Ciclismo, Sir Bradley Wiggins si ritira

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La leggenda inglese del ciclismo Bradley Marc Wiggins, uno dei più noti ciclisti dell’ultimo decennio, ha annunciato oggi su Facebook il suo ritiro dall’attività agonistica all’età di 36 anni alla fine di una carriera durata 15 anni nel mondo del professionismo.

Tra i professionisti Wiggins è stato uno dei pochi ciclisti a vincere sia su strada che su pista, alternando eccellenti prestazioni e notevoli vittorie. “Wiggo“, questo il suo soprannome, vinse già il bronzo olimpico nell’inseguimento a squadre a soli 20 anni a Sydney e fu il primo britannico dopo Mary Rand a vincere tre medaglie nella stessa edizione dei Giochi (oro nell’inseguimento individuale, argento a squadra, bronzo nell’americana con Rob Hayles). Dopo questa impresa divenne Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico ma è nel 2012 quando vinse sia il Tour de France che l’oro olimpico nella gara a cronometro che ottenne il titolo di Cavaliere dalla Regina Elisabetta, per il servizio fornito al mondo del ciclismo, e da allora è stato per tutti Sir Bradley Wiggins. Due anni dopo, nel 2014, divenne campione del mondo nella prova a cronometro e l’anno dopo ottenne il nuovo record dell’ora a Londra con 54.526 km.

Wiggins si ritira con una carriera che segna otto medaglie olimpiche (5 ori, 1 argento e 2 bronzi), 12 medaglie ai mondiali su pista (7 ori, 4 argenti e un bronzo), 3 medaglie ai mondiali su strada (1 oro e 2 argenti) e 4 argenti ai Giochi del Commonwealth. Una carriera strabiliante che lui ha deciso di terminare salutando tutti con un post su Facebook: “Sono stato fortunato abbastanza da vivere un sogno e portare a compimento le mie aspirazioni di bambino, vivendo una carriera nello sport che ho amato sin da quando avevo 12 anni. Ho incontrato i miei idoli e sono stato in sella con i più grandi per 20 anni. Ho lavorato con gli allenatori e i manager migliori del mondo ai quali sarò sempre grato per il loro supporto. Quello che mi rimarrà per sempre è il supporto e l’amore del pubblico in qualunque condizioni e solo per aver guidato una bicicletta. Il 2012 è stato pazzesco. Il ciclismo mi ha dato tutto e non avrei potuto farcela senza il sostegno della mia splendida moglie Cath e dei nostri fantastici figli. Il 2016 segna la fine di questo capitolo e a quelli che dicevano che i ragazzi di Kilburn non vincono ori olimpici e Tour de France dico che ora lo fanno”. 

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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