Le critiche si smentiscono sul campo

-

C’era solo un modo per rispondere alle critiche, secondo Gianluigi Buffon, ed era fare ciò che meglio gli riesce nella vita: parare. Ieri sera la Juventus ha disputato una delle partite più importanti della stagione, perché una sconfitta – seppur in trasferta e su un campo difficile come quello del Lione – avrebbe quantomeno complicato il cammino europeo della formazione bianconera. L’ingenuità di Bonucci, nel primo tempo, sarebbe potuta costare carissimo perché a quel punto la Juve si sarebbe dovuta scoprire, lasciando più spazio in verticale a giocatori come Fekir e Lacazette, devastanti non appena hanno l’opportunità di attaccare gli spazi in contropiede. Invece, a difesa schierata, hanno mostrato tutti i loro limiti tecnici andandosi a schiantare contro un muro di 191cm, quel muro che da più di un decennio difende la porta della nazionale italiana.

Se sul rigore, però, c’è la complicità di Lacazette, a dir poco scandaloso nel calciare un rigore debole e nemmeno troppo angolato, per quanto riguarda le altre due parate che hanno regalato una serata magica agli juventini invece c’è poco da discutere. Il riflesso con cui devia sopra la traversa un destro forte e soprattutto deviato è da manuale del calcio, fa il paio con la strepitosa parata di De Gea contro il Liverpool, e lo stesso spagnolo infatti a fine partite si è preoccupato di fare i complimenti proprio al numero uno bianconero. E’ stata una partita di sofferenza per la Juventus, con un Higuaín completamente a disposizione della squadra nell’effettuare sponde a centrocampo, nel ribaltare il lato forte praticamente a ogni azione, nella speranza di allargare il gioco per poi colpire con una delle sue imbucate centrali. Alla fine non è andata così, ma Cuadrado con una bellissima azione personale ha legittimato una serata di grazia per la formazione bianconera. Il calcio è fatto di episodi e, come ha detto Allegri nel prepartita, in questa fase della stagione è necessario soprattutto vincere, per il bel gioco ci sarà tempo.

Ed è proprio questo che dovrebbe preoccupare maggiormente le concorrenti juventine. Rispetto al passato, soprattutto nell’era Conte, adesso dalle parti di Torino si riesce a vincere anche senza giocare necessariamente meglio dell’avversario. In una stagione con 50 partite e una squadra impegnata su tre fronti, questo è di vitale importanza per far rifiatare i titolari, senza l’ansia di dover vincere per forza 24 delle ultime 25 partite in campionato per strappare lo scudetto al Napoli. L’impressione è che quest’anno il campionato non rimarrà aperto molto a lungo, ma la palla è rotonda e la Juve potrebbe avere la distrazione Champions più a lungo rispetto all’annata passata, quando Müller, Lewandowski e Coman la riportarono sulla terra dopo un primo tempo memorabile all’Allianz Arena.

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

MondoPallone Racconta… Bruno Metsu ed il suo Senegal

Nella notte tra lunedì e martedì è scomparso Bruno Metsu, che conobbe fama nel 2002 alla guida del Senegal. Un tuffo nella memoria per...
error: Content is protected !!