Europei Under 21 2017 – Alla ricerca del successore di William Carvalho: i “Golden Player” della manifestazione

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La storia dei Campionati Europei Under 21 non è fatta solo di squadre, ma anche di singoli calciatori. Campioni (più o meno) in erba che si sono distinti in questa manifestazione e che, nel prosieguo della loro carriera, sono diventati giocatori affermati. Chi vincerà quest’anno il Golden Player, che premia il calciatore migliore della competizione?

Il primo esempio è quello di Vahid Halilhodžić, primo a fregiarsi del titolo di “Calciatore d’oro”, nel 1978. L’attaccante jugoslavo contribuisce in maniera significativa al successo della sua Nazionale, segnando quattro reti nella doppia finale contro la Germania Est. Poi una buonissima carriera, soprattutto in Francia – Nantes e PSG – prima di diventare uno dei commissari tecnici più apprezzati (adesso sta guidando il Giappone).

Nel 1980 lo scettro passa a Anatoliy Demyanenko, uno dei protagonisti della cavalcata dell’Unione Sovietica. Difensore classe ’59, diventerà un perno della Dinamo Kiev – con la quale riesce a vincere una Coppa delle Coppe, segnatamente nel 1986 – e della Nazionale  maggiore.

Il 1982 incorona il 22enne Rudi Völler, reduce da una strabiliante stagione nella seconda serie tedesca con la maglia del Monaco 1860. Il centravanti teutonico, dopo quel campionato, passerà al Werder Brema con cui realizzerà quasi cento reti fino all’85, prima di approdare alla Roma. Rimarrà nella Capitale per ben quattro stagioni, durante i quali con la Nazionale maggiore tedesca riesce a portare a casa il Mondiale ’90 giocato in casa nostra.

Dici 1984 e parli di Mark Hateley, assoluto protagonista con la maglia dell’Inghilterra campione. L’attaccante del Coventry City proverà a sbocciare anche nel campionato italiano con la casacca del Milan, ma le sue tre stagioni non verranno ricordate dai fan rossoneri. Continuerà la sua carriera soprattutto nel Monaco e nei Rangers.

Due anni dopo è la volta di un difensore: si tratta di Manuel Sanchis, che con la sua Spagna vince il trofeo a spese dell’Italia, dopo una finale terminata ai calci di rigore. Il canterano del Real Madrid rimarrà praticamente a vita in blanco, conquistando ben 8 Liga, 5 Supercoppe di Spagna, 2 Coppe del Re, 2 Coppe Uefa, 2 Coppe dei Campioni e 1 Coppa Intercontinentale.

Il 1988 è l’anno della Francia e del suo difensore “goleador”, Laurent Blanc. Il calciatore del Montpellier diventerà una delle colonne della Nazionale maggiore del suo paese, con cui vincerà il Mondiale ’98 giocato in casa. Per lui una carriera di grande prestigio, durante la quale veste le maglie di Napoli, Barcellona, Olympique Marsiglia, Inter e Manchester United.

Nel 1990 il titolo europeo va all’Unione Sovietica, ma la vincitrice morale è la Jugoslavia. Composta da calciatore che in seguito diverranno grandi campioni, mette in evidenza il suo attaccante, Davor Šuker. Il croato sarà uno dei protagonisti assoluti degli anni ’90, togliendosi importanti soddisfazioni in terra iberica con la maglia del Siviglia prima e del Real Madrid poi.

Nel 1992 comincia l’epopea dell’Italia: la Under di Cesare Maldini vince per la prima volta il campionato europeo, battendo nel doppio scontro la Svezia. Una delle reti che condanna gli svedesi alla sconfitta a Ferrara porta la firma di Renato Buso, attaccante della Sampdoria che in seguito passerà al Napoli.

Passa un biennio e il premio cambia ancora una volta nazione: a portarselo a casa è Luis Figo, promettente ala dello Sporting Lisbona in procinto di diventare uno dei calciatori più forti delle stagioni a seguire. La carriera del portoghese sarà impressionante, tra titoli di squadra e premi personali vinti (per lui un Pallone d’Oro e un FIFA World Player).

