Rugby League World Cup, verso le qualificazioni – A tu per tu con Gioele Celerino

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Ha già vissuto lo spogliatoio e il ritiro azzurro alla Rugby League World Cup 2013.

Ha messo su, nel frattempo, tanto chilometraggio, a livello internazionale e di club. League o union, ha accumulato esperienza come pochi, anche in Inghilterra.

È già da ora uno dei veterani del gruppo, orgoglio della FIRL e di tutto il movimento: eccoci a tu per tu con Gioele Celerino – second row– nazionale italiano di rugby a 13, a ridosso dei playoff di qualificazione iridata contro Serbia e Galles.

Gioele, tra i giocatori convocati sei uno di quelli con la maggior militanza internazionale. Come ci si sente a essere uno dei “senatori”?

Se devo essere sicero, non mi sento ancora di definirmi ‘senatore’. Semplicemente, ho deciso di investire in questo percorso più di altri. Veri senatori sono quei ragazzi con presenze in NRL (Australia) e Super League (Inghilterra). 

In una recente intervista, Tiziano Franchini – vice presidente federale – ha parlato di te: “È un leader, è diventato un faro per i nostri giovani: ha dimostrato che le opportunità vanno cercate e bisogna credere in quello che si vuole per ottenere i risultati sperati”. 

Le sue parole mi fanno davvero piacere, è bellissimo pensare che con quello che ho vissuto io possa aiutare altri a migliorare. A fare bene in campo e fuori. Vivere all’estero ti cambia in ogni caso; la stima dei compagni è una cosa in più, che fa molto piacere.

Andasti in Galles e Inghilterra 3 anni fa con la Nazionale. Ricordi di quel gruppo? C’erano campioni come Minichiello, Ciraldo, Laffranchi etc…

Quel gruppo e quell’esperienza mi hanno dato la visione completa sul professionismo di questo sport: innamorarmene e sognare è stata una normale conseguenza. Giocatori, campioni divenuti tali per l’ossessione e la cura dei dettagli in allenamento e nella vita sportiva; ne rimasi davvero colpito: una serietà e un’organizzazione paragonabili alla nostra Serie A del calcio. Ora il gruppo sarà un po’ meno esperto ma non con meno fame e voglia di fare bene.

Come si sta in bilico tra rugby union e rugby league?

Ho giocato per diverse squadre, a 15 come a 13. Ma ora il mio obiettivo è solo uno: laurearmi. Per poi tornare a giocare con continuità a rugby league. 

Ringraziando Gioele per la disponibilità e, promettendoci di incontrarlo a Monza per un’ulteriore chiacchierata, riportiamo in chiusura di articolo la citazione di una sua intervista precedente, pubblicata sul sito Gli scudieri. Descrive il divario tra il rugby league di altissimo livello e quello di chi è nuovo a questo mondo; ma anche la determinazione e la voglia di migliorarsi di un ragazzo la cui attitudine è stata ed è di esempio per tutti.

[…]

Sam Burgess, giocatore inglese di rugby league, che è andato poi a giocare nella NRL in Australia e, con i South Sidney Rabbithos [la squadra che tra i suoi proprietari ha anche il famoso attore Russel Crowe, N.d.r.] ha vinto il campionato nel 2014 ed è stato eletto miglior giocatore mondiale di rugby a 13. Adesso è tornato in Inghilterra ed è passato al rugby union, al Bath dove gioca centro. Ecco, io ci ho giocato contro all’amichevole pre-Coppa del Mondo, ho ricevuto un suo placcaggio e… mi ha spento la luce 30 secondi: veramente, non sentivo più niente. In quel momento lì ho capito veramente che cosa volesse dire l’alto livello e, da allora, in qualche maniera mi porto Sam Burgess nel cuore…
(Gioele Celerino – Intervista su Cavalieri Rugby Supporters/Gli Scudieri)

Il profilo di Gioele su loverugbyleague.com
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Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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