La legge di Ibra

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Ero già pronto a scrivere delle difficoltà che avrebbe trovato Mourinho a far rendere un attaccante come Ibrahimović, quando a dieci minuti dalla fine del Community Shield lo svedese mi ha ricordato il perché lo Special One ha preteso il suo acquisto: cross lento dalla destra, stacco imperioso su Morgan e palla schiacciata all’angolino, dove Schmeichel non sarebbe mai potuto arrivare. 2-1 e primo titolo alla prima partita giocata con il Manchester United.

Non è stata una bella partita, quella giocata dallo United. I red devils hanno una palese difficoltà nel giro palla in mezzo al campo e non è così scontato che le cose migliorino con l’acquisto ormai ufficiale di Pogba, che ritorna allo United dopo 4 anni in bianconero. Il Leicester di Ranieri, sfruttando anche un gioco ormai conosciuto a memoria, ha creato molti più pericoli e ha mostrato un gioco più fluido rispetto alla squadra allenata dal portoghese, che, però, da ottimo conoscitore del calcio qual è, ha preso un uomo lì davanti che può fargli vincere la partita in qualsiasi momento, anche se per ottanta minuti non si è mai visto.

Ibra dovrà abituarsi a questo nuovo ruolo di risolutore di partite bloccate. La “bella vita” in Francia al PSG in cui si muoveva libero per tutto il campo e siglava assist e gol a ripetizione è finita. Le difese in Inghilterra sono molto più fisiche, accettano lo scontro fisico con lui e a volte hanno anche il sopravvento. Inoltre, il Man Utd di Mourinho non ha ancora (e probabilmente non ce lo avrà per qualche mese) un gioco corale tale da esaltare le doti di finalizzazione di un attaccante come lui. La palla arriva sulla trequarti e poi si punta alle invenzioni dei singoli, agli uno-due, alle giocate improvvise.

A Mourinho è stato chiesto di vincere subito e lui ha deciso di prendere 4 grandi individualità, in grado di ammortizzare i problemi corali e di trovare i colpi per vincere le partite tirate, come quella di ieri. Bailly, Pogba, Mkhitaryan e Ibrahimović sono perfetti per un gioco del genere. Specie se la palla giusta finisce sul piede o sulla testa di Ibra.

Francesco Mariani
Francesco Mariani
Twitter addicted, vive di calcio. In campo è convinto di essere Pirlo, ma in realtà è un Carrozzieri qualunque. Per lui il trequartista è una questione di principio.

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