E’ la RPL degli africani

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Tre dei sette gol realizzati fino ad ora in Russian Premier League portano la firma di calciatori africani. Un dato abbastanza indicativo, soprattutto in un torneo gravato da importanti norme che ostacolano l’approdo di orde di tesserati privi di passaporto russo.

E’ iniziato subito con tante emozioni e numerosi spunti d’interesse (come al solito d’altronde) la Russian Premier League 2015-2016, agevolata anche dal fatto di essere iniziata a poche settimane dal termine della scorsa edizione, con partite vibranti e sugli scudi alcune vecchie conoscenze della scorsa stagione. A risaltare maggiormente è però un dato abbastanza rilevante: i tre gol in tre partite di calciatori africani. Un movimento quello del continente nero che ha spesso faticato ad adattarsi a un torneo così a sè stante come la RPL, ma che sembra aver trovato il feeling giusto in questo avvio di campionato.

Tralasciando inizialmente Musa, ormai un giocatore abbastanza formato in Russia, gli altri due gol sono del tutto”nuovi”: Doumbia, omonimo del centravanti che a Mosca, sponda CSKA, rivorrebbero avere tra le proprie fila, è al primo gol in Russia, dopo una stagione passata a capire e comprendere, con l’aiuto di altri africani come Kanga, una città come Rostov, per Ze Luis, invece, è bastato l’esordio con lo Spartak per mettere a tacere i detrattori che lo vedevano come l’ennesimo bluff di una squadra che delude oramai da lustri.

La pregevole rovesciata del maliano, combinazione di tecnica e senso della posizione, ha portato provvisoriamente in vantaggio la squadra guidata da Berdyev, uscita dal campo con un punto che sta decisamente stretto visto quanto prodotto in campo dalle due squadre. Il Terek non è mai riuscito a imporre il proprio ritmo ed è stato costretto a metterla sul piano più fisico, scelta che è costata molti cartellini gialli. Fatto sorprendente se si pensa all’abituale e naturale propensione difensiva delle squadre guidate dal tecnico turkmeno ex Rubin Kazan. Il gol del capoverdiano Ze Luis ha evitato la figuraccia allo Spartak, che nonostante oltre un’ora con l’uomo in più, per via della contestata espulsione del britannico Frimpong, ha ottenuto soltanto un pari; delizioso, in ogni caso, il tocco dell’ex Braga, figlio di un grande senso dell’anticipo che ha beffato l’affaticata retroguarda baschira.

Oltre a loro due, ci ha pensato Musa a tenere alta la bandiera del continente africano. Il nigeriano ha dimostrato come al momento nelle gerarchie dei vice campioni di Russia sia ancora lui il centravanti titolare, in attesa del ritorno di Doumbia (altro africano) e di Strandberg, anch’egli di origini africane, e il suo gol si è rivelato decisivo per sbloccare un incontro per larghi tratti dominato.

In una Russian Premier League accusata di essere razzista e promotrice continua di barriere verso gli stranieri a farla da padrone al momento sono i legionari d’Africa, spesso accusati di avere meno attitudine all’adattamento in Russia rispetto ai sudamericani e agli europei, ma che sembrano aver trovato oggi le sensazioni giuste per sfondare anche in questo torneo.

Michael Braga
Michael Braga
Grande appassionato di calcio russo, tifoso dello Zenit San Pietroburgo. Estimatore del calcio giocato nei luoghi meno nobili e più nascosti, preferirebbe vedere un Torpedo-Alaniya rispetto a uno Juventus-Milan.

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