Equilibrio e duttilità nella regia del Manchester United: Matić torna alla corte di Mourinho

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Nemanja Matić e José Mourinho, di nuovo assieme, ma con i colori del Manchester United. Quella che era una reunion da tempo nell’aria, quasi rimasta promessa, ora può finalmente dirsi realizzata. Perché in Inghilterra era noto a qualsiasi esperto del settore che l’acquisto del serbo fosse uno dei desideri proibiti dell’ex tecnico di Inter e Real Madrid, che sin dal suo arrivo a Old Trafford la scorsa estate non aveva mai nascosto il sogno di portare nuovamente alla propria corte uno dei suoi uomini più fedeli ai tempi Chelsea. Bisognava soltanto attendere le condizioni migliori e lasciare che il muro eretto dai Blues la scorsa estate, quando avevano dichiarato il giocatore incedibile, si sgretolasse con il tempo.

L’occasione, alla fine, è arrivata, soprattutto quando Conte ha deciso di puntare tutte le sue carte sull’ex Monaco Bakayoko, più giovane e ritenuto più adatto per accompagnare Kanté in mezzo al campo nel suo 3-4-3 in fase di recupero del pallone. Per il serbo si stava preparando così una stagione in panchina, da alternativa per far riposare uno dei propri compagni titolari: una “retrocessione” intollerabile per quello che è stato uno dei protagonisti nelle squadre che hanno vinto il titolo nel 2015 e in questa stagione. Sull’ex Benfica avevano cominciato così a muoversi la Juventus e, soprattutto, il Manchester United: due squadre accomunate dalla necessità di trovare un elemento di livello internazionale da mettere in cabina di regia e garantire continuità e aggressività al centrocampo.

Il duello, se mai davvero vi è stata vera competizione, l’ha vinto Mourinho, che ora potrà finalmente schierare sulla mediana un uomo d’esperienza, ma con doti non così comuni nel calcio attuale: in Matić, instancabile lavoratore e spesso fondamentale uomo ombra della squadra, si riassumono la cattiveria e l’energia di un mediano e la tecnica e la precisione nel far girar palla di un buon regista. Insomma, l’uomo che potrebbe potenzialmente garantire quell’equilibrio assente nel centrocampo della scorsa stagione e che ora permetterà ai compagni di reparto come Pogba, Herrera e Fellaini di “sganciarsi” da un ruolo più difensivo per esaltare le proprie qualità in fase di proposizione. Di particolare interesse sarà vedere come funzionerà il tandem tra il serbo e il francese ex Juventus, che nel corso della scorsa annata era stato più volte costretto a sacrificarsi in fase di ripiegamento, rimanendo davanti alla difesa e più basso rispetto al proprio ruolo naturale. Con inevitabili conseguenze anche sul piano delle prestazioni, non sempre esaltanti.

Potenziali limiti nell’affare ce ne sono, certo. A partire dal prezzo, 45 milioni di euro, pesantissimo per un centrocampista che compirà domani 29 anni e che, sul piano tecnico-tattico, a volte ha dimostrato di essere eccessivamente macchinoso, finendo per rallentare il gioco. Questioni che stanno facendo discutere in queste ore i social, tra chi applaude il nuovo arrivo dei Red Devils e chi si dimostra ben più scettico. Ma quello che è indiscutibile è che un uomo come Matić mancava nella rosa dello United e qui troverà l’allenatore che meglio lo ha esaltato nelle ultime stagioni: un suo profondo ammiratore, convinto di poter realizzare a Old Trafford l’ordine visto già con il Chelsea. Perché, agli occhi del portoghese, lasciare in panchina uno come il serbo, all’apice della sua carriera e pronto a dare ancora qualcosa di importante in mezzo al campo, sarebbe stato quantomeno uno spreco ingiustificabile.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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