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Tra infortuni e il Sassuolo: la terra di mezzo del Genoa

Nuovo inizio di settimana per il Genoa che riabbraccerà il gruppetto di Nazionali italiani mercoledì (dopo l’impegno con la Romania a Bologna) e il resto dei convocati da giovedì. Sabato Gasperini ha organizzato l’ennesima amichevole con la Primavera di Stellini, gara vinta per quattro reti a due: per i grifoncini doppietta di Gomes, l’attaccante brasiliano che diventerà di fatto rossoblù a partite da gennaio, per la formazioni maggiore marcature di Laxalt, Capel (due) e Pavoletti. Il centro sportivo Pio-Signorini di Pegli contava circa 400 presenti in un pomeriggio prevalentemente nuvoloso.

Benché gli infortuni stiano incidendo in profondità la stagione del Genoa, il gioco e la mano dell’allenatore – seppur embrionali e distanti dai canoni di un anno fa – si vedono in ogni partita: l’intensità giusta dura meno di un’ora nella parte centrale del match, le partenze sono spesso ad handicap perché la squadra entra in campo ricca, sì, d’informazioni sugli avversari ma priva della giusta concentrazione e cattiveria. Questo è ben visibile nella difesa, reparto che se non viene aiutato dalle corse all’indietro dei centrocampisti soffre oltremodo le palle inattive e profonde.

Ci vorrà ancora del tempo per vedere il calcio secondo Gasperini, indubbiamente il girone di ritorno sarà più fruttifero dell’andata. Per il Sassuolo dovranno essere valutati almeno cinque calciatori: Burdisso (polpaccio, c’è ottimismo), Capel, Marchese (solito ginocchio che si gonfia di liquido dopo uno sforzo protratto), Lazović (collaterale), Rincón (fascite plantare ma comunque in campo con il Venezuela nelle qualificazioni al Mondiale 2018). Dzemaili e Goran Pandev dovrebbero essere a piena disposizione, lo svizzero ha smaltito dei piccoli fastidi alla coscia che lo hanno bloccato contro il Napoli mentre il macedone tornerà dalla maxi squalifica.

Per queste ragioni sarà molto indicativa, per non dire determinante, la sessione di mercoledì pomeriggio poiché i non convocati hanno avuto dieci giorni d’allenamento per riparare ogni sorta d’acciacco.