Ad Anfield potrebbe essere l’anno buono

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Dopo un lungo periodo di anonimato – fatta eccezione per il biennio 2013-14 – a Liverpool sembra essersi riacceso qualcosa. Il quarto posto in Premier della scorsa stagione è sicuramente passato in secondo piano, se consideriamo la finale di Champions raggiunta a maggio – il fatto che a trionfare sia stato il Real Madrid non deve sminuire una campagna europea di ottimo livello per i Reds. E la partenza di questa nuova stagione sembra promettere in quel di Anfield.

Prima dei buoni risultati ottenuti nella scorsa annata, parte della tifoseria aveva iniziato a mettere in discussione Jurgen Klopp, arrivato sulla panchina del Liverpool nel 2015 dopo 7 anni al Borussia Dortmund. Tante statistiche, tante chiacchiere, specialmente riguardo al confronto tra i risultati ottenuti dal tecnico tedesco e quelli del precedente manager, Brendan Rodgers (ora al Celtic): dopo 108 partite, Rodgers aveva una percentuale di vittorie più alta rispetto a Klopp (54,6% contro il 50% del tedesco) e un numero maggiore di gol segnati (225 contro 196). Tutti i dubbi, però, sono svaniti al proseguire della stagione: un mercato finalmente di buon livello (basti fare il nome di Mo Salah) e un buon inizio avevano riportato un pizzico di entusiasmo nei tifosi. E forse è proprio questo entusiasmo che ha spinto il Liverpool a offrire una delle migliori stagioni degli ultimi anni.

Sono tanti i fattori che hanno aiutato la ripresa dei Reds, e uno di questi, come già accennato, è sicuramente il mercato. Dopo varie annate di acquisti discutibili (Markovic, Balotelli, Moreno e Manquillo sono solo alcuni degli esempi che si possono fare), i dirigenti hanno deciso di regalare a Klopp dei giocatori di primo livello: Salah è stato l’innesto fondamentale, il tassello che mancava nell’attacco del Liverpool, mentre Oxlade-Chamberlain è stato una scommessa (più per il prezzo che per le qualità del giocatore) vinta, nonostante l’infortunio che gli ha fatto saltare i Mondiali e che lo sta tenendo ai box anche oggi. A questi due innesti, i Reds hanno affiancato due acquisti economici ma fondamentali in chiave futura: se Dominic Solanke – punta acquistata dal Chelsea e già in Under 21 inglese – ancora non ha avuto la possibilità di affermarsi tra i titolari, vista la presenza di Firmino e di Sturridge, lo stesso non si può dire di Andy Robertson, terzino acquistato dall’Hull per 8 milioni e diventato in poco tempo uno dei migliori esterni sinistri del campionato, nonchè uno dei beniamini della Kop.

Ma il Liverpool non si è fermato qui, e a gennaio è andato a chiudere il buco presente in difesa, mettendo fine alla telenovela riguardante Virgil van Dijk, acquistato dal Southampton per 75 milioni di euro. Nel frattempo i Reds hanno venduto Coutinho al Barcellona per 142 milioni, una cifra mostruosa che ha finanziato il mercato dell’ultima sessione di mercato. La nuova filosofia dei Reds, ovvero quella di andare a puntellare i punti “deboli” della rosa, è stata applicata anche quest’estate: gli acquisti di Naby Keita (già sancito in precedenza) e di Fabinho hanno dato al centrocampo della rosa di Klopp due nuovi punti di riferimento, mentre l’arrivo di Alisson va a chiudere una volta per tutte il problema in porta, dopo diverse stagioni travagliate con Mignolet e Karius a passarsi il testimone tra i pali. Infine, un po a sorpresa, è arrivato anche Xherdan Shaqiri dallo Stoke, retrocesso in Championship – lo svizzero parte almeno inizialmente dalla panchina, vista la presenza di Mané, ma rimane un’alternativa e un jolly importante.

Tutto questo si è tradotto in quello che probabilmente è uno dei migliori avvii di stagione di sempre per i Reds: oltre alla vittoria in Champions contro il PSG, il Liverpool è l’unica squadra ancora imbattuta e a punteggio pieno in Premier – 6 vittorie su 6, gioco spumeggiante, 14 gol fatti e solamente 2 subiti. City e Chelsea rimangono molto vicini, in quella che almeno inizialmente sembra poter diventare una corsa a 3. Ad Anfield, comunque, si inizia a pensare che questo potrebbe essere l’anno buono per tornare a vincere un trofeo che a Liverpool manca da quasi 7 anni.

 

Massimiliano Ribolli
Massimiliano Ribolli
Vicentino, classe '96, calcisticamente legato al Vicenza e al Southampton, appassionato di (quasi) tutto ciò che è sport, di tecnologia e del buon cibo. Aspira a fare della propria passione un lavoro.

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