Wilmots, l’uomo del grande Belgio

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Se si dovesse analizzare l’operato del CT Wilmots sulla panchina del Belgio, occorrerebbe constatare che il belga ha svolto un lavoro eccezionale. Oltre alla costanza di gioco e all’intensità in campo, il tecnico è riuscito a dare anche un’identità alla propria squadra. Sicuramente la sua idea di calcio è stata favorita dalla presenza di tanti talenti e fenomeni (Witsel, Nainggolan, De Bruyne, Hazard e Fellaini su tutti), che è innegabile farebbero la fortuna di qualunque allenatore. Da qui il Belgio ha cominciato a rialzare la testa, sviluppando idee di gioco e collezionando vittorie sempre più importanti: proprio così è iniziata la scalata per il primo posto nel ranking Fifa.

I vecchi Diavoli Rossi, calcisticamente parlando, un tempo non erano a questi livelli. Oggi, probabilmente, ci troviamo davanti alla più forte formazione belga della storia del calcio moderno. Ma oltre al talento calcistico, sicuramente tanto merito per i risultati va specialmente a Wilmots, che dal 2009 segue la sua creatura. Inizia l’avventura con i diavoli come vice di Leekens, entrando così da quel momento a far parte del meccanismo belga. Il tecnico ha molteplici meriti nei successi dei suoi ragazzi, ma probabilmente li ha raggiunti soprattutto cambiando le impostazioni e gli interpreti di quella squadra: ha avuto il coraggio di selezionare giovanissimi all’interno della rosa. Mai fiducia fu meglio ricompensata, se andiamo a vedere i risultati. Salire sul tetto Fifa (dopo anni di mediocrità calcistica) e poi qualificarsi agli Europei 2016 come testa di serie, pensiamo sia un dato che vada al di là delle migliori aspettative di ogni tifoso belga.

Wilmots è il classico allenatore rivoluzionario, un po’ come lo fu nella sua esperienza politica di senatore belga. Con l’aiuto dell’Union Royale Belge des Sociétés de Football Association, ha rivoluzionato il settore giovanile del Paese. Dopo la mancata qualificazione al mondiale sudafricano, l’orgoglio calcistico del Belgio si è svegliato. Si è partiti dai fortissimi investimenti nei settori giovanili, per dare le più moderne attrezzature adatte alla crescita dei ragazzi. Hanno lavorato sul modello del Barcellona di Guardiola e dei vicini olandesi, imponendo anche determinati lavori al settore giovanile (il 4-3-3 per tutti i giovanissimi). Con la collaborazione dei top club del Paese (Standard Liegi, Genk e Anderlecht), si è ripartiti per la consacrazione calcistica belga. Dagli importanti risultati sul piano giovanile (la vittoria del Trofeo di Viareggio da parte dell’Anderlecht, per esempio), si è arrivati al bel mondiale brasiliano, che tanta autostima ha dato ai ragazzi. Una rivoluzione calcistica che ha abbassato l’età media della squadra agli attuali 26 anni, ma che potrebbe scendere ulteriormente con il passare del tempo.

Ma Wilmots ha trasmesso anche la mentalità vincente, facendo capire come le partite vanno vinte sempre e comunque. L’allenatore non ha più permesso di fare distinzioni tra amichevoli o incontri decisivi: per la squadra ogni partita è decisiva. Ha plasmato una mentalità vincente, con cui i giocatori convivono sin dalle giovanili. Con l’Italia, ieri sera, abbiamo visto come questo Belgio prende sul serio ogni sfida, andando sempre all’attacco, alla ricerca del gol e della vittoria. Così il CT ha commentato la sfida dei suoi vinta contro l’Italia: “I miei giocatori non hanno esitato a riversarsi in attacco. Siamo partiti molte volte in contropiede. Noi vogliamo vincere tutte le partite e da questa amichevole non tiro alcuna conclusione, ma vedere una tale intensità in un’amichevole è molto raro. Abbiamo fatto una prestazione eccellente”.

Un tecnico che dentro la sua Nazionale vede tante caratteristiche, come la voglia di vincere, la giovane età e l’idea di gioco spettacolare. Ma un altro fattore è sicuramente importante: l’esperienza internazionale dei propri talenti. Infatti, nonostante la giovanissima età dei suoi ragazzi, molti sono già protagonisti nei maggiori campionati europei. Basti pensare qui in Italia a Nainggolan con la Roma; Hazard, De Bruyne e Fellaini in Inghilterra o lo stesso Witsel con lo Zenit in terra russa. Oltre alla multietnicità, si sfrutta anche l’esperienza internazionale di prim’ordine di questi ragazzi, di cui la Nazionale belga può solo beneficiare.

Questo Belgio, oltre che spettacolare, è una bellissima cantera per i giovanissimi. Oltre che appassionante, sarà curioso vedere da vicino quali risultati porterà all’Europeo: non è difficile pensare come questa squadra possa rivelarsi la vera sorpresa del torneo.

Andrea Rapisarda
Andrea Rapisarda
Nato a Ostia (RM), laureato in Scienze della Comunicazione; ha lavorato per giornali online e la radio. Collabora nell'associazionismo e tifa Lazio. Aspira a diventare giornalista.

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