Nel 1996 il trofeo torna in Italia: a accaparrarselo è il futuro capitano della Nazionale vincitrice del Mondiale 2006 Fabio Cannavaro. Il difensore si rivela al grande pubblico diventando uno dei protagonisti della rivincita contro la Spagna. Per lui parleranno i numeri: tante stagioni A (con Parma, Inter e Juventus) e fuori dal nostro paese (con la camiseta blanca del Real), a cui si aggiungono appunto il successo nel Mondiale tedesco e il conseguente Pallone d’Oro.

Ma la Spagna si rifa nell’edizione successiva, vincendo contro la Grecia. L’UEFA decide di premiare il portiere degli iberici, Francesc Arnau, prodotto del vivaio del Barcellona. L’estremo difensore catalano rimarrà nel club blaugrana fino al 2001, quando decide di passare al Malaga per avere maggior minutaggio.

Nel 2000 è la volta di un altro italiano, l’astro nascente Andrea Pirlo. Con due gol – uno su rigore e uno su punizione – scardina la difesa della Repubblica Ceca e permette all’Italia di Tardelli di raggiungere la quarta stella. Anche per lui parla da sola una carriera folgorante, che lo vedrà trionfare sia a livello di club che in Nazionale maggiore.

Ma come spesso accade, la nazionale sconfitta diventa campione due anni dopo. Succede anche alla Repubblica Ceca, in cui si mette in mostra il portiere Petr Čech, che diventerà uno dei perni del Chelsea prima e dell‘Arsenal poi. In finale contro la Francia si erge ad assoluto protagonista, sia nel 120 minuti di partita che nella lotteria dei rigori.

Nel 2004 ancora un calciatore italiano, ancora un calciatore che diventerà campione nel 2006 in Germania. Il trofeo va ad Alberto Gilardino, classe ’82, che contribuisce in maniera netta con quattro reti realizzate negli incontri di semifinale e finale.

Nel 2006 se lo aggiudica un altro centravanti, che transiterà nel campionato italiano seppur per poco tempo. Si tratta dell’olandese Klaas-Jan Huntelaar, che passerà appunto dal Milan ma che si toglierà le maggior soddisfazioni con le casacche di Ajax e Schalke 04. L’Olanda “raddoppia” nel 2007 con il premio a Royston Drenthe, giovane ala ricca di talento ma che si rivelerà discontinua. Dopo la prestigiosa chiamata del Real Madrid, una carriera fatta di alti bassi che lo porta a lasciare anzitempo il campo giocato nel 2016, ad appena 29 anni.

Il 2009 è la volta, a sorpresa, di Marcus Berg, roccioso centravanti della Nazionale svedese. Si tratta della prima volta in cui vince un calciatore di una squadra che non partecipa alla finale. Il titolo va infatti alla Germania, che si sbarazza facilmente dell’Inghilterra. Ma l’UEFA premia lo stesso Berg, capace di segnare ben sette reti. In futuro passerà all’Amburgo, prima di proseguire in Grecia con il Panathinaikos.

Siamo arrivati al 2011, anno in cui si staglia la stella di Juan Mata. Il giocatore del Valencia si rivela come uno dei migliori della Roja e, nell’estate seguente, accetta la corte del Chelsea, che lo ingaggia a peso d’oro. La sua carriera continua a Londra fino al 2014, quando passa al Manchester United per la cifra di 45 milioni di euro. Anche riesce ad agguantare titoli importanti, soprattutto a livello di Nazionale maggiore (un Mondiale e un Europeo). Nel 2013 la Spagna bissa il successo, consentendo a Thiago Alcântara di diventare il golden player di quell’edizione. Il centrocampista figlio d’arte – suo padre è Mazinho, un passato in Italia nelle fila del Lecce – fa suo il trofeo grazie alle sue prestazioni convincenti e continuerà la sua carriera con il Bayern Monaco.

Infine, l’ultima edizione. Nel 2015 trionfa William Carvalho, possente centrocampista del Portogallo che mitiga così la sua delusione per la sconfitta contro la Svezia. In realtà il calciatore dello Sporting si rifarà con gli interessi anche dal punto di vista sportivo, visto che farà parte della rosa dei lusitani campioni d’Europa nel 2016.

Simone Galli
Simone Galli
Empolese e orgoglioso di esserlo, ha cominciato ad amare il calcio incantato dal mito di Van Basten. Amante dei viaggi, giocatore ed ex insegnante di tennis, attualmente collabora con pianetaempoli.it.

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