Il Sassuolo Femminile vittima della stupidità

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Oggi voglio raccontarvi una storia ma per farlo devo prima fare un passo indietro nel tempo, e più precisamente al 30 settembre di quest’anno, quando nella sala stampa del Mapei Stadium – Città del Tricolore di Reggio Emilia si è tenuta la presentazione delle nuove squadre di calcio femminile del Sassuolo Calcio: il progetto, nato in collaborazione con la Reggiana Calcio Femminile, ha fatto sì che le due squadre stipulassero un accordo di licenza. Cosa significa? Significa che le due Società rimangono giuridicamente distinte ma che il Sassuolo ha concesso alla Reggiana Femminile la disponibilità del proprio nome, colori e segni distintivi per disputare le gare ufficiali e non ufficiali. Nessuna variazione è stata apportata al preesistente organigramma della Reggiana Femminile e anche la maglia azzurra del Sassuolo Femminile richiama i colori bianco-blu dello stemma della Reggiana. Il progetto di collaborazione prevede anche che che ci saranno altre 4 nuove squadre femminili del Sassuolo: la squadra Primavera,  la Serie D, l’Under 13 e le Pulcine che saranno impegnate nei rispettivi Campionati regionali e provinciali.

Fatto questo passo indietro, torniamo ai giorni nostri, più precisamente a domenica scorsa: le ragazze si trovano allo Stadio Mirabello (loro campo casalingo) per disputare la gara casalinga contro il Vittorio Veneto ma ad attenderle c’è una brutta sorpresa: il cancello dello stadio era stato sabotato con del silicone e il campo era stato riempito di chiodi. L’atto di vandalismo, avvenuto di notte, ha costretto il Sassuolo Femminile a chiamare Polizia e Vigili del Fuoco sia per liberare il campo dai chiodi che per sporgere denuncia. La partita non è stata rinviata solo per il buon cuore di addetti e società che hanno ripulito il campo in tempo utile per il fischio d’inizio.

L’azione si inquadra in un contesto ben preciso: lo Stadio Mirabello è considerato una sorta di “tempio sacro” da parte dei tifosi della Reggiana MASCHILE (questo è il caso di specificarlo con chiarezza), spesso critici (non solo a parole) contro le formazioni sassolesi, e nella mattinata della gara alle 12 si è tenuta una manifestazione (grazie a Dio pacifica) di circa 200 tifosi della Reggiana che contestavano l’utilizzo gratuito dello storico stadio concesso al Sassuolo. Il gesto ha spinto il Questore di Reggio Emilia Fusiello a rilasciare dichiarazioni non certo tenere soprattutto in vista del derby maschile tra Reggiana e Parma: “Un episodio gravissimo che ha rischiato di fare male alle giocatrici. Certo, dopo il mio appello per il derby non è proprio un buon modo di cominciare. Fino a prova contraria non abbiamo la certezza che sia colpa degli ultras, ma stiamo svolgendo le indagini. E se venisse provata la loro responsabilità, sarà comunque valutato per decidere sulla partita Reggiana-Parma. Non ho sentito molte prese di distanza sull’episodio da parte loro… Tutto dipende ora dai tifosi. Concedo loro ancora fiducia ma devono impegnarsi seriamente. Il caso dei chiodi al Mirabello dimostra che gli animi sono accesi. Il derby è una partita già altamente a rischio e sfido chiunque a prendersi la responsabilità di farla disputare alla sera. Soprattutto visti i precedenti: vent’anni fa Parma fu devastata. La priorità è che stavolta non ci siano né feriti né danni alla città.

Visti gli esiti, qualcuno forse si starà domandando perché mai il Sassuolo ha sottoscritto un accordo di licenza con la Reggiana femminile. La risposta è molto semplice: il nuovo regolamento della FIGC chiede ai club il rispetto di determinati criteri per otterene la licenza nazionale per poter giocare in Serie A e tra questi c’è anche il possesso di almeno una squadra Under 12 di calcio femminile. La società del patron Squinzi ha deciso di non creare una società ex novo ma di sfruttare una società già esistente di Serie B Femminile, stipulando un accordo di licenza con la Reggiana Femminile. Le due società in questo modo restano giuridicamente distinte, in ossequio ai regolamenti federali, e l’accordo è in pratica servito principalmente per stare dentro ai nuovi parametri federali imposti dalla FIGC.

Il calcio femminile è un mondo ancora intatto e privo di quella animosità dovuta ad un certo tipo di tifo che tanto male ha fatto e sta facendo al calcio maschile: le calciatrici meritano sicuramente la ribalta ma per le loro giocate e per le loro vittorie, non certo per scene criminose di questo tipo messe in atto da quelli che non esitiamo a chiamare criminali. Cosa sarebbe successo se nessuno avesse notato i chiodi in campo? Chi avrebbe avuto il coraggio di spiegare a delle ragazze ferite e che già lottano contro pregiudizi di ogni sorta che la sua era una protesta contro un accordo che permetteva alle stesse giocatrici maggiore risalto, strutture migliori e un passo verso il professionismo? Cosa sarebbe successo se tutto questo fosse avvenuto in un campo di calcio maschile? Ma soprattutto, e questa è la domanda a cui non riesco a dare risposta, tutto questo sarebbe mai avvenuto in un campo di calcio maschile?

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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