Acerrime rivali in campo e sul mercato, alleate a più non posso per quanto riguarda la questione stadio di proprietà. Inter e Milan sono reduci probabilmente dal periodo più buio degli ultimi vent’anni eppure, ai primi di luglio, l’entusiasmo è alle stelle in entrambi gli ambienti: i nerazzurri per aver strappato Kondogbia ai cugini e, apparentemente, per aver voltato pagina rispetto alle passate sessione di mercato ricche di Taider, Belfodil e Schelotto. Per quanto riguarda il Milan, invece, dopo lo spavento per alcune trattative non concluse in maniera soddisfacente, finalmente sono arrivati i primi colpi: Bertolacci e Bacca, a cui magari si potrebbe affiancare il figliol prodigo Ibrahimovic, in rotta con il Paris Saint-Germain. E’ vero, probabilmente un anno fa in molti avevano ripetuto le stesse identiche parole eppure, poi, il campionato è stato molto più che sottotono per entrambe, però almeno nella testa di proprietari e dirigenti delle due formazioni c’è finalmente la volontà di sposare un progetto a medio-lungo termine ben preciso, in cui non si navighi soltanto a vista alla ricerca del colpo di mercato da stampare sugli abbonamenti.
Portello al Milan, San Siro all’Inter: nel caso in cui la Fondazione Fiera Milano dovesse dare il primo ok, con entrambi i progetti già depositati in comune, si potrebbe già avere le idee più chiare sulle future “case” di entrambe le società. Progresso contro tradizione, anche in questo caso la visione resta diametralmente opposta ma senza la condivisione altrui, in questo caso, tutto verrebbe annullato. L’Inter infatti può ambire all’esclusiva gestione di San Siro soltanto nel caso in cui al Milan venga permesso di costruire il proprio stadio a pochi chilometri di distanza: in particolare i lavori principali del Meazza riguarderebbero la demolizione del terzo anello, il ribassamento del tetto e l’ammodernamento dell’intera struttura, compresa la tribuna rossa da trasformare, più che altro, in un’area business. Dove altre squadre di caratura internazionale sono arrivate prima, anche le due milanesi cercano di stare al passo, con l’intento di aumentare un fatturato che non ne vuole sapere di lievitare in maniera sostanziale.
Proprio in ottica fatturato, però, Inter e Milan sono consapevoli che la strada verso la competitività passa non solo dal mercato, ma anche dal responso sul campo. Le coppe europee, specie la Champions, è troppo importante per un’impresa sportiva che sta scommettendo anche sui presunti ricavi futuri, e ritardare la costruzione di un altro anno sarebbe deleterio. Soprattutto perché, al netto delle scadenze contrattuali e delle cessioni, gli investimenti sono ingenti per entrambe e, su alcuni profili, c’è più di qualche incognita. Bertolacci e Kondogbia valgono davvero i soldi spesi? Un uomo d’area come Bacca è l’attaccante giusto per una squadra che, almeno nell’ultimo anno, ha faticato moltissimo a produrre gioco per le punte? Mancini e Mihajlovic avranno sicuramente più di qualche gatta da pelare, mentre le rispettive proprietà lavorano giorno e notte per garantire una rosa di livello per entrambe le formazioni. L’Inter aveva problemi in difesa? Almeno tre elementi su quattro cambieranno, addirittura tutti nel caso in cui Zukanovic dovesse essere davvero il titolare sulla fascia sinistra. A Mancini mancavano gli esterni per il 4231? Perisic è vicino e l’Inter, inoltre, segue molto da vicino le vicende di Cuadrado, Salah e Mertens: con la speranza che nessuno di questi, qualora arrivasse, si trasformasse in un nuovo Shaqiri, arrivato come salvatore della patria a gennaio e praticamente non impiegato negli ultimi due mesi di stagione. In casa Milan, invece, molte delle speranze rossonere derivano dalla rottura tra Ibrahimovic e il PSG, e visto il particolare feeling che lega lo svedese con il club rossonero, uno dei pochissimi da cui se n’è andato senza mal di pancia, l’ipotesi ritorno potrebbe non essere così remota. Tornare ai tempi dei derby di Champions in tempi brevi sarà difficile, se non quasi impossibile, ma almeno i due progetti sembrano essere decollati: basterà questo per ripopolare San Siro già da quest’anno?