Un pirata nella ciurma del Milan. Tra l’incredulità degli inglesi e la scommessa di Montella

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Un “trasferimento bizzarro”, uno “scherzo”, uno degli “affari più strani della storia del calcio”. In Inghilterra, la notizia del passaggio di Fabio Borini al Milan, ufficializzato poco fa, è stata accolta così, in un misto di ilarità e sorpresa. La domanda che si stanno ponendo in queste ore i tifosi inglesi è la stessa: cosa ha spinto uno dei club più importanti del calcio italiano, già protagonista sul mercato con gli arrivi di elementi del calibro di André Silva, Kessié, Rodríguez e Musacchio, a puntare su un attaccante andato a segno appena 20 volte negli ultimi 5 anni? Un dubbio obiettivamente legittimo, alla luce di quanto visto in campo in queste ultime stagioni. Tanto da portare qualche nostalgico giornalista a ricordare con rammarico gli anni dei grandi acquisti dell’era d’oro di Berlusconi, così lontani da quelli odierni in cui si decide di puntare su un flop del Sunderland.

Arrivato alla corte di Brendan Rodgers (già suo allenatore ai tempi dello Swansea, ndr) a Liverpool nell’estate 2012, Borini si era presentato ai suoi nuovi tifosi con alle spalle una stagione tutto sommato positiva con la Roma, fin qui decisamente la migliore della carriera con le 10 reti messe a segno in 26 presenze. Un rendimento che, però, l’attaccante di Bentivoglio non è più riuscito a ripetere, né al Liverpool né al Sunderland, la squadra dove si è successivamente trasferito e con cui ha giocato negli ultimi tre anni. Conclusi, tra l’altro, con la pesante retrocessione dei Black Cats in Championship della stagione appena passata. Tanti infortuni, poca continuità, prestazioni anonime e senza colpi di genio. Insomma, i bei tempi in giallorosso per il “pirata” sembravano molto lontani già da mesi, un ricordo quasi sbiadito di un ragazzo che, a 26 anni, appare oggi come un talento mancato, una meteora.

A Borini, però, il Milan ha voluto dare lo stesso una nuova possibilità. È stato necessario bruciare sul tempo la concorrenza della Lazio, forse complicando anche i rapporti con i biancocelesti in vista di un possibile arrivo di Biglia a San Siro. Da oggi Montella potrà contare su un nuovo tassello per l’attacco, pronto a prendere il posto del partente Lapadula, diretto verso il Genoa: due attaccanti dalle caratteristiche molto differenti, ma nella testa del tecnico rossonero vi era evidentemente l’idea di abbandonare una punta di peso come l’ex Pescara per lasciare spazio a un giocatore flessibile, facilmente adattabile in diversi ruoli dell’attacco. In carriera, Borini ha giocato come prima e seconda punta e soprattutto come ala su entrambi i lati, la posizione da lui preferita: un ruolo perfetto per sfruttare la propria corsa con accelerazioni e continui inserimenti, fornendo assist e raccogliendo anche un discreto bottino di gol.

Difficile sapere ora quale sarà il suo ruolo al Milan, soprattutto perché Montella starebbe valutando anche un cambio di modulo, già sperimentabile in occasione delle prime sfide di Europa League. Almeno inizialmente, Borini dovrebbe cominciare come riserva, un’alternativa da sfruttare durante la gara o per far girare l’attacco visti i tanti i impegni dei rossoneri in questa stagione tra Serie A, Coppa Italia ed Europa League. Ma la sua flessibilità e capacità di sacrificio potrebbero essere fondamentali per offrire ai rossoneri diverse possibilità di impiego in campo. Certo, servirà in parte fortuna, perché negli ultimi anni il 26enne è stato spesso bloccato da continui infortuni, e in parte sarà necessaria una rinascita di un giocatore il cui talento è sembrato fermarsi all’Olimpico di Roma. Due incognite che rendono inevitabilmente l’ex Liverpool una delle grandi scommesse del mercato milanista.

Ma, almeno per il momento, bisognerà avere pazienza. Borini è un giocatore potenzialmente dotato di caratteristiche molto interessanti dal punto di vista tattico: ecco perché se a San Siro dovesse tornare a brillare come ai tempi della Roma, Montella potrebbe ritrovarsi in rosa un jolly non di poco conto. Servirà la giusta continuità, quella mancata in questi anni, per provare a rinascere davvero. Anche per smentire quei giornali d’Oltremanica che già considerano il suo acquisto “one of the weirdest transfers all time“: uno dei trasferimenti più strani di sempre.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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