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MondoPallone Racconta… James Spensley, pioniere del calcio

Il 10 novembre da poco trascorso ha visto una ricorrenza particolare, ovvero i 100 anni dalla scomparsa di una leggenda autentica: tra i primissimi ad adoperarsi per diffondere il pallone in Italia, James Spensley merita un ritratto con ampio merito e rispetto, non solo da parte della parte calcistica genoana. Nella sua breve ma intensa esistenza fu tutto e di più, spaziando dallo sport alla filantropia.

Pioniere

Il Genoa Cricket and Athletic Club venne fondato nella primavera del 1893, grazie all’intraprendenza di alcuni uomini inglesi che, come risaputo, potevano vantare nella propria terra i natali di questo sport nella sua forma moderna. La cosiddetta “colonia britannica“, all’inizio, rese tutt’altro che libero l’accesso al football nella città di Genova. Fu solo grazie all’arrivo in Liguria del Dottor Spensley, giunto per garantire l’assistenza sanitaria ai marinai di Sua Maestà di passaggio a Genova, che il calcio venne realmente sdoganato.

Tutto in un attimo

James Richardson Spensley nasce a Stoke Newington, nel borgo londinese di Hackney, il 17 maggio 1867. Grande appassionato di sport, accese gli animi con i suoi epici racconti d’Oltremanica ed entrò nel club che ancora indossava la divisa bianca. Nel 1896 venne nominato capitano del Genoa e propose l’anno dopo l’ingresso in società di membri italiani. Il football prese rapidamente piede in tutta Italia: così si arrivò alla fondazione della F.I.G.C. ed il mese seguente, l’8 maggio 1898, ebbe luogo la prima edizione del campionato italiano di calcio. Spensley, oltre che grande trascinatore dei compagni, divenne anche l’ultimo baluardo piazzandosi tra i pali con la sua vistosa barba. Si distinse anche al centro della difesa. Il Genoa vinse quel giorno il primo campionato della storia, superando l’Internazionale Torino in finale.

Anima genoana

Rapidamente Spensley divenne la vera anima del club: giocatore, capitano, allenatore, organizzatore. Di fatto rimase l’unico membro del Genoa sempre presente nella grande epopea rossoblu che fruttò 6 dei 9 titoli italiani complessivi. Le vittorie arrivarono nel 1998, 1899, 1900, 1902, 1903 e 1904. Rimase in attività fino alla soglia dei 40 anni, lasciando il calcio giocato nel 1906, con 22 gare ufficiali disputate. Restò a Genova come allenatore per un ulteriore anno prima di partire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le mille facce di Spensley

Come detto, James Spensley giunse in Italia in qualità di medico. Ebbe la possibilità di viaggiare tanto, e ciò gli permise di conoscere diverse lingue tra cui il sanscrito ed il greco. Prima di dedicarsi al calcio, aveva praticato anche il pugilato. Durante gli anni vissuti in Inghilterra conobbe Robert Baden-Powell, fondatore dello scautismo. Fu anche grazie a questo incontro che, nel 1910, Spensley fondò insieme al genovese Mario Mazza la Federazione Italiana dello Scautismo. Importante anche il suo impegno filantropico: si occupò con grande dedizione del sostentamento di tanti bambini disagiati. Fu anche corrispondente per il Daily Mail. Senza dimenticare che, durante l’attività calcistica in Italia, ricoprì anche il ruolo di arbitro.

La morte

Partecipò alla Prima Guerra Mondiale in qualità di ufficiale medico nei Royal Army Medical Corps. Soccorrendo un nemico gravemente ferito, subì un vile agguato. Imprigionato nella fortezza tedesca di Magonza, vi morì pochi giorni dopo il 10 novembre 1915. Sulla sua scomparsa si posò un velo misterioso per decenni. Finché, negli anni Novanta, due tifosi genoani trovarono la sua tomba nel cimitero Niederzwehren a Kassel, in Germania. Quest’anno ha avuto luogo la 23esima edizione del “Torneo Internazionale Giovanile James Spensley“, organizzato nella “sua” Genova. Mai dimenticare chi ha fatto davvero la storia.

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