Ancelotti, guarda che Gnabry. E Wenger si mangia le mani

-

Un fulmine, ma con un piede che fa incantare. È bastata una partita a Serge Gnabry per presentarsi una volta per tutte al mondo, per diventare un ottimo talento riconosciuto anche fuori dalla Germania. Ma anche per farci capire perché Ancelotti abbia deciso di puntare all’improvviso su di lui per rinforzare gli esterni, preparandolo per un futuro da successore di Robben e Ribery: anche perché, con appena 8 milioni di euro di clausola rescissoria, sembrava quasi un peccato lasciarsi sfuggire un ragazzo del ’95 che alla prima stagione in Bundesliga ha realizzato 11 reti e 2 assist in 27 presenze con una squadra arrivata ottava in classifica.

All’esordio contro la Repubblica Ceca è stato decisamente l’ex Arsenal l’uomo in più per la sua Germania. Non tanto per il gol, nato da una clamorosa disattenzione di Sáček che di fatto gli ha spalancato la porta: Gnabry è stata una spina nel fianco per la difesa ceca per tutta la gara, mandandola in tilt con le sue accelerazioni brucianti e con giocate che ne hanno testimoniato la buona tecnica. Una superiorità che si è vista soprattutto nel primo tempo, quando la gran parte dei talenti tedeschi (da Dahoud ad Arnold, da Meyer a Weiser) sembravano essere bloccati, quasi irrigiditi dal coraggioso pressing alto degli avversari. Fatto di non poco conto se consideriamo che l’attenzione e la curiosità dei tifosi era rivolta soprattutto verso questo nuovo acquisto del Bayern: questo colpo improvviso che potrebbe aver chiuso le porte persino a Douglas Costa, sogno della Juventus. Una prestazione che non può che far sorridere Ancelotti, che ora sogna di rivedere lo stesso talento anche nelle prossime gare e, soprattutto, a partire dalla prossima stagione.

In Inghilterra, intanto, c’è un allenatore molto meno felice dell’esplosione improvvisa del talentino tedesco: Arséne Wenger. L’alsaziano ha avuto in mano Gnabry per 5 anni, a partire dalla sua scoperta nelle giovanili dello Stoccarda fino alla sua cessione a titolo definitivo al Werder Brema. In mezzo, qualche presenza dignitosa in Premier League con i Gunners e un prestito assai deludente al WBA: troppo poco per pensare di veder esplodere la tecnica di questo classe ’95 in campo, tante volte lasciato da parte per fare spazio ai vari Walcott, Chamberlain o Iwobi.

Ecco perché la notizia del suo addio aveva scosso relativamente l’ambiente londinese: la convinzione generale, alla luce di quanto visto fino a quel momento, era che Gnabry non fosse altro che uno dei tanti ragazzi scoperti da Wenger non riusciti a sfondare ad alti livelli. Una valutazione clamorosamente errata, perdonabile solo se ci si ricorda di quanti campioni sono cresciuti grazie all’alsaziano. Ma a goderselo, a partire dalle prossime settimane, sarà il già super Bayern Monaco di Ancelotti. Ora, però, la testa di Gnabry è solo agli Europei Under 21: mercoledì tocca alla Danimarca, mentre il vero test sarà venerdì contro gli azzurrini di Di Biagio. Tutti appuntamenti fondamentali per provare a convincere i suoi futuri tifosi di essere pronto per diventare un nuovo campione all’Allianz Arena e far ancora mangiare le mani a Wenger.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

Domenghini, l’angelo dalla faccia sporca che mandò a quel paese Fraizzoli...

Domingo aveva forza d’animo, caparbietà, carattere da vendere, quando accelerava non lo prendevi più. E sapeva anche far gol, tanto che l’Inter lo utilizzò...
error: Content is protected !!