Fantacalcio Serie A 2015/16: alla scoperta di… Rodrigo Ely

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Nato a Lajeado il 3 novembre 1993, Rodrigo Ely è un brasiliano naturalizzato italiano, appartenente alla lussuosa scuderia di Mino Raiola. Non si tratta di un giocatore eclettico, il suo ruolo è ben definito e, ci permettiamo di dire, adatto alle sue caratteristiche. Si tratta di un centrale difensivo ben strutturato, 188 cm per 83 kg, molto abile nel gioco d’anticipo e nella lettura delle azioni avversarie. Non si tratta però del classico “stopper” vecchio stile che prendeva sempre una tra gamba e palla (se era palla, pazienza); Ely, da buon carioca, è dotato di un pregevole tocco di palla ed è discretamente abile in fase di impostazione. Nonostante la sua faccia da bravo ragazzo, che rispecchia, a detta di compagni e allenatori, il suo reale carattere, il “biondino” ha qualche problema con le sanzioni disciplinari: ineccepibile professionista fuori dal campo, il ragazzo ha collezionato 28 gialli e 8 rossi in 108 partite in prima squadra, ultimo dei quali al suo recentissimo esordio in Serie A dopo soli 36′. Un bilancio degno del miglior Marco Materazzi. Se si vuole trovare un’altra pecca a Rodrigo Ely, gli si può imputare la scarsa vena realizzativa: alla gran presenza e utilità nella propria area fa infatti da contraltare la modesta pericolosità in zona-gol, nonostante le buoni doti di tempismo e stacco aereo.

Cresciuto nelle giovanili del Grêmio, Ely viene acquistato a 17 anni dal Milan: rimane in rossonero fino al 2012, quando viene mandato a “farsi le ossa” in prestito alla Reggina in Serie B, dove colleziona 27 presenze e un gol. L’anno successivo mantiene la categoria andando a Varese, disputando ben 37 gare (39 considerando i playout). Nel 2014 il Milan decide di cederlo a titolo definitivo all’Avellino: il ragazzo disputa 30 partite (33 considerando i playoff) e i rossoneri, memori dei vari giovani lasciati andare a cuor leggero e poi rimpianti o pagati a caro prezzo (da Darmian a Matri, passando per Astori, Antonelli e Saponara), decidono di riportarlo a Milanello. Le malelingue avanzano l’ipotesi che tale acquisto sia solo una sorta di “mazzetta” per l’agente Mino Raiola in ottica di un probabile ritorno di Ibra al Milan (col senno di poi, nulla di più assurdo). In realtà, il ritorno del “figliol prodigo” è molto gradito a Mihajlović; nel pre-campionato Ely si contraddistingue grazie alle ottime prestazioni contro Real e Inter e, più in generale, viene eletto dalla critica come la più grande sorpresa dell’estate rossonera. Il tecnico serbo, che ha sempre professato di dare spazio a chi lo merita, gli affida la maglia da titolare sia contro il Perugia in Coppa Italia, che in campionato a Firenze, dove il ragazzo, però, stecca la prima a causa principalmente dell’ingenuità tipica della sua età. A livello di nazionale, Ely vanta 10 presenze in amichevole in maglia azzurra tra under 19 e under 20 e 2 presenze con la selezione olimpica verdeoro.

Dopo questo excursus, arriviamo al sodo: è un’acquisto che va fatto per il nostro Fantacalcio? Visto il suo prezzo esiguo (sceso da 2 crediti a 1 dopo la prima giornata), è un calciatore che va acquistato a occhi chiusi se si ha già in rosa un parterre di difensori valido. Prenderlo con l’intenzione di utilizzarlo come titolare può essere un grande rischio, dato che per il ragazzo è la prima stagione in Serie A, ma anche una grande opportunità. L’alto numero di espulsioni nella breve carriera professionistica e il “battesimo col fuoco” di Firenze suggerirebbero di abbandonare questa pista; d’altro canto, l’idea suggestiva che campeggia nelle mente di Mihajlović, ossia formare una coppia di centrali sui quali creare il Milan del futuro (Ely e Romagnoli, rispettivamente classe ’93 e ’95 – un brasiliano e un italiano come Thiago Silva e Nesta), ci deve portare a una riflessione: se l’allenatore punta su di lui, gli darà sicuramente spazio e se il ragazzo si rivela all’altezza della situazione, potrebbe essere un gran colpo di Fantamercato a basso prezzo; in caso contrario, non ci farà male il cuore nel relegare in panchina un giocatore pagato il minimo. Allora, li investiamo questi spiccioli? Secondo noi assolutamente sì!

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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