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Reportage dalla Russia: alla scoperta dell’accademia Fk Krasnodar

Siamo andati a Krasnodar per visitare l’imponente accademia dell’FK. In una struttura simile, piena di attrezzature all’avanguardia, luogo di formazione anche extracalcistica per i giovani, sono stati diversi gli spunti di interesse e di discussione; tra le accademie più rinomate di Russia e d’Europa, quella dell’FK Krasnodar rappresenta alla perfezione un’idea di gestione delle risorse basata sulla pianificazione a lungo termine e sugli investimenti nel vivaio locale.

LA STRUTTURA – Situata in un ampio complesso che consta numerosi impianti e di campi ancora in fase di costruzione, è attrezzata per diversi scopi, fondata proprio sull’idea che la formazione del calciatore non debba fermarsi unicamente alla parte atletica, fisica e tecnica. In questa accademia, infatti, sono presenti una serie di dormitori per i vari ragazzi che fanno parte delle diverse squadre giovanili del club e che quindi possano affrontare campi estivi e invernali senza allontanarsi molto da casa, e senza avere delle mancanze a livello culturale ed educativo. In quest’area, oltre ad ampi spazi verdi, ci sono luoghi adibiti all’istruzione, classi e laboratori specializzati e perfino sale di scacchi, gioco ritenuto molto importante anche dal presidente Sergej Galitsky perché utile all’allenamento delle capacità di concentrazione e di sviluppo della mente. Per quanto riguarda l’ambito prettamente calcistico, vi sono oltre 20 campi, utilizzati dalle diverse squadre dell’FK Krasnodar, tra le quali anche la squadra primavera e il Krasnodar 2, che disputano qui i tornei dei loro campionati. Ovviamente, anche la squadra maggiore ha in questa base il luogo dei propri allenamenti, con spazi adibiti a determinati tipi di esercizio, ad esempio calci da fermo o riabilitazione degli infortunati; non è tutto però, è in fase di completamento il nuovo stadio del club, fino ad oggi ospite del Kuban; un impianto da 33000 posti, la cui costruzione è iniziata nemmeno due anni fa e la cui presentazione è pressoché imminente.

NON SOLO CALCIO – Sono in fase di svolgimento altre attività, come la costruzione di altre infrastrutture, col fine di aumentare ulteriormente l’area coperta e la duttilità di tutto il centro sportivo. La bontà del progetto Gavizki è evidente, e con questo reportage abbiamo potuto verificare di persona la veridicità delle annotazioni positive riportate a riguardo da parte di altri colleghi. Oltre a puntare sul proprio vivaio e su ragazzi della regione, è strato creato un luogo di riferimento per tutti i portatori di interesse verso la società: tutti quelli che hanno a che fare con questo club, siano essi calciatori, dirigenti o tifosi, individuano in questo spazio una casa comune, un posto funzionale per raggiungere assieme un obiettivo di tutti. Oltre a ciò, però, probabilmente a spiccare rimane l’ampio spazio dedicato all’istruzione scolastica che non viene vista come un ostacolo alla formazione del calciatore, bensì come un fondamento imprescindibile.

FUTURO – Definire quindi il Krasnodar unicamente come club di calcio è decisamente riduttivo nonché fuorviante, poiché la squadra giunta terza lo scordo anno nella Russian Premier League è il prodotto di un complesso lavori decisionale e strategico, che si basa su un’ideologia di business fondata sul lungo termine, e che predilige lo sviluppo del proprio territorio. Questi solidi pilastri hanno permesso al Krasnodar di raggiungere obiettivi impensabili sl momento della sua fondazione, sette anni fa, ma non fanno altro che provare la correttezza di queste politiche gestionali. Con un tale meccanismo ormai ben oliato e testato, il futuro del Krasnodar appare decisamente roseo nonostante le discutibili sanzioni comminate dal fair play finanziario durante lo scorso mese di giugno; i risultati parlano chiaro, sia a livello di obiettivi raggiunti dalla prima squadra che dal funzionamento dell’apparato sopra descritto. Il progetto Krasnodar con la sua base polifunzionale deve risultare un esempio per un movimento calcistico come quello russo che a pochi mesi dall’inizio del mondiale si ritrova impantanato in una serie di problemi, condizionato da alcune scelte un po’ avventate; in un periodo dove la nazionale porta soltanto grosse delusioni, non sono i restringimenti sul numero di stranieri in campo a migliorare la situazione, bensì gli investimenti sul vivaio e sulle infrastrutture. A Krasnodar, questo, l’hanno capito, e i risultati sono stati evidenti. Perché non esportare tutto questo 1nel resto della Russia?

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