Ultima chiamata per l’Europa

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Sono passati dodici mesi e, anche quest’anno, l’ultimo incontro prima della sosta natalizia pone di fronte Inter e Lazio, a San Siro. La situazione è diametralmente opposta: la formazione allora allenata da Mancini era prima in classifica e con delle certezze notevoli (una difesa di ferro e una fase difensiva coi fiocchi) seppur giocando tendenzialmente male, quest’Inter invece non ha ancora trovato pace nonostante, almeno sulla carta, sia più forte per profondità e talento in campo.

I tifosi nerazzurri sperano che Inter-Lazio, proprio come l’anno scorso, segni un cambiamento di tendenza. Allora fu negativo, con l’Inter che entrò in una crisi nera che la portò addirittura fuori dai primi tre posti, oggi invece ha bisogno di vincere e convincere davanti ai propri tifosi per dare continuità alle ultime prestazioni. Eppure, negli ultimi anni, ogni partita che è stata presentata come dentro o fuori per i meneghini è stata sbagliata dal punto di vista dell’approccio e della mentalità (vedi la trasferta al San Paolo contro il Napoli, tanto per citare l’ultima). Pioli sta continuamente cercando di mischiare le carte in tavola, segno che anche lui stesso non è che abbia ben chiaro cosa fare. Lo si capisce da alcune scelte: la difesa a tre che a volte diventa a quattro, gli esterni d’attacco sì, però ogni tanto Candreva si accentra per dare manforte al solitario Icardi, Kondogbia è al centro del progetto anzi no. In tutto questo, però, la certezza inossidabile (oltre al nove là davanti) si chiama Marcelo Brozović, praticamente emarginato e già ceduto se la gestione de Boer fosse andata avanti, oggi invece continua a far sedere in panchina uno tra João Mário e Banega. Non solo i gol, ma anche un diverso atteggiamento e una disciplina tattica che, unita al talento indiscutibile, sta spostando l’ago della bilancia sempre più dal lato “top player”.

Le speranze si giungere al terzo posto sono praticamente vane, non nascondiamoci dietro a un dito. Tutto può accadere da qui a giugno, ma è difficile immaginare che l’Inter possa recuperare sette o otto punti a Roma e Napoli. Provarci è d’obbligo, però, perché la rosa è competitiva e, senza l’Europa League, è l’unico modo per arrivare nell’Europa che conta. C’è bisogno, già da stasera, di una prova di forza notevole che infonda fiducia nei giocatori e permetta di lavorare nelle vacanze natalizie con uno spirito diverso, nella speranza che sotto l’albero di Natale di Pioli ci siano un paio di difensori, un centrale e un terzino, che possano dare solidità a un reparto difensivo che, da agosto, è stato punito praticamente da chiunque.

Non sarà facile perché le assenze, soprattutto a centrocampo, sono tante e la Lazio ha dimostrato di essere una squadra tosta da affrontare: solida a centrocampo, veloce in ripartenza e con un attaccante che vede la porta come pochi in Italia. Non c’è nessuno in Italia, però, che conosce pregi e difetti di quella squadra meglio di Pioli. Tutto in novanta minuti, dentro o fuori: l’ultimo treno che porta in Europa è questo e l’Inter non può permettersi di perderlo.

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

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