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La stagione di svolta della Russian Premier League

Prima la Supercoppa, poi la prima giornata di campionato. Un fine settimana infuocato sancisce l’inizio di un’annata che può davvero rappresentare un crocevia decisivo per l’intero movimento calcistico russo.

Ora o mai più. Dopo una Confederations Cup organizzata in modo impeccabile (non si può dir lo stesso della prestazione della nazionale), la Russia si fionda nella stagione forse più importante dalla creazione del campionato così come lo conosciamo, avvenuta nel 2001: un torneo che farà da apripista al Mondiale e che, giocoforza, potrà godere di una vetrina di un qual certo rilievo anche all’estero. Un appuntamento, quello di giugno, dal quale trarre tutto quanto di buono possibile per far ripartire un movimento pericolosamente impantanatosi dopo i fasti della fine dello scorso decennio. Scelte inopinate, sfortuna, pochi talenti e molti altri fattori hanno condizionato la crescita ma, allo stesso tempo, sono arrivati nuovi stadi in molte città, un’ulteriore accentuamento dell’equilibrio del campionato e l’arrivo di diverse stelle del panorama internazionale. A conti fatti la RPL è, indiscutibilmente, una delle maggiori leghe nazionali: basandoci su un dato oggettivo, il ranking Uefa, il sesto.

Progressi confermati proprio da quest’ultimo dato, che ha riportato in Russia proprio da questa stagione tre squadre in Champions League (con la formula 2+1), consentendo quindi a più compagini di ambire all’Europa e aumentando ulteriormente la competitività del torneo. Una caratteristica insita in questa lega, che ogni anno vede all’ultimo giornata almeno sei partite su otto ancora decisive ai fini della classifica: merito di formule sapienti come l’azzeccata decisione di inserire i play out, nonostante il rischio che ben quattro squadre su sedici possano cambiare. Ma più che risvolti negativi questi spareggi hanno regalato conseguenze positive, come una maggior lotta in fondo alla classifica e la prima storica promozione per alcuni club.

Sono state introdotte innovazioni fruttuose, ma anche altre decisamente nocive. Il limite sugli stranieri, adottato per agevolare la crescita dei giovani russi, ha totalmente fallito viste le deprimenti performance della nazionale, e si è rivelato dannosi per i club che non hanno potuto agire sul mercato come avrebbero voluto, saturando il mercato interno ed uccidendo spesso la competitività. Il fatto che nonostante questo freno il movimento abbia ottenuto risultati importanti come quelli sopra elencati testimonia il suo grande potenziale e lascia un po’ di rammarico per ciò che sarebbe potuto essere con gestioni più sensate e intelligenti.

Ma il calcio russo, come d’altronde il paese del quale è specchio, è bello ed affascinante proprio per questo: insensatezza, controversia, istrionismo sono termini che ben si confanno a questo movimento. Sono tantissimi gli spunti di interesse per un torneo che deve affrontare questioni totalmente sconosciute in tutto il resto del mondo. Fusi orari, distanze, sono fattori da prendere in considerazione in fase di calendario e di organizzazione delle trasferte, tenendo conto anche degli impegni internazionali. La promozione dello Ska Khabarovsk, a tal proposito, ha allargato ulteriormente la geografia del torneo, riportando in auge quelle incognite messe in luce dal Luch Vladivostok una decina d’anni fa. La RPL del mondiale non si fa mancare davvero nulla, vuol farsi conoscere al mondo per quella che è e per quella che abbiamo imparato ad amare in questi anni. Si ricomincia, prima con la supercoppa (domani alle 20:30 sul 577 di Sky Spartak-Lokomotiv), poi subito con il campionato (sabato apre Ural-Rostov). Lo spettacolo, lo sappiamo, è assicurato ma, quest’anno, lo sarà ancor di più.

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