Il successo di Schumacher Jr. e la necessità di non essere Michael

-

Fino a qualche mese fa, gli appassionati di serie motoristiche minori non potevano essere entusiasti della guida e dei risultati di Mick Schumacher nella sua prima stagione in GP3. Il cognome sulle spalle è il più pesante che si possa avere nel mondo del Motorsport e, sentendo la mancanza di Michael, in molti siamo portati a osservare il figlio per ritrovare le gioie del campione assoluto. Purtroppo, però, nelle 30 gare disputate nel 2017 il diciannovenne non ha mai ottenuto una vittoria e si è piazzato solo in dodicesima posizione nella classifica finale. Sicuramente, questi non erano i numeri che i tifosi del padre attendevano dal figlio.

Per la stagione 2018, Mick ha deciso di continuare in GP3, ancora con la scuderia Prema, per cercare un riscatto che gli veniva pressantemente richiesto dagli osservatori. Però, anche la prima parte della seconda annata si rivela essere difficoltosa e non all’altezza delle aspettative. Così, nelle 10 gare iniziali, Schumacher conquista solamente due terzi posti, continuando ad annaspare nel ricordo del padre.

A fine luglio della stessa stagione, però, Mick riesce finalmente a evocare nella mente dei tifosi il mito di Michael. Infatti, in Belgio, il figlio conquista per la prima volta il gradino più alto del podio in GP3, sotto una pioggia belga che ricordò la prima vittoria in Formula 1 del padre, nel 1992, sempre sul tracciato bagnato di SPA-Francorchamps.

La stagione e, forse, la carriera di Schumacher Jr. prendono da quel giorno un incredibile piega. Infatti, da lì in poi Mick otterrà altre sette vittorie, di cui cinque consecutive fra Ungheria e Austria. Oggi, giunti a questo punto del campionato di GP3, grazie alla sorprendente svolta estiva, il tedesco si ritrova, a un fine settimana dal traguardo, in testa al campionato con un enorme distacco da Dan Ticktum, inesorabilmente sorpassato nelle ultime uscite.

A cosa è dovuta questa sorprendente esplosione di Mick? Difficile dirlo. Il grande sconfitto Ticktum ha provato addirittura ad accusare la Prema di irregolarità, insinuando un aiuto al suo avversario dovuto al celebre cognome. Da parte sua, il team principal della scuderia italiana Renè Rosin ha sottolineato come il grande cambiamento sia avvenuto nella testa di Schumacher. Infatti, secondo Rosin, con la prima vittoria in GP3 Mick ha rotto il ghiaccio ed è riuscito a concentrarsi su se stesso, più che sulle ingenti pressioni esterne. Il giovane tedesco, dunque, avrebbe iniziato ad acquisire una genuina consapevolezza nei propri mezzi, come sovente accade ai suoi colleghi coetanei.

Ovviamente, le voci attorno al futuro di Schumacher non sono tardate ad arrivare. Infatti, Mick, già prima del recente exploit, era stato più volte accostato agli ambienti e al vivaio Mercedes, con cui più volte ha avuto vicinanza. In occasione del Gran Premio di Singapore, però, anche Maurizio Arrivabene ha voluto occupare un posto in prima fila nella corsa. Il team principal della Ferrari, infatti, ha evidenziato come per un ragazzo che di cognome si chiama Schumacher le porte di Maranello saranno sempre aperte.

Nel frattempo, Mick e la sua famiglia hanno preferito non entrare a far parte di alcun programma per giovani piloti, a favore dei vantaggi che il cognome Schumacher può permettere: gestire autonomamente la propria carriera. Con un futuro che pare destinato a procedere verso la Formula 2 nel 2019, a breve gli occhi (e i portafogli) della Formula 1 inizieranno a intensificare i contatti con Mick, in attesa che i Schumacher prendano una decisione.

Nel mentre, però, da amanti del Motorsport dobbiamo sperare che gli sia concessa la possibilità di continuare a guidare con la mente più libera e con una vera consapevolezza nei propri mezzi, tenendo a distanza di sicurezza gli impraticabili confronti con il grande Kaiser. Insomma, quello che ci dobbiamo augurare è che Schumacher Jr. possa calcare la propria strada, senza trovarsi costretto sui binari obbligati e costrittivi del ricordo del padre. Solo così, possiamo continuare a sognare in un altro Schumacher in Formula 1.

Andrea Zanolli
Andrea Zanolli
Provinciale di nascita, ma cittadino del mondo. Innamorato dello sport, ma soprattutto del calcio e della Formula 1. Impazzisce per le montagne da scalare, i palloni da calciare e i fogli e le penne per scrivere.

Già 31 anni dall’incidente di Babsk. Scirea: un campione vittima del...

“Dice che era un bell'uomo e veniva, veniva dal mare. Parlava un'altra lingua. Però sapeva amare”. Lucio Dalla cantò così il suo primo e...
error: Content is protected !!