Allsvenskan: il nostro pronostico su chi vincerà il campionato svedese

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Tre giornate al termine, tre squadre a giocarsela, nove punti in palio: è il tre il numero dominante in questa fase dell’Allsvenskan. Chi vincerà il campionato svedese? È la domanda che si fanno tutti i commentatori. Quello che è certo, è che si tratta di un’edizione combattutissima, che ha riavvicinato tanti appassionati agli stadi. E questa, sicuramente, è la cosa più importante. Sul vincitore probabile, è difficile fare previsioni, come ovvio: faremo un’analisi, squadra per squadra, e proveremo a sbilanciarci in un pronostico.

NORRKÖPING: la sorpresa – Gli Snoka sono la sorpresa di questa edizione di Allsvenskan. Indicativo il commento ieri di Etuhu dell’AIK, dopo la vittoria casalinga con il Malmö“Helvete, jag hörde att Norrköping vann igen. De irriterar mig som fan, alltså. Någon gång måste de förlora. Jag tror inte att de vinner resten av matcherna. Det vore inte okej!” (“Per l’inferno, il Norrköping ha vinto ancora. Quanto mi infastidisce questa cosa! Dovranno perdere qualche volta, non possono vincerle tutte. Non sarebbe giusto!”). In molti prevedevano il crollo dei biancoblù, che sono invece arrivati alla settima vittoria consecutiva, e al primo posto solitario in classifica. 18 vittorie, 6 pareggi, 3 sconfitte. 53 gol segnati (l’attacco migliore del campionato), 29 reti subite (tante, ma in media con altre squadre di testa, tranne il Göteborg), il capocannoniere Kujović  in squadra.

Può davvero arrivare in fondo? In teoria, il campionato è nelle  sue mani: se le vincesse tutte, sarebbe irraggiungibile. Certo, vorrebbe dire arrivare a dieci vittorie consecutive, un’enormità. Può farlo? Il Norrköping dovrà affrontare due trasferte, a Borås con l’Elfsborg il prossimo turno, e con il Malmö nell’ultima giornata. In mezzo, la partita al Nya Parken con l’Halmstad che, a quella data, potrebbe essere retrocesso matematicamente, ma che ieri ha fermato sul pari, al Gamla Ullevi, il Göteborg. Riassumendo: due trasferte contro due squadre forti, ma fuori dai giochi. Contro l’Elfsborg, mancherà Kujović, ammonito ieri per eccesso di esultanza, da diffidato. Un‘ingenuità che potrebbe costare cara, nella partita forse più delicata della stagione. Riassumendo: il calendario è abbordabile; l’aspetto psicologico, probabilmente, sarà la chiave di volta per i ragazzi di Andersson. Finora, la pressione della quale hanno parlato molti commentatori è stata, tutto sommato, limitata: di fatto, gli Snoka sono sempre stati degli outsiders. Ma da ieri, le cose sono cambiate: essere in testa, da soli, a tre giornate dalla fine, non è cosa da nulla; e, questa volta, l’emozione potrebbe davvero tradire i ragazzi di Andersson. La squadra non sale sul gradino più alto del podio dal 1989: durante i festeggiamenti, esistevano ancora la DDR e l’Unione Sovietica. Vedremo, tra due settimane a Borås, sul campo sintetico, cosa accadrà.

GÖTEBORG: la certezza – Non sappiamo se Lennartsson sarà, o meno, contento della pausa per le nazionali. Domenica, dopo il pareggio casalingo con l’Halmstad, ha congedato i giornalisti con queste parole: “Det kommer vara ett krig in till sista minuten” (“Sarà una guerra che durerà fino all’ultimo minuto”). L’allenatore dei biancoblù ha finto soddisfazione per non essere più il leader della classifica (“Det är en tuff resa och nu kommer eventuellt något annat lag ta över ledartröjan i det här loppet, vilket kan innebära att vi får jaga istället och det kan passa oss bra att komma bakifrån.” – “È un cammino difficile, e se un’altra squadra diventa leader, noi possiamo inseguire, e potrebbe essere soddisfacente arrivare da dietro.”). Nulla di più ipocrita, ovviamente: la posizione “soddisfacente”, in classifica, nella filosofia calcistica del rude uomo di Växjö, è stare quattro punti avanti all’avversario, non due lunghezze dietro.

Il calendario dei Blåvitt è il più duro di tutte le tre contendenti: due trasferte consecutive a Stoccolma (con il Djurgården, oltre allo scontro diretto contro l’AIK) e solo una partita in casa, l’ultima, con un Kalmar che dovrebbe, nei pensieri di Lennartsson, presentarsi già salvo al Gamla Ullevi. Nonostante tutto, restano i nostri favoriti per la vittoria finale. Perché hanno la difesa più forte del torneo, e sono quindi inattaccabili sulla differenza reti in caso di arrivo alla pari (solo 17 le reti subite, poco più della metà delle altre contendenti), e una rosa (e un allenatore, diciamolo…) che sanno reggere le alte temperature. E, alla lunga, questo fattore potrebbe essere decisivo: se i Kamraterna segnano per primi (e accade sovente), raggiungerli diventa un’impresa. La vittoria manca dal 2007: per i tifosi, un ritardo intollerabile.

AIK: l’estro – Gli Gnaget, per definizione, non possono mai essere considerati una sorpresa, anche se mancano da troppo tempo dal gradino più alto del podio (2009). Quest’anno, per i ragazzi di Alm, potrebbe essere l’anno buono. Davanti, la coppia Goitom-Bangura assicura gol e fantasia, un mix micidiale per le avversarie (i due, da soli, hanno messo a segno ben 24 reti, quasi la metà del bottino totale dei gialloneri, che ammonta a  51). Il punto debole della squadra della capitale è la difesa, che ha subito ben 31 gol (quasi il doppio del Göteborg), e che va in affanno se presa in velocità. 

Il finale di campionato degli inquilini della Friends Arena è stato ottimo: 11 vittorie nelle ultime 12 partite, compresa quella, al Nya Parken, contro la capolista Norrköping. Il calendario vedrà gli Gnaget in scena sul campo del quasi condannato Halmstad;  poi, sarà la volta dello scontro diretto, contro il Göteborg, in casa. Infine, l’AIK chiuderà in trasferta contro l’Örebro, già matematicamente salvo. Un calendario, insomma, di media difficoltà. Però, i gialloneri sono a tre punti dalla vetta, e dietro di un punto anche ai Blåvitt. Possono farcela, perché hanno dalla loro esperienza, rigore tattico, estro e un grande seguito. Tuttavia, partono lievemente svantaggiati. Certo, vincessero lo scontro diretto, e se il Norrköping dovesse cadere, potrebbero fare il colpo: per ora, avrebbero anche una differenza reti sfavorevole rispetto agli Snoka, in caso di arrivo alla pari. Dovrebbero, comunque, vincerle tutte e tre, per sperare.

In conclusione: difficile scegliere. Tuttavia, dovendo dare un’indicazione, diciamo: Göteborg. 

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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