoca: il momento in cui Gigi dichiara ufficialmente, a mezzo stampa, che la sua vita in bianconero è giunta al capolinea, dopo 17 anni di storia, successi, titoli, pagine amare e risalite. “Sabato sarà la mia ultima partita con la Juventus, credo sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura, conclusa con altre due vittorie per me molto importanti. La mia paura era arrivare alla fine della mia storia con la Juve da ‘sopportato’, da giocatore che ha fuso il motore. Fortunatamente non è così e sono orgoglioso di aver espresso fino a 40 anni prestazioni all’altezza del mio nome e di quello della Juve. È una giornata per me particolare, ricca di emozioni, ma ci arrivo con tanta serenità, felicità e appagamento. Sentimenti figli di un percorso straordinario e bellissimo”.

Queste furono le ultime, sentitissime parole, a poca distanza sì dall’ennesimo titolo tra i confini italiani, ma altresì da una delle più grandi delusioni di Buffon in campo europeo, con una Champions League sfuggita ancora una volta dalle mani della Vecchia Signora (certo erano i quarti di finale, ma quello stesso Real Madrid si è poi laureato campione d’Europa e difficilmente, quella Juve, non avrebbe fatto altrettanto), dopo la cocente eliminazione di Madrid con rigore a tempo scaduto in favore dei Blancos e l’espulsione del capitano bianconero, il quale si era lasciato sopraffare da una rabbia mai così esternata in campo prima, e fuori dopo, anche al fischio finale. La chiusura di un’epoca, che già il numero uno bianconero aveva avuto modo di immaginare e rappresentare nella sua testa, prima di altri.

Le offerte si sa, non sono venute meno, dando la possibilità allo storico portiere della Juventus di guardarsi bene attorno prima di prendere una decisione definitiva: e Gianluigi ha preferito, al ricoprirsi d’oro in campionati ricchi ma di poco blasone, come quello americano o quello cinese, l’essere sì ricompensato con un onerosissimo contratto frutto dei meriti di una lunga e vincente carriera, ma l’esserlo restando in Europa. In Francia, in un ricco e progettualmente motivatissimo Paris Saint-Germain. Non è stato mai reso esplicito, ma la sensazione è che a ponderare la scelta di entrambe le parti ci sia stato il tarlo di una Champions mai arrivata sia per la società francese, sia per Buffon, che nella sua bacheca personale non è mai riuscito a mettere il titolo più prestigioso per una squadra di club; ma “Gigi un vincente lo è, e magari con un po’ di fortuna…”, sarà stato il pensiero dei più, in terra francese.

Allora, “Les jeux sont faits?” Macché! L’arrivo in pompa magna di Buffon in Francia è stato infatti ridimensionato, e non poco, dalla gestione che sin dall’inizio, il neo tecnico dei francesi Tuchel (ex Borussia Dortmund ndr), ha deciso di impostare. Una sorta di dualismo tra lo stesso Buffon e Areola, in cui però la crescita del portierino francese sembra sia sta stata posta come obbiettivo principale, da raggiungere grazie alla protezione chioccia di SuperGigi: da un lato dunque l’acquisto dell’esperto e affidabile Buffon; dall’altro però, una crescita da curare di un altrettanto promettente portiere, il classe ’93 Areola, tra l’altro prodotto diretto dello stesso settore giovanile del club francese. Non sappiamo quanto di tutto ciò sia stato frutto di esplicita richiesta della società dell’emiro Nasser Al-Khelaïfi, o precisa e personale volontà del tecnico tedesco. Ciò che dietro la vicenda è alquanto certo è che quest’ultimo ha più volte ribadito che “ad Areola ho detto che è il portiere titolare”, corretto poi nelle ultime uscite a mezzo stampa con un più diplomatico “bisogna essere bravi a trovare la miglior soluzione per entrambi. Ad Areola ho detto che sarebbe stato il titolare prima dell’arrivo di Gigi”.

Davvero però la proprietà francese ha deciso di investire così tanto, a livello di ingaggio, per una sorta di guardaspalle di lusso? Quanto di tutto ciò era già chiaro a Buffon, che alla soglia dei quaranta e passa anni suonati, di tutto ha bisogno tranne che di ridurre drasticamente un minutaggio fin qui elevatissimo (non stiamo parlando di una carriera ormai finita, come lo stesso Buffon ha più volte ribadito)? Ad ogni modo l’italiano mai fino a ora ha rilasciato dichiarazioni o tenuto comportamenti che possano, in qualche modo, denunciare una sua qualsiasi forma di malcontento; anche e soprattutto perché a oggi, le partite giocate sono state davvero molte, con un alternarsi “tucheliano” attuato davvero alla lettera.

Vero è che in Champions League (complice la squalifica dell’italiano in questa prima parte, per i fatti di Madrid), la scelta di Areola è stata obbligatoria. In campionato invece l’alternarsi è stato davvero sistematico: nelle nove partite giocate (tutte vinte) di Ligue 1, 5 volte è stato Buffon a difendere i pali parigini, in quattro occasioni invece è stato Areola. Inoltre, nell’unica occasione da dentro o fuori, e cioè la gara per il titolo di supercoppa francese, la scelta di Tuchel è ricaduta proprio su Gianluigi, che si è reso così protagonista dell’ottenimento del primo titolo stagionale. Ora, tenuta a mente questa decisione, e considerato che la gestione in campionato potrà così essere proseguita anche in virtù di una competizione che, fondamentalmente, sembra già finita prima di cominciare visto lo strapotere dei parigini, il quesito che ci poniamo è? Davvero la scelta continuerà a ricadere, in Champions League – l’obiettivo vero e principale – solo ed esclusivamente su Areola al momento del rientro di Buffon?

Fin’ora si può, e si potrà, continuare a parlare solo ed esclusivamente per ipotesi, aspettando che il piano di Tuchel venga ad essere presentato senza ombre, quando tutti gli elementi saranno concretamente in gioco. Ciò che è sicuro, è che il portiere italiano continua a mantenere i suoi altissimi standard a livello di prestazioni personali, lasciando quindi che le scelte sul farlo scendere in campo o meno siano squisitamente frutto di ponderazione soggettiva. Ma dilettiamoci solo per un momento a pensare alla divertente idea di un PSG in finale di Champions League. Davvero ci sarà forza e volontà di un tecnico così giovane, a prescindere da quella che sarà la gestione nel corso del cammino europeo, di negare eventualmente un’ultima possibilità a Gigi? La questione è da monitorare passo dopo passo; vedremo se Tuchel resterà sui suoi passi, se sarà la società a intervenire, o se sarà lo stesso Buffon a “dire la sua”. Questo PSG sembra davvero forte, le ipotesi potrebbero presto trasformarsi in dati concreti. Stai in campana mister Tuchel!

Damiano D'Agostini
Damiano D'Agostini
Classe 1992, studia giurisprudenza ed è istruttore di scuola calcio. Tifoso del Milan, legato al Borussia Dortmund e al Cagliari. Appassionato di MotoGP, ama il tennis femminile e la musica di Lindsey Stirling.

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