Formula 1: cambiare è possibile, basta volerlo

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La Formula 1 non sta attraversando un momento sereno e le ultime sul caso Monza, per la possibile mancanza di rinnovo nel 2016, non la aiutano certo ad avvicinarsi al suo pubblico di dimensioni mondiali. Cosa manca a questa nuova F1, fatta di power unit sofisticate oppure di ali mobili e motori congelati, senza possibilità di sviluppo in pista ma solo in banchi prova?

Servirebbe prima di tutto un contatto più diretto con i fans, a cominciare da un importante sviluppo mediatico senza necessità di dipendere dai canali pay per view. Una prima soluzione? Sfruttare il canale Youtube, aperto da poco e già invaso da milioni di likes e commenti, per trasmettere quantomeno le repliche integrali di prove, conferenze stampa e gare a poche ore dalla sessione. Anche a pagamento con cifre comunque irrisorie rispetto ai canoni televisivi. Da veri e propri appassionati ci accontenteremmo pure di eventi storici come Suzuka 2000 oppure Abu Dhabi 2010 e, se vogliamo esagerare, anche un bel Monaco 1991 con tanto di duello tra Senna e Mansell che mai guasta al palato.

Se i costi sono diventati ancor più esasperanti la maggior parte delle colpe è dovuta all’introduzione di questo nuovo regolamento che vuole Power Unit e non più semplici motori aspirati. Si è passati dai godibili V8 a delle complesse unità composte da MGU-K (il vecchio KERS), in grado di erogare una potenza di 164 cv per 33” a giro, e MGU-H, ovvero il motore elettrico presente davanti al turbocompressore capace di raccogliere l’energia del motore principale, ovvero il V6 turbo con 1600 di cilindrata. Anche in un circus come quello della F1 la semplicità paga e basterebbe poco per far tornare ad emozionare i fans, quasi spaventati al passaggio di una McLaren dal sound di un trattore.

Se tornare indietro fosse imbarazzante o addirittura primitivo agli occhi di coloro che hanno stipulato il regolamento, basterebbe allora togliere il blocco dei 12 mila giri e permettere alle case di sviluppare i motori senza dover spendere inutili gettoni per poi assistere a gare con pochi sorpassi e tante penalità inutili causa regola ridicola dei 4 motori a stagione. Permettere a tutti di vedere i week-end di gara e lasciare ai team la libertà di “pompare” il motore regalerebbe nuova linfa vitale ad un circus sempre più lontano dalla realtà.

Ma c’è comunque chi sta regalando dello showtime, almeno sui social e nel gossip zone: si tratta di Lewis Hamilton. Il neo “biondino” della Mercedes sta letteralmente ammazzando il campionato grazie ad una costanza finalmente trovata dopo il secondo titolo mondiale vinto nel 2014. Hamilton, da quando corre per la scuderia di Brackley, è diventato IL personaggio; cambi di look, flirt con ragazze famose e atteggiamenti da star del cinema lo hanno proiettato spesso al centro dell’attenzione. Unico neo? Manca quel carisma che invece è trasudato nelle parole di Sebastian Vettel nel post-Spa (ricordate la gomma scoppiata a due giri dalla fine?), il tedesco ha subito alzato la voce accanendosi contro la Pirelli per la sospetta mancanza di sicurezza in una F1 già scossa dalla morte di Jules Bianchi. Se aggiungessimo anche un po’ della simpatia sempre presente sul volto di Daniel Ricciardo, allora sarebbe sempre Pasqua.

Ci sono tante cose da cambiare ma siamo sicuri che Ecclestone e company abbiano ascoltato il parere dei tifosi attraverso quel famoso sondaggio della GPDA (Associazione piloti) e forse torneremo a subire il fascino di una Formula 1 più semplice ma anche più carismatica ed emozionante.

Stefano Chinappi
Stefano Chinappi
Nato il 2 agosto 1989 a Gaeta, segue il motorsport in prima linea dal 2008 e, dopo diverse esperienze da capo-redattore, dà vita nel 2011 a MotorInside. È anche un grande amante degli sport USA.

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