Brugge campione, il Belgio si colora di nero-blu

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La Jupiler Pro League 2017-18 è “Blauw en Zwart“. Nero-blu come i colori del Club Brugge, squadra che è riuscita a tenere la testa della classifica per 9 mesi, rispondendo con personalità ai tentativi delle avversarie di scalzarla dal gradino più alto del podio e conquistando il titolo numero 15 della sua storia.

Eppure gli uomini di Ivan Leko non se la sono passata benissimo nei play-off, dopo una regoular season chiusa con 12 punti di vantaggio sull’Anderlecht. La regola del dimezzamento dei punti (e quindi dei distacchi) per la disputa dei playoff championship e il contemporaneo e inevitabile calo di forma, dopo mesi sulla cresta dell’onda, hanno rimesso tutto in discussione. Anderlecht e un sorprendente Standard Liegi sono arrivate a due punti dal Brugge, ma non hanno avuto la forza fisica e mentale di dare continuità ai propri risultati, mancando così l’aggancio e il sorpasso.

Vince comunque la squadra più forte, quella con i numeri migliori. Miglior attacco nelle 30 partite di campionato (+19 sull’Anderlecht), solo 3 sconfitte e l’imbattibilità casalinga (poi caduta solo nei playoff, nel “de topper” contro l’Anderlecht, partita che ha rischiato di riaprire in modo clamoroso la lotta al titolo). A fare la differenza un maestoso Ruud Vormer, capitano olandese che quest’anno compie 30 anni, capace di mettere a segno 13 gol e servire la bellezza di 18 assist, numeri di altissimo livello se pensiamo svolga il ruolo di mezzala destra in un centrocampo a 5. E, a proposito di moduli, Ivan Leko non ha mai abbandonato il suo credo, un 3-5-2 con le ali alternate: di solito Anthony Limbombe schierato sulla sinistra più avanzato e Dion Cools più arretrato sul versante opposto. In difesa un sontuoso Brandon Mechele, ambidestro e capace di giocare in ogni posizione della difesa a 3. In avanti l’esperienza di Jelle Vossen (nella foto), meno prolifico quest’anno (appena 7 reti) ma autore dei gol decisivi alla conquista del titolo, e Abdoulay Diaby, capocannoniere della squadra con 15 centri. E infine, come da tradizione del campionato belga, tanti giovani di bellissime prospettive come Wesley (11 gol) classe 96, Dennis (7 gol) classe 97 e Diatta, senegalese arrivato a gennaio dal Sarpsborg, classe 99, giocatore di cui sentiremo parlare in futuro.

Menzione speciale va ad Hans Vanaken (12 gol e altrettanti assist), trequartista capace di mettere in grossa difficoltà gli avversari agendo tra le linee in fase di possesso e di tornare a dare una mano importante in fase di interdizione.

Questi i campioni. Ma non possiamo non raccontare la splendida rimonta dello Standard Liegi, 12esimo in classifica tra fine novembre e dicembre. Poi un girone di ritorno sugli scudi per “Le Rouches”, capaci di rientrare come ultima pedina dei playoff con 16 punti guadagnati nelle ultime 7 gare di campionato. A marzo la vittoria in Coppa e la ciliegina sulla torta nel “quasi” percorso netto del post season: da meno -23 dal Brugge, grazie al dimezzamento dei punti e a una sola sconfitta in 8 partite, gli uomini di Sa Pinto sono riusciti a portarsi a -4 dai futuri campioni, con la possibilità di giocarsi tutto, in casa, nello scontro diretto. Quella sì che sarebbe stata una splendida favola da raccontare, nel caso lo Standard avesse completato una rimonta al limite del possibile.

L’Anderlecht, per il 20esimo anno consecutivo, si piazza sul podio. Ma questa è solo una magra soddisfazione per i biancomalva, che erano partiti da campioni in carica e con i favori del pronostico. Citazione di merito per lo Charleroi, capace di mantenere il secondo posto in classifica per diversi mesi, ma disciolto come neve al sole negli ultimi 3 mesi. Gent e Genk si giocheranno un posto in Europa League, attraverso spareggi e preliminari, mentre saluta la massima serie il Mechelen, retrocesso a sorpresa in Tweede Klasse.

Vito Coppola
Vito Coppola
Telecronista e opinionista radio/TV, già a SportItalia e addetto stampa di diverse società. Non si vive di solo calcio: ciò che fa cultura è la fame di sapere, a saziarla il dinamismo del corpo e del verbo.

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