Il Lugano acciuffa l’1-1 con il Thun per i capelli, ma è l’unica cosa positiva

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Se si dovesse fare una valutazione scaramantica, e non strettamente tecnica, il pareggio di oggi, in casa contro il Thun, per il Lugano, potrebbe essere la tanto attesa svolta. I ticinesi, con la peggiore prestazione stagionale, hanno infatti strappato la meritata vittoria ai bernesi, che avrebbe significato il sorpasso in classifica da parte della compagine biancorossa.

Dopo una prima frazione incolore, i bianconeri sono ripartiti, nel secondo tempo, con Ceesay al posto di un Ponce il quale, evidentemente, dopo l’infortunio, deve ancora trovare il ritmo partita. Il giovane attaccante, però, nel giro di 6′ ha subito due ammonizioni, che ne hanno determinato l’allontanamento dal campo di gioco. Da quel momento in poi, tutta Cornaredo ha temuto la replica della partita di domenica scorsa.

Il Lugano ha lottato con caparbietà per trovare il pareggio, con Salvi sugli scudi. Però, il giovane portiere di scuola Basilea nulla ha potuto, al 90′, di fronte a Payretti, libero di concludere a rete dal limite dell’area piccola: 0-1. Nei 6′ di recupero concessi dall’arbitro (peraltro generoso coi bianconeri in un paio di episodi avvenuti nella prima frazione), i ticinesi sono riusciti a trovare il pareggio con Mariani, bravo a farsi trovare puntuale, a centro area, per sfruttare un pallone speditogli da Črnigoj, diventato d’oro in virtù di un errore marchiano di posizionamento della retroguardia avversaria: 1-1, punto d’oro e, soprattutto, bernesi che rimangono dietro in graduatoria.

A fine partita, Conte, in panchina per l’ultima volta in sostituzione dello squalificato Manzo, insisteva nel vedere il bicchiere mezzo pieno (fonte: FC Lugano): “Una squadra che raddrizza una partita in questo modo, è una squadra che ha cuore e anima. Abbiamo fatto un primo tempo scadente, per me a causa dell’eccessiva tensione. La squadra fisicamente sta bene: non recuperi una partita così, se non sei in grado di correre sino alla fine. Salvi, poi, ci ha tenuti in piedi nei momenti difficili, con grandi interventi.”

“Non eravamo fenomeni due mesi fa e non siamo dei brocchi adesso, perché mancano i risultati. Conosciamo il valore di questo gruppo, e sappiamo quello che può dare, meglio degli altri che, ovviamente, restano liberi di esprimere il loro pensiero. Il torneo è ancora molto lungo: in primavera, vedremo quale ruolo potremo recitare. Noi, come il Presidente, siamo consci del valore dei ragazzi, e siamo sulla stessa frequenza quando dice che questa è una squadra che può stare in una posizione di classifica tranquilla.“

Nel dopo partita, Renzetti, prima di concedere una lunga intervista alla trasmissione Sport non stop su RSI LA2, si è concesso ai microfoni di TeleTicino, dove è stato piuttosto schietto“Sono molto deluso dalla prestazione, l’unica cosa positiva è il punto preso. Domenica, a Zurigo, sarà una partita decisiva per l’allenatore: se le cose andranno male, ragioneremo per una soluzione durante la pausa invernale.”

Sul canale sportivo nazionale, il presidente bianconero è invece tornato sulle esternazioni di Vaduz, e sulle contestazioni dei tifosi alla squadra: “”Sono cose che capitano nel calcio, non bisogna fare i puritani. Non vuol dire che io approvi queste cose, ma fanno parte del calcio. A Vaduz i giocatori non potevano fare altro che ascoltare i tifosi a testa bassa. Rispondere agli insulti sarebbe stato peggio. Domenica scorsa sono stato molto esplicito, ma serviva una scossa: erano settimane che le cose andavano male, e io ho aspettato a fare dichiarazioni pubbliche, pensando di fare il bene della squadra.”

“Dopo la partita in Liechtenstein, ho invece deciso che era arrivato il momento di dire quello che pensavo. Credo faccia parte dei diritti del mio ruolo. Mi hanno rimproverato di tenere Manzo sulla graticola, ma io l’interim gliel’ho tolto praticamente subito e, coerentemente, ho smesso di cercare un’alternativa. Mi attribuisco il merito di avergli dato l’occasione di allenare in Super League.”

“Sul futuro, io resto convinto che questa sia una squadra da quinto, sesto posto, e sono pronto a scommettere, nonostante la prestazione di oggi. È vero, abbiamo fatto male, la prestazione peggiore dell’anno. Il pareggio è stato soprattutto molto fortunato, e ci ripaga di tutte quelle occasioni dove, invece, la sorte ci aveva voltato le spalle.” 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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