Milan, Galliani: “Il mio più grande errore? La cessione di Pirlo”

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In occasione del suo settantunesimo compleanno, Adriano Galliani ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Tanti gli argomenti toccati dall’amministratore delegato rossonero, alcuni legati all’attualità e altri riguardanti il passato. Curiosamente, il 30 luglio è la data di nascita anche di Barbara Berlusconi (40 anni esatti di differenza tra i due), alla quale Galliani augura “di realizzare tutti i suoi sogni“.

Riportiamo di seguito le dichiarazioni più significative del dirigente milanista:

Meno di due anni fa avevo annunciato le dimissioni: quelli sono stati i mesi più difficili da quando sono al Milan. Ma nella vita bisogna guardare avanti e non al passato. Riguardo al ruolo di Barbara, il nuovo assetto è stato deciso da Silvio Berlusconi. Noi prima l’abbiamo accettato e poi condiviso. Io ho fatto un po’ di fatica ad accettarlo, ma adesso siamo in piena sintonia. I discorsi che sono stati fatti sulla mia buonuscita sono stati delle cattiverie, io non sono un dipendente del Milan, ma un amministratore. E un amministratore non ha nessuna buonuscita quando va via“.

Con Maldini i rapporti sono buoni, Paolo è la leggenda del Milan. Non ho mai avuto alcun problema con lui  e non c’è nessuna preclusione nei suoi confronti. Gli avevo offerto la direzione del settore giovanile con ampia autonomia, ma lui ha rifiutatoIl mio più grande errore? lasciar andare via Pirlo: errore in compartecipazione con altri. Non chiedetemi chi…“.

La scelta di Mihajlović è un segnale di discontinuità con il recente passato. Ha tutte le caratteristiche che servono oggi a Milanello. Mi ricorda Capello. Il viaggio a Madrid per Ancelotti, comunque, non era senza speranze. Ancelotti è stato molto tentato dal ritorno al Milan. La causa principale del no è l’operazione a cui si è sottoposto e che lo sta obbligando tuttora a due mesi di stop. Mihajlović, comunque, era già stato individuato. Conte vicino al Milan nell’estate 2014? Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Emery, invece, è stato fortemente in lizza proprio un anno fa“.

Ibrahimović? È sotto contratto con il PSG fino al 30 giugno 2016, non c’è altro da dire. Romagnoli? Dipende dalla Roma. Noi abbiamo offerto 25 milioni. Ma se non lo vogliono vendere, non lo vendono. E se non arriva lui, noi restiamo così. Crediamo che possa essere un Milan in grado di competere con le altre grandi per i primi tre posti. È un Milan profondamente cambiato: allenatore, staff tecnico, modulo, dieci nuovi giocatori tra acquisti, rientri e promozioni dalla Primavera. La mancata qualificazione alla Champions League per il terzo anno di fila non sarebbe la fine, ma di sicuro un insuccesso sportivo“.

Se Bacca e Luiz  Adriano riusciranno a convivere? Partiamo dall’inizio. Nella cena di Arcore con il presidente e Mihajlović viene scelto di comune accordo il modulo: 4-3-1-2, quello della storia del Milan da Sacchi (che come trequartista aveva Donadoni) in poi. Così abbiamo scelto di avere due punte d’area – e Bacca e Luiz Adriano giocheranno insieme-, di spostare Ménez sulla trequarti e di provare El Shaarawy alla Di María. Stephan era d’accordo a fare la mezzala sinistra, poi è arrivata l’offerta del Monaco e ha preferito andare. Adesso abbiamo quattro punte centrali (Matri e Niang non sono sul mercato), tre trequartisti (Ménez, Honda e Suso) e Cerci che verrà utile in caso di cambio di modulo durante le partite“.

La scelta che ho difeso con più determinazione davanti al presidente è stata la conferma di Allegri nell’estate 2013. Venne poi esonerato nel gennaio 2014: stavamo andando molto male in campionato, ma avevamo superato il girone di Champions come sempre in questo secolo“.

La formazione ideale dei miei 30 anni di Milan? Premessa: scelgo in base a quello che i giocatori hanno dato al Milan. Parto dalla difesa che è indiscutibile: Tassotti, Costacurta, Baresi, Maldini. In porta Rossi, perché è suo il record di imbattibilità. Passo in attacco: Kaká trequartista e poi la coppia Gullit-van Basten. Però mi concedo due parentesi proprio tra le punte e cito Shevchenko e Inzaghi. Regista sicuramente Pirlo, interni Rijkaard e Seedorf. Allenatori Sacchi, Capello, Ancelotti“.

 

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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