Caro Eusebio, cosa vogliamo farne di questa Roma?

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In casa Roma è stato un avvio di stagione più complicato del previsto: oltre ai risultati positivi che ci si aspettava ma che non sono arrivati nelle prime tre giornate di campionato (col Torino si è vinto in pieno recupero, contro un’Atalanta imbottita di riserve si è regalato il primo tempo riuscendo a pareggiare nel secondo 3-3 mentre col Milan non si è riusciti a trovare quella continuità di gioco che al 94′ ha costretto i giallorossi a soccombere a causa della decisiva rete di Cutrone), Di Francesco non è ancora riuscito a trovare un equilibrio dal punto di vista tecnico-tattico alla sua squadra.

Nelle prime amichevoli si è giocato col 4-3-3, col passare delle settimane il tecnico giallorosso ha provato con insistenza anche il 4-2-3-1 virando, venerdì scorso, in occasione della trasferta a San Siro, su un 3-4-3/3-4-1-2 che non ha sortito gli effetti sperati: certo, il mercato lo ha privato di gente di valore come Alisson, Nainggolan e Strootman, ma c’è da dire anche che Monchi non ha esitato ad accontentare il suo allenatore, portando nella Capitale uno dei migliori giocatori dello scorso campionato, Cristante, e gente del calibro di Pastore.

La sosta arriva al momento giusto, servirà per ricaricare le batterie e soprattutto per pensare e ripensare a come raggiungere la quadra a livello tattico, partendo da quelle poche certezze che il campo ha concesso ai capitolini.

L’ideale sarebbe ripartire dalla difesa a quattro, in quanto lo schieramento a tre configurato contro il Milan venerdì scorso ha evidenziato diversi problemi nell’occupare le posizioni difensive e nel leggere e nell’interpretare le trame di gioco avversario: sono stati limitati molto bene i continui cambi di gioco sull’asse formata da Suso e Çalhanoğlu, ma si è sofferto molto centralmente, non riuscendo a limitare gli inserimenti dei centrocampisti rossoneri, come accaduto in occasione della rete di Kessié (considerando anche che diverse volte Bonaventura è stato pericolosamente pescato nell’area di rigore romanista, eludendo le marcature e non riuscendo, fortunatamente per loro, a creare pericoli rilevanti).

A centrocampo le mezzali hanno floppato, Pellegrini e Cristante possono senz’altro fare di più, mentre Pastore si è dimostrato più decisivo se posizionato altrove: almeno inizialmente, per quanto Di Francesco sia definito integralista, potrebbero essere loro i sacrificati, considerando che la coppia formata da Nzonzi e De Rossi appare molto affiatata e in un centrocampo a due garantirebbe tanta fisicità e quantità in mezzo al campo, senza dimenticare la visione di gioco e la qualità nei piedi del capitano romanista.

Tornando a Pastore, da mezzala lo abbiamo visto svariare su tutto il fronte offensivo, dunque perché non proporlo da trequartista, suo ruolo naturale? In questa posizione, agevolato da minori compiti di copertura, avrebbe maggiori licenze offensive e più libertà nell’assistere il centravanti e gli esterni offensivi, che gioverebbero di una migliore qualità in fase di possesso palla.

Altre certezze di questa Roma sono Džeko e gli esterni offensivi: il bosniaco da centravanti unico (nella gara col Milan ha dimostrato di soffrire la contemporanea presenza di Schick, per lo meno se entrambi titolari e costretti a giocare molto vicini) rende meglio, in più con gente come Ünder e Kluivert (che avrà tempo di crescere sotto la preziosa di guida di Perotti e di El Shaarawy), che se schierati a piede invertito hanno dimostrato di sapersi inventar giocate, assist e gol, il gioco della squadra giallorossa potrebbe svoltare e superare queste difficoltà di inizio stagione che ne stanno limitando il rendimento.

Tirando le somme, Di Francesco potrebbe ripartire dal 4-2-3-1, in attesa di riassestare per bene il 4-3-3 in un futuro prossimo: non sarebbe male vedere una formazione con Olsen tra i pali, terzini Florenzi e Kolarov e centrali Fazio e Manolas, a centrocampo De Rossi e Nzonzi, sulla trequarti Pastore, con ai lati Ünder e Kluivert e con Džeko centravanti unico.

I segnali dal campo ci sono parsi questi, la Roma può effettivamente ripartire da qui?

Ad Eusebio Di Francesco il compito di dimostrarcelo, il come lo sa e lo saprà solo lui…

Ciro Brancone
Ciro Brancone
Apprezza ogni tipo di sport, anche se il suo vero amore è il calcio, di cui è appassionato. Tifa Milan ed è un fantacalcista convinto, cercando sempre di trovare il bicchiere mezzo pieno.

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