Arshavin non molla

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Criticato più volte (con argomentazioni spesso ineccepibili) di scarsa dedizione e di poca attitudine al sacrificio, Andrey Arshavin si rimette in gioco, firmando col Kuban Krasnodar. Poteva ritirarsi, smettere, eppure questa ipotesi non è (quasi) mai stata presa in considerazione dal termine del contratto con lo Zenit. Una scelta che ha fatto contenti non soltanto i tifosi dei canarini, ma tutti gli appassionati di calcio russo e internazionale.

Krasnodar, sponda Kuban. Non ce ne vogliano le altre possibili destinazioni apparse in questi giorni (come l’Ufa o campionati medio-orientali) ma questa, al momento, è la miglior prosecuzione possibile per la carriera di uno dei cinque calciatori russi più forti del ventesimo secolo, che da troppo tempo fatica a trovare spazio e a giocare con regolarità. E’ inequivocabile il fatto che, oltre a un’ evidente scarsa considerazione da parte di Villas Boas, allo Zenit la concorrenza fosse e sia tutt’ora più complessa da superare rispetto alla squadra guidata da un tecnico giovane come Khokhlov, ma il Kuban rappresenta una realtà di oramai discrete ambizioni e di un certo lignaggio europeo. Con un po’ più di fortuna nella finale di coppa di Russia, i gialloverdi sarebbero ai gironi di Europa League per la seconda volta nella loro storia, nonostante la pesante partenza di Ivelin Popov. E con la partenza del bulgaro è Arshavin l’uomo chiamato a portare fantasia, ad irrorare di varietà le soluzioni offensive e di aiutare i compagni più inesperti.

Krasnodar, tra i tanti aspetti positivi che sono poi insiti anche nei due club che vi risiedono, è il luogo perfetto per rivitalizzare giocatori allo sbando o semplicemente in difficoltà. Senza scomodare il talento di Roman Shirokov, due volte emigrato nel sud della Russia per sfuggire ad allenatori “despoti” (Spalletti prima e Yakin poi), gli esempi di Izmailov e Mamaev sono calzanti. Ecco, ora il Kuban vuole imitare i suoi cugini e vincere scommesse simili anche lui. Il materiale c’è, la voglia pure: allo Zenit Arshavin avrebbe avuto un posto come dirigente, ma lui ha rifiutato, perchè non ancora pronto a smettere. Anzi, lui vuole ancora di più.

“La nazionale? Perchè no!” Ha esordito Arshavin durante la sua presentazione. “Se il nuovo allenatore mi chiama, non esito un attimo ad accettare. Capello? Sono stato con lui soltanto per pochi allenamenti ma mi è sembrato un tecnico decisamente qualificato”. “Non mi sento di dire che le trattative col Kuban siano state complicate; il fatto che ci sia Khokhlov ha giocato il suo ruolo”

Arshavin si espone anche sul nuovo limite sugli stranieri: “Sono contro, certo per i russi è una normativa fantastica. Preferivo il 10+15, aveva più senso ed era più utile”. Parole anche sullo Zenit: “Non voglio parlare del mio congedo. Allo Zenit ho vissuto anni magnifici, è la squadra dove sono cresciuto e dove ho vinto tantissimo. Mi ha fatto comunque molto piacere lo striscione dei tifosi in favore mio e di Kerzhakov“. Chissà, magari col nuovo limite sugli stranieri Arshavin a San Pietroburgo sarebbe stato decisamente utile…

Michael Braga
Michael Braga
Grande appassionato di calcio russo, tifoso dello Zenit San Pietroburgo. Estimatore del calcio giocato nei luoghi meno nobili e più nascosti, preferirebbe vedere un Torpedo-Alaniya rispetto a uno Juventus-Milan.

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