Pallone d’Oro, Griezmann alza la voce

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La scelta dei tre finalisti per il premio Fifa World Player (Cristiano Ronaldo, Modrić e Salah) ha sollevato le prime polemiche e Antoine Griezmann, sentitosi beffato dall’esclusione dal podio, ha deciso di esprimere il suo pensiero, anche e soprattutto in ottica Pallone d’Oro. “Devo essere per forza fra i primi tre candidati al Pallone d’Oro, se così non fosse mi chiederei cosa posso fare di più. Confrontando il 2016 e quest’anno, per me dovrei essere tra i primi tre. Nel 2016 ho perso due finali ed ero tra i primi tre, questa volta ho vinto tre finali. Penso di essere sempre più vicino a questo premio. È una ricompensa prestigiosa e, per un giocatore, è il massimo. Non c’è di meglio. Certo, ci sono trofei per il campionato, per i Mondiali e l’Europa League… ma niente è paragonabile. L’esclusione non sarebbe ingiusta, mi porterebbe a domandarmi perché e fare di meglio. Ho vinto tre trofei, ci sono sempre stato nei momenti decisivi. Ma non sono io che voto. Paragonando quest’anno con il 2016 (anno che l’ha visto tra i finalisti del Pallone d’Oro), è obbligatorio che sia tra i tre finalisti. Nel 2016 ho perso due finali“: queste la parole dell’attaccante francese, rilasciate all’Équipe.

Il Fifa World Player è un premio prestigioso ma il Pallone d’Oro, per storia, fascino e fama, lo è probabilmente di più. Le petite diable ha così deciso di mettere la pulce all’orecchio alla giuria di France Football, esibendo la sua bacheca personale di questo 2018. Griezmann ha vinto tanto negli ultimi mesi: l’Europa League e la Supercoppa Europea con l’Atlético Madrid e nel mezzo i Mondiali con la Francia. Stiamo parlando di uno dei migliori attaccanti in circolazione, ma pensiamoci bene: Grizou, nella scorsa stagione, ha dato davvero l’impressione con continuità di essere il giocatore che fa la differenza? Stiamo parlando di un atleta che in campo quest’anno è stato devastante e decisivo come, per esempio, Cristiano Ronaldo e Salah? Ognuno avrà maturato la propria opinione, ma in generale la punta dei colchoneros pare ancora un gradino sotto rispetto a chi, nelle graduatorie, sembra stargli davanti.

Il calcio vive di episodi e ne sarebbero bastati pochi, nei momenti giusti, per cambiare totalmente questa impressione: è vero, Griezmann ha realizzato una doppietta in finale di Europa League, ma a conti fatti quella era la finale meno blasonata, contro una squadra modesta come il Marsiglia; nella vetrina più importante, ai Mondiali, il suo rendimento è stato buono ma non eccezionale. Certo, ha segnato anche in finale ma su calcio di rigore, il che toglie un po’ di pathos sulla realizzazione. In generale, in Russia il vero asso della Francia è stato Mbappé: maggiormente decisivo, capace di spaccare da solo le difese avversarie e con lampi di classe assoluta. Un’altra occasione sprecata da Griezmann è stata la finale di Supercoppa: la partita era di un’importanza vitale, contro i rivali di sempre, quel Real Madrid che per due volte negli ultimi anni ha soffiato la Champions League ai cugini ben oltre il 90′ di gioco. Una vittoria storica, emozionante, orgogliosa, ma nella quale Griezmann ha recitato un ruolo da comparsa: partita anonima terminata dopo 57′ causa meritata sostituzione. Anche Cristiano Ronaldo, per fare un paragone, non ha segnato nella partita più importante, in finale di Champions League, ma la sue griffe in rovesciata contro la Juventus e la tripletta alla Spagna sono i biglietti da visita perfetti per suggellare una stagione ad alto rendimento.

Dunque, ci troviamo di fronte alla solita domanda: il Pallone d’Oro va assegnato al calciatore più forte in assoluto o a quello che ha vinto più titoli di squadra? Personalmente, sto nel primo schieramento: è un premio individuale e in quanto tale deve essere dato a chi dimostra di essere il migliore, quello che può sempre fare la differenza, quello che viaggia due spanne sopra gli altri. Quest’anno avrebbe potuto esserlo Salah, ma la sfortuna lo ha bloccato. Avrebbe potuto esserlo Modrić, ma avrebbe dovuto dominare la scena in finale a Mosca (se Iniesta non l’ha soffiato a Messi nel 2010 nonostante la rete decisiva in finale dei Mondiali, difficile che lui riesca a spodestare Ronaldo quest’anno). La Francia come l’Atlético Madrid sono due ottime squadre, composte da grandi giocatori, e le loro soddisfazioni se le sono prese: i veri fenomeni erano però altrove e poco importa se hanno vinto “solo” una Champions League (come Modrić e Ronaldo) o se hanno raggiunto “solo” tale finale a suon di gol pazzeschi (Salah). Quest’anno, dopo 11 anni, molto probabilmente nel podio del Pallone d’Oro non ci sarà un certo Leo Messi: crediamo che anche Griezmann possa farsene una ragione.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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