Ha smentito tutti, diciamo la verità

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Tanti lo criticavano, quando in punta di piedi arrivò a Vinovo. Allegri era per tutti un rivale, etichettato come l’ex allenatore rossonero che non sarebbe mai stato in grado di ripercorrere i successi di Conte. Ma si sa, del resto: nello sport come nelle faccende di vita quotidiana, si parla spesso a priori con la presunzione di leggere il futuro.

Il buon Max, in 3 anni, oltre a vincere ha saputo convincere. Ha saputo farsi rispettare, ma ce n’era forse bisogno? Dopotutto, anche sotto la Madonnina aveva saputo vincere. Il calcio non ha riconoscenza, ma la mentalità vincente del toscano ha saputo andare oltre consentendogli di iniziare un processo di crescita di squadra importante al pari dei top club europei. A primo anno ha saputo centrare scudetto, Coppa Italia e un secondo posto in Champions; al secondo anno campionato, Coppa Italia e in Champions si arrese ai quarti per uno sciagurato intervento di Evra a Monaco all’ultimo secondo di gioco; quest’anno è in lizza per il triplete. Non male, per un allenatore che ha ereditato, sì, una squadra fortissima, ma che ha saputo trasformare, rendere a sua immagine, perdendo dei pezzi da 90 come Pogba e Vidal e integrandola con gli innesti di Mandžukić, Dybala e Higuaín. Giocatori, tra l’altro, che ha saputo sfruttare al massimo: tatticamente, ognuno dei tre sopracitati è diventato capace di giocare in almeno due ruoli diversi. Il croato, addirittura come ala sinistra. Roba che solo qualche mese fa poteva sembrare qualcosa da provare (in maniera addirittura azzardata) su FIFA 17.

Il rischio che, come accade a volte, il giocattolo si rompesse c’era, ma Allegri ha saputo rendere questo giocattolo ancora più bello. E oggi la Juventus è una squadra di cui tutti gli sportivi devono essere fieri, e orgogliosi, a prescindere dalla fede calcistica. Potrà vincere la Champions? Solo Dio lo sa. Noi sportivi limitiamoci a ringraziare un allenatore che ha saputo con pazienza, passione, dedizione e competenza riportare una squadra italiana al pari delle grandi d’Europa dopo diversi anni in cui il calcio italiano era solo costretto a inseguire.

Tra la Juve e la finale di Cardiff, il Monaco, che ha perso 5-0 con il Paris Saint-Germain in semifinale di Coppa di Francia (ma era prevedibile: in campo tutte seconde linee). Allegri non si nasconde dietro a un dito, parlando dell’eventualità triplete: “Intanto cominciamo a conquistare un trofeo” ha dichiarato, non stufo ma categorico. Questa può diventare la stagione più trionfale della storia bianconera, e la testa del gruppo va tenuta ben concentrata su tutti gli eventi. È ovvio che la Champions è l’ostacolo più grande, e il traguardo più difficile da raggiungere. Conseguito quello, il resto dovrebbe (dovrebbe) essere pura formalità. A differenza del Monaco, in casa Juventus giocheranno sempre i migliori: “Stanno tutti bene, ho già scelto la formazione”. Categorico, appunto. Ma deciso. Chissà, magari sente di poter entrare davvero, nella storia della Vecchia Signora.

Andersinho Marques
Andersinho Marques
Comentarista do Canal Italiano Mediaset, Jornalista Televisivo na Itália, Brasil e Portugal, com passagem na Sportitalia TV e atuação como árbitro da Federação Italiana de Futebol.

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