Young Boys campione: un panzer inarrestabile

-

Il giorno dopo le feste in casa Young Boys, andate avanti sino a notte ma senza alcun incidente (fonte Stadt Polizei Berna), si può fare un primo bilancio della squadra campione, anche se le cifre non sono definitive: ne esce la scheda di un panzer inarrestabile.

L’artefice della vittoria è senza dubbio “Adi” Hütter. Sono in molti ad avere negli occhi il Salisburgo semifinalista in Europa League, giustiziere della Lazio che, in Serie A, viaggia verso la qualificazione in Champions League. Quella squadra deriva dritta dritta da quella che, nella stagione 2014/15, fece la doppietta Coppa-campionato proprio con l’attuale tecnico (originario di Hohemens, nella regione austriaca del Voralberg, dove è nato nel 1970) dei bernesi alla guida.

Ma, prima di queste vittorie, era riuscito a portare il Grödig (non certo una squadra di punta in Austria, ora in III° Categoria) alla promozione in Bundesliga e, addirittura, nella stagione 2013/14, a qualificarsi per l’Europa League.

In Svizzera, il tecnico austriaco non ha avuto vita facile. Prima del trionfo di questo fine settimana, la squadra giallonera aveva vinto due campionati in 58 anni (1960 e 1986), pur essendo un club di grandi tradizioni (prima squadra della capitale federale, 12 vittorie in campionato con quest’ultima, e 6 in Coppa svizzera).

A fine anni ’90, gli Orsi hanno addirittura conosciuto la serie cadetta, destino che accomuna praticamente tutte le squadre elvetiche, anche d’élite. C’era, insomma, una grande fame di successi: però, sui desideri della dirigenza e di una città, incombeva la presenza ingombrante del Basilea, dominatore delle ultime edizioni della Super League.

Le prime due stagioni, per l’ex tecnico del Salisburgo, non sono andate come sperato dai tifosi: due secondi posti in campionato, ma mai veramente in lotta per la vittoria. Due eliminazioni dalla Coppa svizzera (clamorosa quello dello scorso anno, ai rigori e in casa, contro il Winterthur, nei quarti di finale, dopo essere stato in vantaggio 2-0) e, soprattutto, il mancato accesso, per due anni consecutivi, alla fase a gironi della Champions League, grande obbiettivo della società elvetica, per ovvie questioni economiche.

Insomma, lo scorso anno, alla fine del torneo, qualcuno aveva sussurrato, per la panchina della squadra della capitale federale, il nome di Paolo Tramezzani, artefice della clamorosa rimonta del Lugano dall’ottavo al terzo posto in classifica, come possibile “uomo della Provvidenza” per la panchina dei bernesi.

Invece, la dirigenza ha voluto confermare la propria fiducia all’austriaco, ed è stata ripagata con una vittoria in campionato per distacco, e con una finale di Coppa da giocare, in casa, a fine maggio, che potrebbe coronare una stagione da sogno.

Però, ovviamente, in campo ci sono andati i giocatori. E, quest’anno, hanno reso tutti secondo le aspettative. La difesa ha avuto qualche amnesia (una, nei preliminari di Champions, è costata l’eliminazione, a un passo dalla fase a gironi), subendo (sinora) 7 gol in più dei rivali renani.

Ma è stato l’attacco il pezzo forte della squadra di Hütter: 77 gol segnati sinora in 32 partite, 17 in più del Basilea secondo attacco del torneo, e 30 più del Thun, terzo in questa classifica, e primo delle squadre “normali”. 

Gli avanti gialloneri hanno veramente fatto sfracelli: Hoarau (capocannoniere provvisorio del torneo, e con sole 22 presenze) 14 centri, Assalé e Nsame 12 ciascuno, Sulejmani 11. L’ex Thun Fassnacht, centrocampista offensivo, è andato a bersaglio in 9 occasioni. Insomma, una macchina da guerra, un battaglione di carri armati che ha schiacciato tutti gli ostacoli che si è trovato di fronte.

I migliori secondo MondoSportivo? A parte Hoarau, che ha segnato reti anche di pregevole fattura, e con una puntualità impressionante, sono stati il serbo Sulejmani, autore di finalmente di una stagione alla sua altezza, e l’esterno difensivo Kevin Mbabu, chiuso nel suo ruolo in nazionale da Lichtsteiner e Lang, ma che resta una possibile opzione quando il giocatore della Juventus farà un passo indietro.

Tuttavia, la vera chiave del dominio giallonero è stata la potenza fisica straripante, in tutte le zone del campo. Gli Orsi corrono a volte meno degli avversari; ma, nei contrasti, sono quasi insuperabili. Per batterli, devi correre, correre più di loro per tutta la partita: se non lo fai, e arrivano con te sul pallone, lo prendono loro, sradicandotelo dai piedi.

I portieri hanno fatto bene: partito per la Bundesliga, al termine della passata stagione, il giovane e promettente Mvogo, uscito von Ballmoos per infortunio, Wölfli si è fatto trovare pronto. E la stupenda parata, sul calcio di rigore di Gvilia, sabato sera, è stata la vera e propria apoteosi per un giocatore che, arrivato a 35 anni, passati quasi tutti in maglia giallonera, pur non essendo bernese di nascita (è originario del Cantone confinante di Solothurn) vede finalmente avverarsi il proprio sogno di vincere qualcosa con questa squadra.

Ora, l’attenzione di tutti è concentrata sul 27 maggio, finale di Coppa svizzera, allo Stade de Suisse, con una possibile doppietta. Di fronte, l’avversario peggiore, secondo noi: vale a dire lo Zurigo di Canepa, squadra tignosissima, che segna poco, ma che è forse l’unica (con il Basilea) a poter reggere l’urto fisico dei Panzer gialloneri, quella che è stata la vera forza dei bernesi quest’anno. Una squadra che, davanti, ha tre elementi (Frei, ma soprattutto Dwanema e Mascherano) in grado di fare del male a chiunque. Sarà battaglia, insomma: ma gli Orsi, qua, hanno ancora fame.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

Gianni Mura, l’elogio della modestia in una persona fuori dall’ordinario

La notizia della morte di Gianni Mura, una delle grandi firme del giornalismo sportivo, ci ha colto di sorpresa, in questi giorni difficili. Al...
error: Content is protected !!